Il kilim mosaico che danza sulla tomba di Nureyev.

Nel cimitero russo-ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois, vicino a Parigi, riposa Rudolf Nureyev (1938–1993), leggenda indiscussa della danza.
La sua tomba è diventata un’opera d’arte che sorprende e commuove: un mosaico che riproduce un kilim orientale, il tappeto che il ballerino amava e che lo accompagna simbolicamente anche oltre la vita.
Un tappeto scolpito nella pietra
Il monumento funebre è stato ideato dallo scenografo Ezio Frigerio e realizzato dallo Studio Akomena di Ravenna, maestro nell’arte musiva.
La sepoltura appare come un grande tappeto che scivola dolcemente, ma in realtà è formato da migliaia di tessere in vetro e bronzo.
L’effetto tridimensionale rende la superficie vibrante, come se fosse un tessuto che si muove con il vento. È un esempio unico di come l’arte possa dare forma tangibile al ricordo di una vita straordinaria.

Luce, movimento e memoria
Il mosaico che riveste la tomba di Nureyev non è statico: riflette la luce in modi sempre diversi, creando bagliori che richiamano i movimenti del corpo in danza.
I colori, scelti con cura, evocano la ricchezza dei tappeti orientali e trasformano la materia dura in energia vitale.
È un’opera che respira, capace di rendere eterna l’essenza del ballerino, e che dimostra come l’arte funeraria possa raggiungere livelli di altissima creatività.
La sepoltura di un’icona
Nureyev viene sepolto il 12 gennaio 1993, nel cimitero che accoglie numerosi esuli russi, intellettuali e artisti.
Tre anni dopo, nel 1996, la sua tomba viene completata e inaugurata.
Da allora è diventata meta di ammirazione e raccoglimento, non solo per gli appassionati di danza, ma per chiunque riconosca nell’arte un ponte tra vita e morte.
La scelta del mosaico non è casuale: la tecnica antica e resistente dialoga con l’idea di eternità, mentre la forma del kilim racconta le radici culturali e gli amori estetici di Nureyev.
Un capolavoro di arte funeraria contemporanea
La tomba di Rudolf Nureyev è molto più di un monumento: è un’opera che unisce scenografia, artigianato e simbolismo.
Il mosaico che la riveste diventa una metafora della danza, sospesa tra luce e materia, movimento e immobilità.
In questo tappeto di vetro e colore vive ancora lo spirito di un artista che ha trasformato il balletto e che continua a incantare anche nel silenzio eterno della sua ultima dimora.
Nel cimitero russo-ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois, vicino a Parigi, riposa Rudolf Nureyev (1938–1993), leggenda indiscussa della danza.
La sua tomba è diventata un’opera d’arte che sorprende e commuove: un mosaico che riproduce un kilim orientale, il tappeto che il ballerino amava e che lo accompagna simbolicamente anche oltre la vita.
Un tappeto scolpito nella pietra
Il monumento funebre è stato ideato dallo scenografo Ezio Frigerio e realizzato dallo Studio Akomena di Ravenna, maestro nell’arte musiva.
La sepoltura appare come un grande tappeto che scivola dolcemente, ma in realtà è formato da migliaia di tessere in vetro e bronzo.
L’effetto tridimensionale rende la superficie vibrante, come se fosse un tessuto che si muove con il vento. È un esempio unico di come l’arte possa dare forma tangibile al ricordo di una vita straordinaria.

Luce, movimento e memoria
Il mosaico che riveste la tomba di Nureyev non è statico: riflette la luce in modi sempre diversi, creando bagliori che richiamano i movimenti del corpo in danza.
I colori, scelti con cura, evocano la ricchezza dei tappeti orientali e trasformano la materia dura in energia vitale.
È un’opera che respira, capace di rendere eterna l’essenza del ballerino, e che dimostra come l’arte funeraria possa raggiungere livelli di altissima creatività.
La sepoltura di un’icona
Nureyev viene sepolto il 12 gennaio 1993, nel cimitero che accoglie numerosi esuli russi, intellettuali e artisti.
Tre anni dopo, nel 1996, la sua tomba viene completata e inaugurata.
Da allora è diventata meta di ammirazione e raccoglimento, non solo per gli appassionati di danza, ma per chiunque riconosca nell’arte un ponte tra vita e morte.
La scelta del mosaico non è casuale: la tecnica antica e resistente dialoga con l’idea di eternità, mentre la forma del kilim racconta le radici culturali e gli amori estetici di Nureyev.
Un capolavoro di arte funeraria contemporanea
La tomba di Rudolf Nureyev è molto più di un monumento: è un’opera che unisce scenografia, artigianato e simbolismo.
Il mosaico che la riveste diventa una metafora della danza, sospesa tra luce e materia, movimento e immobilità.
In questo tappeto di vetro e colore vive ancora lo spirito di un artista che ha trasformato il balletto e che continua a incantare anche nel silenzio eterno della sua ultima dimora.


















































































