13 novembre 2008. La morte di Marcello Lotti, maestro di biliardo.

Marcello Lotti detto “Lo Scuro”, leggenda del biliardo italiano. Nato a Firenze nel 1929 è ricordato come uno dei più grandi maestri del biliardo italiano.
La sua carriera, iniziata nei locali fiorentini alla fine degli anni Cinquanta, lo portò a conquistare nove titoli di campione italiano, due Coppe dei Campioni e numerosi altri riconoscimenti.
Conosciuto come “Lo Scuro”, Lotti dominò le specialità dei cinque e dei nove birilli, imponendosi tra la metà degli anni Sessanta e gli inizi degli Ottanta come uno dei giocatori più tecnici e carismatici del panorama nazionale.
“Da allora ho continuato a vincere. Oltre mezzo secolo con una stecca in mano e i tacchi consumati intorno ai biliardi di tutto il mondo. Una vita per il biliardo, nove titoli italiani, due coppe dei campioni ed altri importanti successi. Nel mio albo d’oro manca solo un mondiale”, amava raccontare con orgoglio.
Dalle balere al grande schermo
Prima di diventare una leggenda del biliardo, Lotti lavorava come impiegato alle Poste e si dilettava a cantare e suonare il sax nelle balere fiorentine.
Il suo talento al tavolo verde lo rese presto noto in tutta Italia, attirando anche l’attenzione del giovane attore e regista Francesco Nuti.
Proprio Nuti lo volle accanto a sé nel 1982 nel film “Io, Chiara e lo Scuro”, dove Lotti interpretò se stesso nel ruolo di “Lo Scuro”, misterioso e affascinante avversario del protagonista.
Tre anni dopo, tornò sul set nel film “Casablanca Casablanca”, ancora una volta nei panni del leggendario giocatore.
Celebre la battuta con cui Lotti ricordava le riprese di quella scena finale: “Gli ci sono volute quarantasei steccate al Nuti per girare quella scena”, diceva ridendo, ricordando l’indimenticabile ottavina reale.
L’eredità di un campione
Negli anni Novanta, Lotti divenne volto televisivo del biliardo italiano per Tele+2, dove unì le doti di giocatore, opinionista e uomo immagine.
La sua figura contribuì a portare il biliardo al grande pubblico, trasformando un gioco da sala in un vero sport di classe e precisione.
Marcello Lotti morì nella sua casa di Firenze il 13 novembre 2008, a 79 anni, dopo una lunga malattia.
Con lui se ne andò non solo un campione, ma anche un simbolo di eleganza, dedizione e passione per il biliardo, capace di unire sport e cinema in una sola, indimenticabile traiettoria.
LPP
Marcello Lotti detto “Lo Scuro”, leggenda del biliardo italiano. Nato a Firenze nel 1929 è ricordato come uno dei più grandi maestri del biliardo italiano.
La sua carriera, iniziata nei locali fiorentini alla fine degli anni Cinquanta, lo portò a conquistare nove titoli di campione italiano, due Coppe dei Campioni e numerosi altri riconoscimenti.
Conosciuto come “Lo Scuro”, Lotti dominò le specialità dei cinque e dei nove birilli, imponendosi tra la metà degli anni Sessanta e gli inizi degli Ottanta come uno dei giocatori più tecnici e carismatici del panorama nazionale.
“Da allora ho continuato a vincere. Oltre mezzo secolo con una stecca in mano e i tacchi consumati intorno ai biliardi di tutto il mondo. Una vita per il biliardo, nove titoli italiani, due coppe dei campioni ed altri importanti successi. Nel mio albo d’oro manca solo un mondiale”, amava raccontare con orgoglio.
Dalle balere al grande schermo
Prima di diventare una leggenda del biliardo, Lotti lavorava come impiegato alle Poste e si dilettava a cantare e suonare il sax nelle balere fiorentine.
Il suo talento al tavolo verde lo rese presto noto in tutta Italia, attirando anche l’attenzione del giovane attore e regista Francesco Nuti.
Proprio Nuti lo volle accanto a sé nel 1982 nel film “Io, Chiara e lo Scuro”, dove Lotti interpretò se stesso nel ruolo di “Lo Scuro”, misterioso e affascinante avversario del protagonista.
Tre anni dopo, tornò sul set nel film “Casablanca Casablanca”, ancora una volta nei panni del leggendario giocatore.
Celebre la battuta con cui Lotti ricordava le riprese di quella scena finale: “Gli ci sono volute quarantasei steccate al Nuti per girare quella scena”, diceva ridendo, ricordando l’indimenticabile ottavina reale.
L’eredità di un campione
Negli anni Novanta, Lotti divenne volto televisivo del biliardo italiano per Tele+2, dove unì le doti di giocatore, opinionista e uomo immagine.
La sua figura contribuì a portare il biliardo al grande pubblico, trasformando un gioco da sala in un vero sport di classe e precisione.
Marcello Lotti morì nella sua casa di Firenze il 13 novembre 2008, a 79 anni, dopo una lunga malattia.
Con lui se ne andò non solo un campione, ma anche un simbolo di eleganza, dedizione e passione per il biliardo, capace di unire sport e cinema in una sola, indimenticabile traiettoria.
LPP


















































































