7 ottobre 2002. Muore il cantautore Pierangelo Bertoli.

Un cantautore radicato nella sua terra
Pierangelo Bertoli nasce a Sassuolo, in Emilia-Romagna, il 5 novembre 1942.
Durante l’infanzia contrae la poliomielite, che compromette la funzionalità degli arti inferiori e lo costringe ad usare la sedia a rotelle per tutta la vita.
La musica diventa per lui lo strumento con cui dare voce al proprio sguardo sul mondo, un linguaggio in cui mescola impegno civile, emozione e verità narrativa.
La carriera e le opere più amate
Negli anni Settanta Pierangelo Bertoli inizia a farsi conoscere con brani che uniscono folk e impegno civile.
Il suo primo album, Rosso colore dell’amore (1974), rivela subito una voce schietta, capace di alternare lirismo e denuncia sociale.
Tra le sue canzoni più celebri ci sono A muso duro, diventata manifesto della sua coerenza, e Eppure soffia, che affronta i temi ambientali con anticipo sui tempi.
Non manca la vena più intima, evidente in brani come Spunta la luna dal monte, presentata al Festival di Sanremo 1991 insieme ai Tazenda.
Il suo repertorio si muove tra canzone politica e ballata sentimentale, sempre con uno stile diretto e privo di artifici.
Il significato di Pierangelo Bertoli nella musica italiana
Pierangelo Bertoli resta una voce libera, estranea alle mode e fedele a un’idea di musica come testimonianza.
I testi raccontano il lavoro, l’emarginazione, la natura e l’amore con la stessa intensità, offrendo uno sguardo sincero e profondamente umano.
Il suo contributo è quello di un cantautore che non teme di schierarsi, e che al tempo stesso sa emozionare con parole semplici e universali.
Molti giovani artisti lo citano come riferimento, riconoscendo in lui un modello di autenticità.
La morte e il commiato
Il 7 ottobre 2002 Pierangelo Bertoli muore a Modena, a soli 59 anni.
La sua scomparsa lascia un vuoto nel panorama musicale italiano, perché la sua voce rappresenta un legame tra tradizione popolare e canzone d’autore.
I funerali si tengono nella sua Sassuolo, accolti da una grande partecipazione popolare.
L’addio della sua comunità testimonia quanto la sua figura resti viva, non solo come artista ma come uomo vicino alle persone comuni.
Un cantautore radicato nella sua terra
Pierangelo Bertoli nasce a Sassuolo, in Emilia-Romagna, il 5 novembre 1942.
Durante l’infanzia contrae la poliomielite, che compromette la funzionalità degli arti inferiori e lo costringe ad usare la sedia a rotelle per tutta la vita.
La musica diventa per lui lo strumento con cui dare voce al proprio sguardo sul mondo, un linguaggio in cui mescola impegno civile, emozione e verità narrativa.
La carriera e le opere più amate
Negli anni Settanta Pierangelo Bertoli inizia a farsi conoscere con brani che uniscono folk e impegno civile.
Il suo primo album, Rosso colore dell’amore (1974), rivela subito una voce schietta, capace di alternare lirismo e denuncia sociale.
Tra le sue canzoni più celebri ci sono A muso duro, diventata manifesto della sua coerenza, e Eppure soffia, che affronta i temi ambientali con anticipo sui tempi.
Non manca la vena più intima, evidente in brani come Spunta la luna dal monte, presentata al Festival di Sanremo 1991 insieme ai Tazenda.
Il suo repertorio si muove tra canzone politica e ballata sentimentale, sempre con uno stile diretto e privo di artifici.
Il significato di Pierangelo Bertoli nella musica italiana
Pierangelo Bertoli resta una voce libera, estranea alle mode e fedele a un’idea di musica come testimonianza.
I testi raccontano il lavoro, l’emarginazione, la natura e l’amore con la stessa intensità, offrendo uno sguardo sincero e profondamente umano.
Il suo contributo è quello di un cantautore che non teme di schierarsi, e che al tempo stesso sa emozionare con parole semplici e universali.
Molti giovani artisti lo citano come riferimento, riconoscendo in lui un modello di autenticità.
La morte e il commiato
Il 7 ottobre 2002 Pierangelo Bertoli muore a Modena, a soli 59 anni.
La sua scomparsa lascia un vuoto nel panorama musicale italiano, perché la sua voce rappresenta un legame tra tradizione popolare e canzone d’autore.
I funerali si tengono nella sua Sassuolo, accolti da una grande partecipazione popolare.
L’addio della sua comunità testimonia quanto la sua figura resti viva, non solo come artista ma come uomo vicino alle persone comuni.


















































































