6 agosto 1660. Muore Diego Velázquez, pittore della luce.

L’artista che cambia il volto della pittura barocca
Diego Velázquez vive e lavora in un tempo in cui l’arte è anche strumento di potere, ma la sua pittura va oltre la celebrazione della nobiltà.
Nato a Siviglia nel 1599, mostra fin da giovanissimo una padronanza tecnica fuori dal comune.
Si forma nella bottega di Francisco Pacheco, che diventa suo maestro e suocero.
Nel 1623 arriva a Madrid, dove ottiene l’incarico di pittore di corte di Filippo IV.
Da quel momento, la sua carriera si intreccia con la storia della monarchia spagnola.
Tra corte e realismo: una rivoluzione silenziosa

Diego Velázquez, Las Meninas
Diego Velázquez dipinge ritratti, scene religiose e mitologiche, ma è soprattutto nei volti che imprime la sua forza. Las Meninas, uno dei suoi capolavori, non è solo un ritratto della famiglia reale: è un’opera che interroga lo spettatore e sfuma i confini tra realtà e rappresentazione.
Con tocchi di luce sapienti e una composizione innovativa, Velázquez riesce a restituire l’immediatezza della vita, anche nella rigidità del cerimoniale di corte.
I suoi ritratti degli enanos e dei buffoni di palazzo rivelano uno sguardo umano, mai giudicante.
Raffigura l’imperatore Carlo V, papa Innocenzo X, il dio Marte stanco e sconfitto, con lo stesso rigore e rispetto.
A Roma, nel 1649, realizza il celebre Ritratto di Innocenzo X, capolavoro che ancora oggi colpisce per l’intensità psicologica.

Diego Velázquez Enanos, Innocenzo X
Il pittore che anticipa la modernità
Diego Velázquez non scrive manifesti, non fonda scuole, non detta regole.
Ma la sua pittura influenza generazioni di artisti: da Goya a Manet, da Picasso a Francis Bacon.
È maestro nell’arte di suggerire più che mostrare, nel dipingere l’aria intorno alle figure, nel rendere la luce materia viva.
La sua pennellata si fa libera, sfuggente, moderna.
La morte
Pochi giorni dopo aver preso parte alle celebrazioni per le nozze tra l’infanta Maria Teresa di Spagna e Luigi XIV di Francia, Diego Velázquez accusa un peggioramento delle condizioni di salute, aggravate dal lungo viaggio e dal caldo estivo.
Si spegne il 6 agosto 1660 a Madrid.
Viene sepolto nella chiesa di San Giovanni Battista, successivamente distrutta: il luogo esatto della sua tomba oggi è perduto.
L’artista che cambia il volto della pittura barocca
Diego Velázquez vive e lavora in un tempo in cui l’arte è anche strumento di potere, ma la sua pittura va oltre la celebrazione della nobiltà.
Nato a Siviglia nel 1599, mostra fin da giovanissimo una padronanza tecnica fuori dal comune.
Si forma nella bottega di Francisco Pacheco, che diventa suo maestro e suocero.
Nel 1623 arriva a Madrid, dove ottiene l’incarico di pittore di corte di Filippo IV.
Da quel momento, la sua carriera si intreccia con la storia della monarchia spagnola.
Tra corte e realismo: una rivoluzione silenziosa

Diego Velázquez, Las Meninas
Diego Velázquez dipinge ritratti, scene religiose e mitologiche, ma è soprattutto nei volti che imprime la sua forza. Las Meninas, uno dei suoi capolavori, non è solo un ritratto della famiglia reale: è un’opera che interroga lo spettatore e sfuma i confini tra realtà e rappresentazione.
Con tocchi di luce sapienti e una composizione innovativa, Velázquez riesce a restituire l’immediatezza della vita, anche nella rigidità del cerimoniale di corte.
I suoi ritratti degli enanos e dei buffoni di palazzo rivelano uno sguardo umano, mai giudicante.
Raffigura l’imperatore Carlo V, papa Innocenzo X, il dio Marte stanco e sconfitto, con lo stesso rigore e rispetto.
A Roma, nel 1649, realizza il celebre Ritratto di Innocenzo X, capolavoro che ancora oggi colpisce per l’intensità psicologica.

Diego Velázquez Enanos, Innocenzo X
Il pittore che anticipa la modernità
Diego Velázquez non scrive manifesti, non fonda scuole, non detta regole.
Ma la sua pittura influenza generazioni di artisti: da Goya a Manet, da Picasso a Francis Bacon.
È maestro nell’arte di suggerire più che mostrare, nel dipingere l’aria intorno alle figure, nel rendere la luce materia viva.
La sua pennellata si fa libera, sfuggente, moderna.
La morte
Pochi giorni dopo aver preso parte alle celebrazioni per le nozze tra l’infanta Maria Teresa di Spagna e Luigi XIV di Francia, Diego Velázquez accusa un peggioramento delle condizioni di salute, aggravate dal lungo viaggio e dal caldo estivo.
Si spegne il 6 agosto 1660 a Madrid.
Viene sepolto nella chiesa di San Giovanni Battista, successivamente distrutta: il luogo esatto della sua tomba oggi è perduto.


















































































