11 luglio 2023. Muore Milan Kundera, lo scrittore che ha raccontato l’insostenibile leggerezza dell’essere.

Milan Kundera nasce a Brno, in Cecoslovacchia, nel 1929.
Nella sua biografia si intrecciano il rigore della musica – appresa dal padre, pianista e musicologo – e la tensione della Storia.
Studia letteratura e cinema a Praga, entra nel Partito comunista, poi ne viene espulso.
Non è una parabola rara nella Cecoslovacchia degli anni Cinquanta, ma Kundera la trasforma in materia viva per la sua scrittura.
L’insostenibile ironia dell’esilio
Nel 1967 pubblica Lo scherzo, romanzo di rottura con il realismo socialista e preludio a un destino scomodo.
Dopo la Primavera di Praga e l’invasione sovietica, le sue opere vengono bandite e lui costretto all’insegnamento in Francia, dove ottiene la cittadinanza nel 1981.
Nel frattempo, il mondo scopre L’insostenibile leggerezza dell’essere, romanzo del 1984 che si impone come uno dei grandi affreschi letterari del secolo.
In quelle pagine, la leggerezza non è fuga ma scelta consapevole.
Kundera la oppone alla pesantezza delle ideologie, alla violenza delle biografie imposte, al fardello della memoria collettiva.
Con uno stile limpido e insieme stratificato, Kundera rifiuta la narrativa lineare e scolpisce un pensiero romanzesco: ogni frase è una domanda filosofica, ogni personaggio un frammento d’Europa.
Un autore in difesa del romanzo
Kundera difende il romanzo come forma di libertà.
Lo fa anche nei suoi saggi – L’arte del romanzo, I testamenti traditi, Il sipario – dove rivendica l’eredità di Cervantes, Kafka e Musil.
Per lui, scrivere è disfare le certezze, “non per sostituirle con altre, ma per mostrare che nulla è sicuro, nemmeno il nulla”.
Dal 1985 in poi, Kundera sceglie di scrivere in francese, non per rinnegare le proprie radici, ma per trovare un altro sguardo.
L’addio a una voce solitaria
Milan Kundera muore l’11 luglio 2023 a Parigi, dopo una lunga malattia, aveva 94 anni.
Le esequie si svolgono in forma privata, secondo le sue volontà.
A Brno, la sua città natale, viene poi riportata l’urna con le ceneri, accolta in una cerimonia intima nel cimitero centrale.
Milan Kundera nasce a Brno, in Cecoslovacchia, nel 1929.
Nella sua biografia si intrecciano il rigore della musica – appresa dal padre, pianista e musicologo – e la tensione della Storia.
Studia letteratura e cinema a Praga, entra nel Partito comunista, poi ne viene espulso.
Non è una parabola rara nella Cecoslovacchia degli anni Cinquanta, ma Kundera la trasforma in materia viva per la sua scrittura.
L’insostenibile ironia dell’esilio
Nel 1967 pubblica Lo scherzo, romanzo di rottura con il realismo socialista e preludio a un destino scomodo.
Dopo la Primavera di Praga e l’invasione sovietica, le sue opere vengono bandite e lui costretto all’insegnamento in Francia, dove ottiene la cittadinanza nel 1981.
Nel frattempo, il mondo scopre L’insostenibile leggerezza dell’essere, romanzo del 1984 che si impone come uno dei grandi affreschi letterari del secolo.
In quelle pagine, la leggerezza non è fuga ma scelta consapevole.
Kundera la oppone alla pesantezza delle ideologie, alla violenza delle biografie imposte, al fardello della memoria collettiva.
Con uno stile limpido e insieme stratificato, Kundera rifiuta la narrativa lineare e scolpisce un pensiero romanzesco: ogni frase è una domanda filosofica, ogni personaggio un frammento d’Europa.
Un autore in difesa del romanzo
Kundera difende il romanzo come forma di libertà.
Lo fa anche nei suoi saggi – L’arte del romanzo, I testamenti traditi, Il sipario – dove rivendica l’eredità di Cervantes, Kafka e Musil.
Per lui, scrivere è disfare le certezze, “non per sostituirle con altre, ma per mostrare che nulla è sicuro, nemmeno il nulla”.
Dal 1985 in poi, Kundera sceglie di scrivere in francese, non per rinnegare le proprie radici, ma per trovare un altro sguardo.
L’addio a una voce solitaria
Milan Kundera muore l’11 luglio 2023 a Parigi, dopo una lunga malattia, aveva 94 anni.
Le esequie si svolgono in forma privata, secondo le sue volontà.
A Brno, la sua città natale, viene poi riportata l’urna con le ceneri, accolta in una cerimonia intima nel cimitero centrale.


















































































