11 maggio 1981. Muore Bob Marley, voce del reggae e profeta della libertà.

Bob Marley nasce il 6 febbraio 1945 a Nine Mile, in Giamaica.
Il suo nome completo è Robert Nesta Marley, e fin da giovane vive il contrasto tra povertà e spiritualità, tra le radici africane e la fede rastafariana che guiderà tutta la sua visione del mondo.
La musica per lui non è solo espressione artistica, ma un mezzo per parlare di giustizia, uguaglianza, emancipazione.
Con i The Wailers, fondati nei primi anni Sessanta, inizia un percorso che trasforma il reggae in una voce globale.
Bob Marley e la potenza del reggae nel mondo
Marley non è solo un cantautore: è un simbolo.
Con brani come No Woman, No Cry, Redemption Song, Get Up, Stand Up e One Love, raggiunge un pubblico mondiale, portando la cultura giamaicana oltre ogni confine.
I suoi testi parlano di oppressione e riscatto, di fede e amore, e lo rendono ben più di un’icona musicale: un portavoce della dignità umana.
La sua figura è legata anche all’impegno politico e sociale, soprattutto in Giamaica, dove cerca di costruire ponti tra fazioni in conflitto, mettendo a rischio la propria vita per la pace.
Nel 1978, il celebre One Love Peace Concert diventa uno dei momenti più toccanti della sua carriera: Marley riesce a far stringere la mano ai leader politici avversari sul palco.
L’attentato del 1976: la musica contro la paura
Nel dicembre 1976, pochi giorni prima di partecipare al concerto Smile Jamaica, Bob Marley viene ferito in un attentato armato nella sua abitazione.
Uomini armati entrano nella casa e aprono il fuoco, colpendo lui, la moglie Rita Marley e il manager Don Taylor.
Nonostante le ferite, Marley sale sul palco appena 48 ore dopo, dando un segnale potente di resistenza.
Alla domanda sul perché non avesse annullato l’esibizione, risponde: “Le persone che cercano di rendere il mondo peggiore non si prendono un giorno libero. Perché dovrei farlo io?”
Amori e figli: una famiglia grande come la sua musica
Bob Marley si sposa con Rita Anderson nel 1966.
Il loro rapporto attraversa alti e bassi, ma resta un punto fermo nella vita del cantante.
Dal matrimonio nasce Ziggy Marley, oggi a sua volta musicista.
Nel complesso, Bob Marley ha undici figli riconosciuti, avuti con Rita e con altre donne.
La sua famiglia è numerosa e variegata, proprio come la sua eredità musicale e spirituale.
Molti dei suoi figli, come Stephen, Damian e Ky-Mani, continuano a portare avanti il messaggio del padre attraverso la musica.
Bob Marley, la malattia e la morte
Nel 1977 gli viene diagnosticato un melanoma maligno sotto un’unghia del piede.
Nonostante le cure, la malattia si diffonde.
Bob Marley continua a esibirsi, ma il suo corpo si indebolisce progressivamente.
Muore l’11 maggio 1981 a Miami, a soli 36 anni.
Le sue ultime parole, rivolte al figlio Ziggy, sono semplici e profonde: “I soldi non comprano la vita.”
Viene sepolto nella sua amata Giamaica, a Nine Mile, nel mausoleo costruito accanto alla sua casa natale.
VP
Bob Marley nasce il 6 febbraio 1945 a Nine Mile, in Giamaica.
Il suo nome completo è Robert Nesta Marley, e fin da giovane vive il contrasto tra povertà e spiritualità, tra le radici africane e la fede rastafariana che guiderà tutta la sua visione del mondo.
La musica per lui non è solo espressione artistica, ma un mezzo per parlare di giustizia, uguaglianza, emancipazione.
Con i The Wailers, fondati nei primi anni Sessanta, inizia un percorso che trasforma il reggae in una voce globale.
Bob Marley e la potenza del reggae nel mondo
Marley non è solo un cantautore: è un simbolo.
Con brani come No Woman, No Cry, Redemption Song, Get Up, Stand Up e One Love, raggiunge un pubblico mondiale, portando la cultura giamaicana oltre ogni confine.
I suoi testi parlano di oppressione e riscatto, di fede e amore, e lo rendono ben più di un’icona musicale: un portavoce della dignità umana.
La sua figura è legata anche all’impegno politico e sociale, soprattutto in Giamaica, dove cerca di costruire ponti tra fazioni in conflitto, mettendo a rischio la propria vita per la pace.
Nel 1978, il celebre One Love Peace Concert diventa uno dei momenti più toccanti della sua carriera: Marley riesce a far stringere la mano ai leader politici avversari sul palco.
L’attentato del 1976: la musica contro la paura
Nel dicembre 1976, pochi giorni prima di partecipare al concerto Smile Jamaica, Bob Marley viene ferito in un attentato armato nella sua abitazione.
Uomini armati entrano nella casa e aprono il fuoco, colpendo lui, la moglie Rita Marley e il manager Don Taylor.
Nonostante le ferite, Marley sale sul palco appena 48 ore dopo, dando un segnale potente di resistenza.
Alla domanda sul perché non avesse annullato l’esibizione, risponde: “Le persone che cercano di rendere il mondo peggiore non si prendono un giorno libero. Perché dovrei farlo io?”
Amori e figli: una famiglia grande come la sua musica
Bob Marley si sposa con Rita Anderson nel 1966.
Il loro rapporto attraversa alti e bassi, ma resta un punto fermo nella vita del cantante.
Dal matrimonio nasce Ziggy Marley, oggi a sua volta musicista.
Nel complesso, Bob Marley ha undici figli riconosciuti, avuti con Rita e con altre donne.
La sua famiglia è numerosa e variegata, proprio come la sua eredità musicale e spirituale.
Molti dei suoi figli, come Stephen, Damian e Ky-Mani, continuano a portare avanti il messaggio del padre attraverso la musica.
Bob Marley, la malattia e la morte
Nel 1977 gli viene diagnosticato un melanoma maligno sotto un’unghia del piede.
Nonostante le cure, la malattia si diffonde.
Bob Marley continua a esibirsi, ma il suo corpo si indebolisce progressivamente.
Muore l’11 maggio 1981 a Miami, a soli 36 anni.
Le sue ultime parole, rivolte al figlio Ziggy, sono semplici e profonde: “I soldi non comprano la vita.”
Viene sepolto nella sua amata Giamaica, a Nine Mile, nel mausoleo costruito accanto alla sua casa natale.
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