13 agosto 1863. Muore Eugène Delacroix, genio ribelle del colore.

Oggi, 13 agosto, il mondo dell’arte rivolge lo sguardo al passato per ricordare la scomparsa di un gigante.
Un uomo che ha sfidato le convenzioni del suo tempo, celebrando il colore, l’emozione e il dinamismo:
Eugène Delacroix.
Il 13 agosto 1863, a Parigi, si spegneva il principale esponente del Romanticismo francese, lasciando un’eredità che ancora oggi influenza la pittura moderna.
Vita di un ribelle del pennello
La storia di Eugène Delacroix inizia a Charenton, in Francia, nel 1798.
Fin da giovane, si distingue per un temperamento vivace e una spiccata sensibilità artistica.
Nonostante una formazione accademica, Delacroix non si adatta alle rigide regole del Neoclassicismo, che predilige il disegno e la razionalità.
Al contrario, trova la sua vera voce nell’espressione del sentimento, nell’uso audace del colore e nella drammaticità delle scene.
Le sue amicizie con figure come Théodore Géricault lo spingono a osare.
Il suo primo capolavoro, La barca di Dante, già rivela un’inclinazione per soggetti epici e passionali.
Un viaggio in Marocco nel 1832 segna una svolta decisiva nella sua arte.
I colori vividi, la luce intensa e l’esotismo di quei luoghi lo ispirano profondamente, arricchendo la sua tavolozza e i suoi temi.
Delacroix diventa così il narratore di storie universali, piene di pathos e movimento.
La potenza delle sue opere
Il nome di Eugène Delacroix è indissolubilmente legato a dipinti che sono diventati icone.
Come Il massacro di Scio, é una denuncia straziante delle atrocità della guerra cosi La morte di Sardanapalo é un’esplosione di lusso, violenza e colore.
Ma è con La Libertà che guida il popolo che Delacroix raggiunge la sua massima espressione.
L’opera, che celebra l’insurrezione parigina del 1830, non è solo un quadro, ma un manifesto di libertà, con la figura allegorica della donna che guida il popolo con la bandiera tricolore.
Questo dipinto incarna perfettamente lo spirito romantico, unendo storia, passione e un forte messaggio politico.
Il suo stile, caratterizzato da pennellate libere e da un’attenzione maniacale per gli effetti ottici del colore, apre la strada a generazioni di artisti successivi, dagli Impressionisti in poi.
L’addio all’artista
Gli ultimi anni di vita di Eugène Delacroix sono segnati da un continuo successo.
Nonostante la salute cagionevole, continua a lavorare instancabilmente, ricevendo importanti commissioni pubbliche.
Muore nella sua casa di Parigi, all’età di 65 anni.
I suoi funerali si svolgono con grande solennità.
Viene sepolto nel cimitero di Père-Lachaise, dove ancora oggi la sua tomba attira ammiratori da tutto il mondo.
Il suo atelier e i suoi diari, ricchi di riflessioni e appunti sulla sua arte, sono una testimonianza preziosa del suo genio.
Oggi, ricordiamo Eugène Delacroix come un’anima ribelle che ha liberato l’arte dalle sue catene, insegnandoci a guardare il mondo con occhi carichi di passione e colore.
Oggi, 13 agosto, il mondo dell’arte rivolge lo sguardo al passato per ricordare la scomparsa di un gigante.
Un uomo che ha sfidato le convenzioni del suo tempo, celebrando il colore, l’emozione e il dinamismo:
Eugène Delacroix.
Il 13 agosto 1863, a Parigi, si spegneva il principale esponente del Romanticismo francese, lasciando un’eredità che ancora oggi influenza la pittura moderna.
Vita di un ribelle del pennello
La storia di Eugène Delacroix inizia a Charenton, in Francia, nel 1798.
Fin da giovane, si distingue per un temperamento vivace e una spiccata sensibilità artistica.
Nonostante una formazione accademica, Delacroix non si adatta alle rigide regole del Neoclassicismo, che predilige il disegno e la razionalità.
Al contrario, trova la sua vera voce nell’espressione del sentimento, nell’uso audace del colore e nella drammaticità delle scene.
Le sue amicizie con figure come Théodore Géricault lo spingono a osare.
Il suo primo capolavoro, La barca di Dante, già rivela un’inclinazione per soggetti epici e passionali.
Un viaggio in Marocco nel 1832 segna una svolta decisiva nella sua arte.
I colori vividi, la luce intensa e l’esotismo di quei luoghi lo ispirano profondamente, arricchendo la sua tavolozza e i suoi temi.
Delacroix diventa così il narratore di storie universali, piene di pathos e movimento.
La potenza delle sue opere
Il nome di Eugène Delacroix è indissolubilmente legato a dipinti che sono diventati icone.
Come Il massacro di Scio, é una denuncia straziante delle atrocità della guerra cosi La morte di Sardanapalo é un’esplosione di lusso, violenza e colore.
Ma è con La Libertà che guida il popolo che Delacroix raggiunge la sua massima espressione.
L’opera, che celebra l’insurrezione parigina del 1830, non è solo un quadro, ma un manifesto di libertà, con la figura allegorica della donna che guida il popolo con la bandiera tricolore.
Questo dipinto incarna perfettamente lo spirito romantico, unendo storia, passione e un forte messaggio politico.
Il suo stile, caratterizzato da pennellate libere e da un’attenzione maniacale per gli effetti ottici del colore, apre la strada a generazioni di artisti successivi, dagli Impressionisti in poi.
L’addio all’artista
Gli ultimi anni di vita di Eugène Delacroix sono segnati da un continuo successo.
Nonostante la salute cagionevole, continua a lavorare instancabilmente, ricevendo importanti commissioni pubbliche.
Muore nella sua casa di Parigi, all’età di 65 anni.
I suoi funerali si svolgono con grande solennità.
Viene sepolto nel cimitero di Père-Lachaise, dove ancora oggi la sua tomba attira ammiratori da tutto il mondo.
Il suo atelier e i suoi diari, ricchi di riflessioni e appunti sulla sua arte, sono una testimonianza preziosa del suo genio.
Oggi, ricordiamo Eugène Delacroix come un’anima ribelle che ha liberato l’arte dalle sue catene, insegnandoci a guardare il mondo con occhi carichi di passione e colore.


















































































