31 luglio 1784. Muore il filosofo Denis Diderot.

Un pensatore che sfida il dogma
Il 31 luglio 1784 si spegne a Parigi Denis Diderot, scrittore, filosofo e figura centrale dell’Illuminismo europeo.
Nato a Langres il 5 ottobre 1713, cresce in un ambiente borghese e si forma in collegio gesuita, ma ben presto abbandona ogni obbedienza religiosa per abbracciare un pensiero libero, razionale e profondamente critico nei confronti dell’autorità ecclesiastica e monarchica.
L’avventura dell’Encyclopédie
Diderot diventa celebre soprattutto come curatore dell’Encyclopédie, progetto titanico che coordina a partire dal 1747 insieme a Jean le Rond d’Alembert.
Più di una semplice raccolta di saperi, l’opera intende scuotere le fondamenta del sapere tradizionale, rendendo la conoscenza accessibile a un pubblico più ampio e affermando il ruolo dell’uomo come essere pensante e autonomo.
Le polemiche non mancano: l’opera viene più volte censurata, ma Diderot continua, ostinato, a scrivere e revisionare, anche in clandestinità.
Filosofia, romanzo e teatro
Oltre all’impegno enciclopedico, Denis Diderot lascia un’impronta profonda nella letteratura e nella filosofia.
Nei Pensieri filosofici e nella Lettera sui ciechi, esplora temi come l’etica senza religione e la percezione sensoriale.
Il suo *Il nipote di Rameau*, scritto in forma di dialogo, è una critica sottile alla società del tempo, mentre in campo teatrale propone una rivoluzione del dramma borghese con opere come *Il padre di famiglia*.
Diderot non pubblica molte delle sue opere in vita.
È dopo la sua morte che il valore di gran parte dei suoi scritti viene davvero riconosciuto, contribuendo a formare il pensiero moderno, laico e critico.
La fine di Denis Diderot
Denis Diderot muore il 31 luglio 1784 a 70 anni, colto da un malore improvviso mentre si trova a casa della figlia Angélique a Parigi.
I funerali si svolgono in modo sobrio e senza clamore, in linea con il suo spirito razionalista e anticlericale.
Viene sepolto nella chiesa di Saint-Roch, ma la sua tomba oggi non è più identificabile.
Il suo pensiero, invece, continua a parlare, generazione dopo generazione.
Un pensatore che sfida il dogma
Il 31 luglio 1784 si spegne a Parigi Denis Diderot, scrittore, filosofo e figura centrale dell’Illuminismo europeo.
Nato a Langres il 5 ottobre 1713, cresce in un ambiente borghese e si forma in collegio gesuita, ma ben presto abbandona ogni obbedienza religiosa per abbracciare un pensiero libero, razionale e profondamente critico nei confronti dell’autorità ecclesiastica e monarchica.
L’avventura dell’Encyclopédie
Diderot diventa celebre soprattutto come curatore dell’Encyclopédie, progetto titanico che coordina a partire dal 1747 insieme a Jean le Rond d’Alembert.
Più di una semplice raccolta di saperi, l’opera intende scuotere le fondamenta del sapere tradizionale, rendendo la conoscenza accessibile a un pubblico più ampio e affermando il ruolo dell’uomo come essere pensante e autonomo.
Le polemiche non mancano: l’opera viene più volte censurata, ma Diderot continua, ostinato, a scrivere e revisionare, anche in clandestinità.
Filosofia, romanzo e teatro
Oltre all’impegno enciclopedico, Denis Diderot lascia un’impronta profonda nella letteratura e nella filosofia.
Nei Pensieri filosofici e nella Lettera sui ciechi, esplora temi come l’etica senza religione e la percezione sensoriale.
Il suo *Il nipote di Rameau*, scritto in forma di dialogo, è una critica sottile alla società del tempo, mentre in campo teatrale propone una rivoluzione del dramma borghese con opere come *Il padre di famiglia*.
Diderot non pubblica molte delle sue opere in vita.
È dopo la sua morte che il valore di gran parte dei suoi scritti viene davvero riconosciuto, contribuendo a formare il pensiero moderno, laico e critico.
La fine di Denis Diderot
Denis Diderot muore il 31 luglio 1784 a 70 anni, colto da un malore improvviso mentre si trova a casa della figlia Angélique a Parigi.
I funerali si svolgono in modo sobrio e senza clamore, in linea con il suo spirito razionalista e anticlericale.
Viene sepolto nella chiesa di Saint-Roch, ma la sua tomba oggi non è più identificabile.
Il suo pensiero, invece, continua a parlare, generazione dopo generazione.


















































































