9 dicembre 2020. Muore Paolo Rossi, mito del Mondiale ’82.

La nascita del campione
Paolo Rossi nasce nel 1956 a Prato e cresce in un contesto dove il calcio è una presenza naturale, quasi inevitabile.
Il talento precoce lo porta presto nelle giovanili della Juventus, dove il suo passo leggero e l’istinto sotto porta attirano l’attenzione degli osservatori.
Gli infortuni agli inizi della carriera rallentano il suo percorso, ma non incrinano la determinazione che lo caratterizza.
La consacrazione sul campo
Il nome di Paolo Rossi inizia a circolare con forza quando approda al Lanerossi Vicenza.
Qui esplode definitivamente, diventando un riferimento offensivo capace di trasformare in oro ogni pallone ricevuto.
La stagione 1977-78 lo vede protagonista assoluto della Serie A, un momento che lo proietta tra i migliori attaccanti europei.
Il passaggio al Perugia segna un’altra tappa importante, ma è con il ritorno alla Juventus che il suo percorso prende la piega destinata a entrare nella storia.
Con la maglia bianconera vince scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni, contribuendo a costruire una delle formazioni più iconiche del calcio italiano.
L’impronta indelebile del Mondiale ’82
Il nome Paolo Rossi si lega per sempre alla Coppa del Mondo del 1982.
Arriva al torneo dopo un periodo complesso, ma in Spagna ritrova una luce che sembrava sopita.
La tripletta al Brasile, i gol alla Polonia e alla Germania Ovest lo trasformano nel simbolo di una nazionale che sorprende il mondo.
Il titolo di capocannoniere e il Pallone d’Oro coronano un percorso che diventa leggenda.
Gli ultimi anni e l’eredità sportiva
Conclusa la carriera, Paolo Rossi resta nel calcio come opinionista e volto televisivo, sempre pronto a condividere un’analisi lucida e appassionata.
Il suo racconto del gioco mantiene intatta la capacità di far vivere le emozioni del campo.
La morte e il saluto finale
Paolo Rossi muore il 9 dicembre 2020 a Siena, lasciando un vuoto profondo nel mondo dello sport italiano.
I funerali, celebrati a Vicenza, raccolgono tifosi, ex compagni e figure istituzionali che rendono omaggio a un campione che continua a parlare attraverso i suoi gol e il suo sorriso discreto.

La nascita del campione
Paolo Rossi nasce nel 1956 a Prato e cresce in un contesto dove il calcio è una presenza naturale, quasi inevitabile.
Il talento precoce lo porta presto nelle giovanili della Juventus, dove il suo passo leggero e l’istinto sotto porta attirano l’attenzione degli osservatori.
Gli infortuni agli inizi della carriera rallentano il suo percorso, ma non incrinano la determinazione che lo caratterizza.
La consacrazione sul campo
Il nome di Paolo Rossi inizia a circolare con forza quando approda al Lanerossi Vicenza.
Qui esplode definitivamente, diventando un riferimento offensivo capace di trasformare in oro ogni pallone ricevuto.
La stagione 1977-78 lo vede protagonista assoluto della Serie A, un momento che lo proietta tra i migliori attaccanti europei.
Il passaggio al Perugia segna un’altra tappa importante, ma è con il ritorno alla Juventus che il suo percorso prende la piega destinata a entrare nella storia.
Con la maglia bianconera vince scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni, contribuendo a costruire una delle formazioni più iconiche del calcio italiano.
L’impronta indelebile del Mondiale ’82
Il nome Paolo Rossi si lega per sempre alla Coppa del Mondo del 1982.
Arriva al torneo dopo un periodo complesso, ma in Spagna ritrova una luce che sembrava sopita.
La tripletta al Brasile, i gol alla Polonia e alla Germania Ovest lo trasformano nel simbolo di una nazionale che sorprende il mondo.
Il titolo di capocannoniere e il Pallone d’Oro coronano un percorso che diventa leggenda.
Gli ultimi anni e l’eredità sportiva
Conclusa la carriera, Paolo Rossi resta nel calcio come opinionista e volto televisivo, sempre pronto a condividere un’analisi lucida e appassionata.
Il suo racconto del gioco mantiene intatta la capacità di far vivere le emozioni del campo.
La morte e il saluto finale
Paolo Rossi muore il 9 dicembre 2020 a Siena, lasciando un vuoto profondo nel mondo dello sport italiano.
I funerali, celebrati a Vicenza, raccolgono tifosi, ex compagni e figure istituzionali che rendono omaggio a un campione che continua a parlare attraverso i suoi gol e il suo sorriso discreto.


















































































