Addio a Rebekah Del Rio, voce indimenticabile di Mulholland Drive

È scomparsa il 23 giugno, a soli 57 anni, Rebekah Del Rio, cantante e attrice diventata simbolo di uno dei momenti più intensi del cinema contemporaneo.
Difficile dimenticare la sua performance in Mulholland Drive, il capolavoro visionario di David Lynch.
Un sipario rosso.
Un teatro senza tempo.
Un silenzio irreale rotto solo dalla sua voce straziante che canta Llorando, versione in spagnolo di Crying di Roy Orbison.
Una scena che ha lasciato il segno nell’immaginario collettivo, incastonata come un diamante nel cuore oscuro del Club Silencio.
Un incontro casuale con David Lynch
La collaborazione tra Del Rio e Lynch nacque quasi per caso.
Fu Brian Loucks, agente in comune, a organizzare un incontro informale a casa del regista.
Lì, Lynch chiese a Rebekah di testare un vecchio microfono Telefunken nel suo studio.
Lei iniziò a cantare Llorando a cappella, un tributo in spagnolo a Selena, la cantante tejana tragicamente uccisa negli anni ’90.
Ignorava che John Neff, ingegnere del suono del regista, avesse avviato la registrazione.
Quella take spontanea, mai ritoccata né rifatta, sarebbe diventata la colonna emotiva di Mulholland Drive.
Il cuore del Club Silencio
Quando arrivò il momento di girare la scena del Club Silencio, Lynch volle che quella registrazione originale fosse riprodotta nel film.
Ma Rebekah Del Rio, perfezionista e sensibile, chiese di cantare comunque dal vivo sul set.
Voleva che Laura Harring e Naomi Watts, le protagoniste, vivessero la canzone sulla pelle.
Che sentissero la sua voce vibrare nell’aria, e non solo nella finzione.
Il risultato è una delle sequenze più potenti della filmografia lynchiana.
Un momento di sospensione, di realtà che si sfalda.
Un pianto che non smette di echeggiare.
Un’eredità fatta di emozione pura
Rebekah Del Rio ha legato il suo nome a un attimo cinematografico irripetibile.
La sua voce ha attraversato lo schermo e il tempo, diventando emblema del dolore, della bellezza e della finzione che crolla.
Al momento, non sono note le cause della sua morte.
Ma resta intatto il ricordo della sua arte, capace di toccare l’anima.
Un’eco di malinconia che continua a cantare, nel silenzio del Club e nel cuore di chi l’ha ascoltata.
LPP
È scomparsa il 23 giugno, a soli 57 anni, Rebekah Del Rio, cantante e attrice diventata simbolo di uno dei momenti più intensi del cinema contemporaneo.
Difficile dimenticare la sua performance in Mulholland Drive, il capolavoro visionario di David Lynch.
Un sipario rosso.
Un teatro senza tempo.
Un silenzio irreale rotto solo dalla sua voce straziante che canta Llorando, versione in spagnolo di Crying di Roy Orbison.
Una scena che ha lasciato il segno nell’immaginario collettivo, incastonata come un diamante nel cuore oscuro del Club Silencio.
Un incontro casuale con David Lynch
La collaborazione tra Del Rio e Lynch nacque quasi per caso.
Fu Brian Loucks, agente in comune, a organizzare un incontro informale a casa del regista.
Lì, Lynch chiese a Rebekah di testare un vecchio microfono Telefunken nel suo studio.
Lei iniziò a cantare Llorando a cappella, un tributo in spagnolo a Selena, la cantante tejana tragicamente uccisa negli anni ’90.
Ignorava che John Neff, ingegnere del suono del regista, avesse avviato la registrazione.
Quella take spontanea, mai ritoccata né rifatta, sarebbe diventata la colonna emotiva di Mulholland Drive.
Il cuore del Club Silencio
Quando arrivò il momento di girare la scena del Club Silencio, Lynch volle che quella registrazione originale fosse riprodotta nel film.
Ma Rebekah Del Rio, perfezionista e sensibile, chiese di cantare comunque dal vivo sul set.
Voleva che Laura Harring e Naomi Watts, le protagoniste, vivessero la canzone sulla pelle.
Che sentissero la sua voce vibrare nell’aria, e non solo nella finzione.
Il risultato è una delle sequenze più potenti della filmografia lynchiana.
Un momento di sospensione, di realtà che si sfalda.
Un pianto che non smette di echeggiare.
Un’eredità fatta di emozione pura
Rebekah Del Rio ha legato il suo nome a un attimo cinematografico irripetibile.
La sua voce ha attraversato lo schermo e il tempo, diventando emblema del dolore, della bellezza e della finzione che crolla.
Al momento, non sono note le cause della sua morte.
Ma resta intatto il ricordo della sua arte, capace di toccare l’anima.
Un’eco di malinconia che continua a cantare, nel silenzio del Club e nel cuore di chi l’ha ascoltata.
LPP


















































































