3 settembre 1989. La morte del campione d’Italia Gaetano Scirea.

Un campione dallo stile unico
Gaetano Scirea nasce il 25 maggio 1953 a Cernusco sul Naviglio e cresce con il pallone tra i piedi.
La sua carriera esplode quando veste la maglia dell’Atalanta, ma è con la Juventus che scrive pagine immortali della storia del calcio.
Nel ruolo di libero porta in campo eleganza, intelligenza tattica e una visione di gioco che lo distinguono da tutti gli altri difensori della sua epoca.
Juventus e Nazionale: le grandi vittorie
Con la Juventus, Scirea conquista praticamente tutto: sette scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
È il primo giocatore italiano a sollevare tutti i principali trofei internazionali con un club.
In Nazionale vive il momento più alto nel 1982, quando alza al cielo la Coppa del Mondo a Madrid sotto la guida di Enzo Bearzot.
Con la fascia da capitano e un carisma silenzioso, contribuisce a quella che rimane una delle imprese sportive più amate dagli italiani.
L’uomo dietro al campione
Gaetano Scirea è apprezzato non solo per i successi sul campo ma anche per la sua condotta fuori dal rettangolo di gioco.
Non riceve mai un cartellino rosso in carriera, simbolo di uno stile basato sul rispetto e sulla correttezza.
La sua figura incarna i valori di lealtà e sportività, tanto da diventare un modello per tifosi e giovani calciatori.
La tragica scomparsa
Il 3 settembre 1989, durante un viaggio in Polonia come osservatore della Juventus, Scirea perde la vita in un incidente stradale nei pressi di Babsk.
La notizia scuote l’Italia e il mondo del calcio, lasciando un vuoto enorme in chi lo conosce e lo ammira.
I funerali si celebrano a Torino, dove migliaia di persone si radunano per rendere omaggio a un campione indimenticabile.
La Juventus, la Nazionale e l’intero movimento calcistico si stringono intorno alla famiglia, consapevoli di aver perso non solo un fuoriclasse, ma un uomo raro per sobrietà e nobiltà d’animo.
Un’eredità che resiste
Oggi Gaetano Scirea è ricordato come uno dei più grandi difensori della storia del calcio mondiale.
Un’eredità fatta di classe, onestà e passione, che non conosce tramonto.
Un campione dallo stile unico
Gaetano Scirea nasce il 25 maggio 1953 a Cernusco sul Naviglio e cresce con il pallone tra i piedi.
La sua carriera esplode quando veste la maglia dell’Atalanta, ma è con la Juventus che scrive pagine immortali della storia del calcio.
Nel ruolo di libero porta in campo eleganza, intelligenza tattica e una visione di gioco che lo distinguono da tutti gli altri difensori della sua epoca.
Juventus e Nazionale: le grandi vittorie
Con la Juventus, Scirea conquista praticamente tutto: sette scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
È il primo giocatore italiano a sollevare tutti i principali trofei internazionali con un club.
In Nazionale vive il momento più alto nel 1982, quando alza al cielo la Coppa del Mondo a Madrid sotto la guida di Enzo Bearzot.
Con la fascia da capitano e un carisma silenzioso, contribuisce a quella che rimane una delle imprese sportive più amate dagli italiani.
L’uomo dietro al campione
Gaetano Scirea è apprezzato non solo per i successi sul campo ma anche per la sua condotta fuori dal rettangolo di gioco.
Non riceve mai un cartellino rosso in carriera, simbolo di uno stile basato sul rispetto e sulla correttezza.
La sua figura incarna i valori di lealtà e sportività, tanto da diventare un modello per tifosi e giovani calciatori.
La tragica scomparsa
Il 3 settembre 1989, durante un viaggio in Polonia come osservatore della Juventus, Scirea perde la vita in un incidente stradale nei pressi di Babsk.
La notizia scuote l’Italia e il mondo del calcio, lasciando un vuoto enorme in chi lo conosce e lo ammira.
I funerali si celebrano a Torino, dove migliaia di persone si radunano per rendere omaggio a un campione indimenticabile.
La Juventus, la Nazionale e l’intero movimento calcistico si stringono intorno alla famiglia, consapevoli di aver perso non solo un fuoriclasse, ma un uomo raro per sobrietà e nobiltà d’animo.
Un’eredità che resiste
Oggi Gaetano Scirea è ricordato come uno dei più grandi difensori della storia del calcio mondiale.
Un’eredità fatta di classe, onestà e passione, che non conosce tramonto.


















































































