19 luglio 1374. Muore Francesco Petrarca, autore del Canzoniere e poeta dell’amore eterno.

Francesco Petrarca muore il 19 luglio 1374 nella sua casa di Arquà, tra i colli Euganei.
La sua eredità culturale attraversa i secoli: è lui a innalzare la figura del poeta a coscienza critica del tempo, è lui a plasmare il volgare italiano in forma alta, è lui, infine, a far convivere la tensione verso Dio e la passione terrena, in una poesia limpida e tormentata.
Una vita tra Avignone, l’Italia e i libri
Nasce ad Arezzo il 20 luglio 1304, in esilio come il padre, notaio guelfo bianco. Trascorre parte dell’infanzia ad Avignone, dove la corte papale e il clima intellettuale lo formano profondamente.
Frequenta studi giuridici a Montpellier e a Bologna, ma presto abbandona il diritto per dedicarsi interamente alla letteratura.
La scoperta delle Epistulae di Cicerone lo spinge verso un’idea nuova di uomo colto: un essere pensante, morale, che dialoga con gli antichi per capire il presente.
Questo dialogo con il passato diventa la spina dorsale del suo pensiero umanistico.
Il Canzoniere e la rivoluzione dell’io
L’opera più nota di Francesco Petrarca è il Canzoniere, una raccolta di liriche in volgare dedicate a Laura, figura amata e idealizzata.
Ma Laura è anche pretesto: attraverso di lei, Petrarca esplora la contraddizione tra desiderio e fede, carne e spirito, vita e fama.
È la nascita del soggetto moderno: un poeta che mette a nudo se stesso, con una voce che trema di amore, di dubbio, di malinconia.
Scrive anche in latino opere fondamentali come De viris illustribus, Secretum e De vita solitaria, portando avanti un progetto culturale che influenzerà profondamente il Quattrocento.
Il suo ruolo nella riscoperta dei classici latini è determinante: è grazie a lui che molti testi vengono copiati, studiati e tramandati.
La morte ad Arquà e il culto postumo
Negli ultimi anni, Petrarca si ritira ad Arquà, dove continua a scrivere e a meditare.
Muore serenamente il 19 luglio 1374.
Il suo corpo viene sepolto in una tomba monumentale davanti alla chiesa del borgo, che dal 1868 porta il suo nome: Arquà Petrarca.
Francesco Petrarca muore il 19 luglio 1374 nella sua casa di Arquà, tra i colli Euganei.
La sua eredità culturale attraversa i secoli: è lui a innalzare la figura del poeta a coscienza critica del tempo, è lui a plasmare il volgare italiano in forma alta, è lui, infine, a far convivere la tensione verso Dio e la passione terrena, in una poesia limpida e tormentata.
Una vita tra Avignone, l’Italia e i libri
Nasce ad Arezzo il 20 luglio 1304, in esilio come il padre, notaio guelfo bianco. Trascorre parte dell’infanzia ad Avignone, dove la corte papale e il clima intellettuale lo formano profondamente.
Frequenta studi giuridici a Montpellier e a Bologna, ma presto abbandona il diritto per dedicarsi interamente alla letteratura.
La scoperta delle Epistulae di Cicerone lo spinge verso un’idea nuova di uomo colto: un essere pensante, morale, che dialoga con gli antichi per capire il presente.
Questo dialogo con il passato diventa la spina dorsale del suo pensiero umanistico.
Il Canzoniere e la rivoluzione dell’io
L’opera più nota di Francesco Petrarca è il Canzoniere, una raccolta di liriche in volgare dedicate a Laura, figura amata e idealizzata.
Ma Laura è anche pretesto: attraverso di lei, Petrarca esplora la contraddizione tra desiderio e fede, carne e spirito, vita e fama.
È la nascita del soggetto moderno: un poeta che mette a nudo se stesso, con una voce che trema di amore, di dubbio, di malinconia.
Scrive anche in latino opere fondamentali come De viris illustribus, Secretum e De vita solitaria, portando avanti un progetto culturale che influenzerà profondamente il Quattrocento.
Il suo ruolo nella riscoperta dei classici latini è determinante: è grazie a lui che molti testi vengono copiati, studiati e tramandati.
La morte ad Arquà e il culto postumo
Negli ultimi anni, Petrarca si ritira ad Arquà, dove continua a scrivere e a meditare.
Muore serenamente il 19 luglio 1374.
Il suo corpo viene sepolto in una tomba monumentale davanti alla chiesa del borgo, che dal 1868 porta il suo nome: Arquà Petrarca.


















































































