25 ottobre 1400. Muore lo scrittore Geoffrey Chaucer.

Dalla corte d’Inghilterra alla nascita di una nuova lingua
Geoffrey Chaucer nasce a Londra intorno al 1343, in una famiglia di mercanti del vino.
La sua giovinezza si svolge a contatto con la corte di Edoardo III, dove apprende le lingue e la cultura del suo tempo.
Grazie alla sua formazione, entra presto al servizio del re come diplomatico e funzionario, viaggiando in Francia e in Italia, dove conosce l’opera di Dante, Petrarca e Boccaccio.
Queste esperienze lo avvicinano a una visione letteraria nuova: la parola come strumento per raccontare l’uomo e la società.
Geoffrey Chaucer e la rivoluzione del racconto
Nel XIV secolo, la lingua inglese vive ancora all’ombra del francese e del latino.
Chaucer sceglie invece di scrivere in volgare inglese, aprendo la strada a una letteratura nazionale autonoma.
Con i Racconti di Canterbury, composti tra il 1387 e il 1400, costruisce un mosaico di voci che attraversano ogni ceto sociale: cavalieri, monache, mercanti, mugnai, pellegrini in viaggio verso il santuario di Canterbury.
Ogni racconto riflette un frammento dell’umanità medievale, con ironia, moralità e realismo sorprendente.
La sua capacità di fondere comicità e profondità morale segna l’inizio di un linguaggio narrativo che influenzerà Shakespeare e tutta la tradizione inglese.
Gli ultimi anni e l’eredità poetica
Negli ultimi anni, Geoffrey Chaucer si ritira nella casa di Westminster, vicino all’abbazia che diventa il simbolo della sua eredità.
Muore il 25 ottobre 1400, lasciando incompiuti alcuni racconti del suo capolavoro.
Viene sepolto nell’Abbazia di Westminster, dove in seguito nascerà il celebre Poets’ Corner, luogo di riposo dei più grandi scrittori britannici.
La sua tomba, decorata con iscrizioni gotiche, diventa meta di poeti e studiosi che riconoscono in lui il padre fondatore della letteratura inglese moderna.
Dalla corte d’Inghilterra alla nascita di una nuova lingua
Geoffrey Chaucer nasce a Londra intorno al 1343, in una famiglia di mercanti del vino.
La sua giovinezza si svolge a contatto con la corte di Edoardo III, dove apprende le lingue e la cultura del suo tempo.
Grazie alla sua formazione, entra presto al servizio del re come diplomatico e funzionario, viaggiando in Francia e in Italia, dove conosce l’opera di Dante, Petrarca e Boccaccio.
Queste esperienze lo avvicinano a una visione letteraria nuova: la parola come strumento per raccontare l’uomo e la società.
Geoffrey Chaucer e la rivoluzione del racconto
Nel XIV secolo, la lingua inglese vive ancora all’ombra del francese e del latino.
Chaucer sceglie invece di scrivere in volgare inglese, aprendo la strada a una letteratura nazionale autonoma.
Con i Racconti di Canterbury, composti tra il 1387 e il 1400, costruisce un mosaico di voci che attraversano ogni ceto sociale: cavalieri, monache, mercanti, mugnai, pellegrini in viaggio verso il santuario di Canterbury.
Ogni racconto riflette un frammento dell’umanità medievale, con ironia, moralità e realismo sorprendente.
La sua capacità di fondere comicità e profondità morale segna l’inizio di un linguaggio narrativo che influenzerà Shakespeare e tutta la tradizione inglese.
Gli ultimi anni e l’eredità poetica
Negli ultimi anni, Geoffrey Chaucer si ritira nella casa di Westminster, vicino all’abbazia che diventa il simbolo della sua eredità.
Muore il 25 ottobre 1400, lasciando incompiuti alcuni racconti del suo capolavoro.
Viene sepolto nell’Abbazia di Westminster, dove in seguito nascerà il celebre Poets’ Corner, luogo di riposo dei più grandi scrittori britannici.
La sua tomba, decorata con iscrizioni gotiche, diventa meta di poeti e studiosi che riconoscono in lui il padre fondatore della letteratura inglese moderna.


















































































