È morto lo scrittore Stefano Benni: funambolo delle parole.

Una voce unica della letteratura italiana
Stefano Benni, scrittore e drammaturgo tra i più amati degli ultimi decenni, è morto all’età di 78 anni a seguito di una lunga malattia.
Nato a Bologna nel 1947, Benni ha segnato la narrativa italiana con uno stile inconfondibile, fatto di invenzioni linguistiche, humour sottile e fantasia visionaria.
Le sue opere hanno saputo unire satira sociale e immaginazione poetica, conquistando generazioni di lettori.
I libri che hanno fatto la storia
Tra i titoli più celebri di Stefano Benni si ricordano Bar Sport (1976), un ritratto ironico e corale dell’Italia popolare, e La compagnia dei Celestini (1992), romanzo che ha trasformato lo sport in una favola surreale e indimenticabile.
Altri suoi successi includono Elianto, Terra!, La grammatica di Dio e Margherita Dolcevita, libri che hanno mescolato fantasia, critica sociale e ironia pungente.
Gran parte della sua produzione è stata pubblicata da Feltrinelli, con traduzioni in molte lingue che hanno contribuito a diffondere il suo nome anche all’estero.
Un autore poliedrico e impegnato
Oltre ai romanzi, Benni ha scritto per il teatro, il cinema e la televisione.
Ha collaborato con testate come L’Espresso e Il Manifesto, e ha firmato sceneggiature e testi comici, tra cui battute per il comico Beppe Grillo.
Il suo humour, come ricordava il critico Goffredo Fofi, era capace di essere “pacato ma anche duro quando necessario”, senza mai scivolare nel disprezzo.
L’eredità culturale di Stefano Benni
Negli ultimi anni la malattia lo aveva costretto al silenzio creativo, ma la sua voce resta viva nelle pagine che hanno fatto sorridere, commuovere e riflettere milioni di lettori.
Con la sua scrittura immaginifica, Stefano Benni ha saputo dare forma a un universo letterario unico, in cui la satira sociale si intreccia con la poesia del quotidiano.
La sua morte segna la scomparsa di un autore capace di reinventare la lingua e di trasformare la letteratura in uno specchio sociale ironico e pungente.
Stefano Benni resta il funambolo delle parole.
“La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri e ancora non lo sa” – Tratto da Ballate di Stefano Benni, Feltrinelli 1994
Laura Persico Pezzino
Una voce unica della letteratura italiana
Stefano Benni, scrittore e drammaturgo tra i più amati degli ultimi decenni, è morto all’età di 78 anni a seguito di una lunga malattia.
Nato a Bologna nel 1947, Benni ha segnato la narrativa italiana con uno stile inconfondibile, fatto di invenzioni linguistiche, humour sottile e fantasia visionaria.
Le sue opere hanno saputo unire satira sociale e immaginazione poetica, conquistando generazioni di lettori.
I libri che hanno fatto la storia
Tra i titoli più celebri di Stefano Benni si ricordano Bar Sport (1976), un ritratto ironico e corale dell’Italia popolare, e La compagnia dei Celestini (1992), romanzo che ha trasformato lo sport in una favola surreale e indimenticabile.
Altri suoi successi includono Elianto, Terra!, La grammatica di Dio e Margherita Dolcevita, libri che hanno mescolato fantasia, critica sociale e ironia pungente.
Gran parte della sua produzione è stata pubblicata da Feltrinelli, con traduzioni in molte lingue che hanno contribuito a diffondere il suo nome anche all’estero.
Un autore poliedrico e impegnato
Oltre ai romanzi, Benni ha scritto per il teatro, il cinema e la televisione.
Ha collaborato con testate come L’Espresso e Il Manifesto, e ha firmato sceneggiature e testi comici, tra cui battute per il comico Beppe Grillo.
Il suo humour, come ricordava il critico Goffredo Fofi, era capace di essere “pacato ma anche duro quando necessario”, senza mai scivolare nel disprezzo.
L’eredità culturale di Stefano Benni
Negli ultimi anni la malattia lo aveva costretto al silenzio creativo, ma la sua voce resta viva nelle pagine che hanno fatto sorridere, commuovere e riflettere milioni di lettori.
Con la sua scrittura immaginifica, Stefano Benni ha saputo dare forma a un universo letterario unico, in cui la satira sociale si intreccia con la poesia del quotidiano.
La sua morte segna la scomparsa di un autore capace di reinventare la lingua e di trasformare la letteratura in uno specchio sociale ironico e pungente.
Stefano Benni resta il funambolo delle parole.
“La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri e ancora non lo sa” – Tratto da Ballate di Stefano Benni, Feltrinelli 1994
Laura Persico Pezzino


















































































