9 dicembre 2021. Muore Lina Wertmüller, regista fuori dagli schemi

Lina Wertmüller nasce a Roma nel 1928 e cresce in una città che porta ancora addosso le tensioni e le trasformazioni del Novecento.
Il teatro si apre presto come un luogo di possibilità e la guida verso la regia, una strada che lei percorre con curiosità e una visione già molto definita.
La collaborazione con Federico Fellini come aiuto regista in “8½” la introduce al mondo del cinema con uno sguardo interno, permettendole di osservare da vicino la costruzione di un’opera che fa epoca.
Una vita dedicata alla regia
Negli anni Sessanta Lina Wertmüller firma i suoi primi film.
Sperimenta, provoca, modella personaggi che non cercano mai la via più semplice.
La sua regia esprime una libertà rara nel panorama italiano, unendo ironia, critica sociale e un’attenzione costante alle contraddizioni umane.
Il sodalizio artistico con Giancarlo Giannini definisce una stagione cinematografica irripetibile.
Insieme danno vita a storie che riflettono sul potere, sulla fragilità, sull’assurdo della vita quotidiana.
Opere che attraversano epoche e immaginari
Film come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, “Film d’amore e d’anarchia”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” e “Pasqualino Settebellezze” entrano nella memoria collettiva.
Con “Pasqualino Settebellezze” raggiunge un traguardo storico: è la prima donna candidata all’Oscar come miglior regista.
Il suo cinema attraversa generi e toni, alternando satira politica, melodramma, commedia amara, senza mai rinunciare alla propria identità.
L’ultima scena: morte e funeral
Lina Wertmüller muore a Roma il 9 dicembre 2021, circondata dall’affetto di una città che resta legata al suo nome.
I funerali si tengono con una partecipazione intensa, testimonianza del rapporto profondo che il pubblico ha costruito con lei nel corso dei decenni.
Resta l’immagine di una regista che non accetta limiti e che, con ogni film, apre un varco verso nuove possibilità narrative.
Lina Wertmüller nasce a Roma nel 1928 e cresce in una città che porta ancora addosso le tensioni e le trasformazioni del Novecento.
Il teatro si apre presto come un luogo di possibilità e la guida verso la regia, una strada che lei percorre con curiosità e una visione già molto definita.
La collaborazione con Federico Fellini come aiuto regista in “8½” la introduce al mondo del cinema con uno sguardo interno, permettendole di osservare da vicino la costruzione di un’opera che fa epoca.
Una vita dedicata alla regia
Negli anni Sessanta Lina Wertmüller firma i suoi primi film.
Sperimenta, provoca, modella personaggi che non cercano mai la via più semplice.
La sua regia esprime una libertà rara nel panorama italiano, unendo ironia, critica sociale e un’attenzione costante alle contraddizioni umane.
Il sodalizio artistico con Giancarlo Giannini definisce una stagione cinematografica irripetibile.
Insieme danno vita a storie che riflettono sul potere, sulla fragilità, sull’assurdo della vita quotidiana.
Opere che attraversano epoche e immaginari
Film come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, “Film d’amore e d’anarchia”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” e “Pasqualino Settebellezze” entrano nella memoria collettiva.
Con “Pasqualino Settebellezze” raggiunge un traguardo storico: è la prima donna candidata all’Oscar come miglior regista.
Il suo cinema attraversa generi e toni, alternando satira politica, melodramma, commedia amara, senza mai rinunciare alla propria identità.
L’ultima scena: morte e funeral
Lina Wertmüller muore a Roma il 9 dicembre 2021, circondata dall’affetto di una città che resta legata al suo nome.
I funerali si tengono con una partecipazione intensa, testimonianza del rapporto profondo che il pubblico ha costruito con lei nel corso dei decenni.
Resta l’immagine di una regista che non accetta limiti e che, con ogni film, apre un varco verso nuove possibilità narrative.


















































































