Addio al chitarrista Steve “The Colonel” Cropper.

È venuto a mancare a 84 anni Steve “The Colonel” Cropper, leggendario chitarrista dei The Blues Brothers e non solo.
Nel celebre film del 1980, Cropper non spiccica quasi parola, ma chi gli diede quel ruolo — Dan Aykroyd e John Belushi — sapeva che non aveva bisogno di recitare: bastava la sua chitarra.
Quel riff graffiante e il groove convinto non sono mai stati un vezzo da cinema, ma il risultato di una carriera leggendaria, intrecciata alle radici stesse del soul e del rhythm & blues.
Le radici: dalla scena Stax alla consacrazione internazionale
Prima ancora di passare sul grande schermo, Cropper era il fulcro della sezione ritmica dei Booker T. & the M.G.’s, la “spina dorsale” della casa discografica Stax Records, uno dei marchi più influenti della musica soul.
Con loro portò al successo brani che ancora oggi sono pietre miliari del genere.
Il suo tocco inconfondibile, sobrio e potente, fu determinante per successi immortali come Sittin’ On The Dock of the Bay di Otis Redding, così come per decine di altri pezzi firmati da grandi del soul come Wilson Pickett e Sam & Dave. Persino le leggende del rock e pop — come John Lennon e Ringo Starr ne riconoscevano il superiore valore artistico.
Blues Brothers: quando la musica incontra il cinema
Il film dei Blues Brothers non fu soltanto un’esperienza cinematografica, ma un’icona culturale: grazie anche a Cropper, il palco si trasformava in una macchina del tempo che riportava gli anni d’oro del soul e del funk.
La sua chitarra, spesso in secondo piano rispetto ai volti e alle battute, diventava invece protagonista assoluta, evocando quelle vibrazioni che solo un blues autentico può dare.
Cropper emergeva per il suo understatement: un colpo secco di corda, un assolo breve ma perfetto, un groove inconfondibile.
I fan di oggi — e di domani — lo ricorderanno come “il silenzioso che suonava forte”.
Nella memoria collettiva, “The Colonel” non sarà mai solo un membro di una band o un attore in un film: sarà la chitarra incarnata, l’anima della musica che unisce generazioni, il suono che attraversa decenni senza perdere mordente.
LPP
È venuto a mancare a 84 anni Steve “The Colonel” Cropper, leggendario chitarrista dei The Blues Brothers e non solo.
Nel celebre film del 1980, Cropper non spiccica quasi parola, ma chi gli diede quel ruolo — Dan Aykroyd e John Belushi — sapeva che non aveva bisogno di recitare: bastava la sua chitarra.
Quel riff graffiante e il groove convinto non sono mai stati un vezzo da cinema, ma il risultato di una carriera leggendaria, intrecciata alle radici stesse del soul e del rhythm & blues.
Le radici: dalla scena Stax alla consacrazione internazionale
Prima ancora di passare sul grande schermo, Cropper era il fulcro della sezione ritmica dei Booker T. & the M.G.’s, la “spina dorsale” della casa discografica Stax Records, uno dei marchi più influenti della musica soul.
Con loro portò al successo brani che ancora oggi sono pietre miliari del genere.
Il suo tocco inconfondibile, sobrio e potente, fu determinante per successi immortali come Sittin’ On The Dock of the Bay di Otis Redding, così come per decine di altri pezzi firmati da grandi del soul come Wilson Pickett e Sam & Dave. Persino le leggende del rock e pop — come John Lennon e Ringo Starr ne riconoscevano il superiore valore artistico.
Blues Brothers: quando la musica incontra il cinema
Il film dei Blues Brothers non fu soltanto un’esperienza cinematografica, ma un’icona culturale: grazie anche a Cropper, il palco si trasformava in una macchina del tempo che riportava gli anni d’oro del soul e del funk.
La sua chitarra, spesso in secondo piano rispetto ai volti e alle battute, diventava invece protagonista assoluta, evocando quelle vibrazioni che solo un blues autentico può dare.
Cropper emergeva per il suo understatement: un colpo secco di corda, un assolo breve ma perfetto, un groove inconfondibile.
I fan di oggi — e di domani — lo ricorderanno come “il silenzioso che suonava forte”.
Nella memoria collettiva, “The Colonel” non sarà mai solo un membro di una band o un attore in un film: sarà la chitarra incarnata, l’anima della musica che unisce generazioni, il suono che attraversa decenni senza perdere mordente.
LPP



















































































