Alla Yale University il corso sulla morte del filosofo Shelly Kagan.

Shelly Kagan è un filosofo americano che insegna alla Yale University, noto per aver trasformato un tema complesso e spesso evitato come la morte in un affascinante corso.
Che cosa accade quando si muore? La risposta (forse) nelle 26 lezioni del filosofo Shelly Kagan alla Yale University.
Il suo corso, intitolato semplicemente “Death”, è composto da 26 lezioni da 50 minuti ciascuna e ha raggiunto oltre 600mila persone in tutto il mondo grazie al progetto Open Yale Courses.
Con jeans, camicia a scacchi e Converse, Kagan si muove nell’aula con naturalezza, affrontando la filosofia con uno stile diretto, chiaro e persino divertente.
Una riflessione che va oltre l’accademia
Il successo del corso “sulla morte” ha portato Kagan a pubblicare un libro, divenuto bestseller anche in Cina e Giappone.
L’opera raccoglie i principali spunti delle lezioni e dimostra quanto la filosofia possa parlare a tutti, non solo agli studenti.
Il materiale del corso è disponibile gratuitamente online: trascrizioni, bibliografia, suggerimenti di lettura che spaziano da Platone a Cartesio, da Hume a Tolstoj, fino a Julian Barnes.
Filosofia della morte e identità personale
Kagan parte da una domanda fondamentale: c’è vita dopo la morte?
Attraverso il dialogo con il Fedone di Platone e le riflessioni di Socrate, il filosofo analizza l’idea che non siamo soltanto un corpo, ma anche qualcosa di immateriale.
Introduce poi uno dei temi più affascinanti: l’identità personale nel tempo.
Che cosa ci rende la stessa persona oggi, tra vent’anni o dopo un cambiamento radicale?
Gli esempi sul trapianto di organi o di cervello aprono scenari che mettono in discussione i confini tra corpo, mente e personalità.
Dal pensiero alla vita quotidiana
La seconda parte del corso affronta l’etica e la paura della morte.
Kagan smonta luoghi comuni come l’idea che “ognuno muore solo”, mostrando come spesso tali affermazioni siano più illusioni che verità.
Riprende anche Freud, confutando la convinzione inconscia della nostra immortalità e invitando a guardare alla morte con lucidità e senza autoinganni.
Una lezione di filosofia “sulla morte” per vivere meglio
Per Kagan, riflettere sulla morte significa soprattutto imparare a vivere con più consapevolezza.
Le sue parole richiamano l’insegnamento di Epicuro, che invitava a non temere la fine, ma a godere del tempo migliore piuttosto che del più lungo.
Alla fine del semestre, tra applausi e gratitudine degli studenti, resta una certezza: la filosofia, se ben raccontata, può davvero aiutarci a vivere con maggiore profondità e senza paure inutili.
Laura Persico Pezzino
Shelly Kagan è un filosofo americano che insegna alla Yale University, noto per aver trasformato un tema complesso e spesso evitato come la morte in un affascinante corso.
Che cosa accade quando si muore? La risposta (forse) nelle 26 lezioni del filosofo Shelly Kagan alla Yale University.
Il suo corso, intitolato semplicemente “Death”, è composto da 26 lezioni da 50 minuti ciascuna e ha raggiunto oltre 600mila persone in tutto il mondo grazie al progetto Open Yale Courses.
Con jeans, camicia a scacchi e Converse, Kagan si muove nell’aula con naturalezza, affrontando la filosofia con uno stile diretto, chiaro e persino divertente.
Una riflessione che va oltre l’accademia
Il successo del corso “sulla morte” ha portato Kagan a pubblicare un libro, divenuto bestseller anche in Cina e Giappone.
L’opera raccoglie i principali spunti delle lezioni e dimostra quanto la filosofia possa parlare a tutti, non solo agli studenti.
Il materiale del corso è disponibile gratuitamente online: trascrizioni, bibliografia, suggerimenti di lettura che spaziano da Platone a Cartesio, da Hume a Tolstoj, fino a Julian Barnes.
Filosofia della morte e identità personale
Kagan parte da una domanda fondamentale: c’è vita dopo la morte?
Attraverso il dialogo con il Fedone di Platone e le riflessioni di Socrate, il filosofo analizza l’idea che non siamo soltanto un corpo, ma anche qualcosa di immateriale.
Introduce poi uno dei temi più affascinanti: l’identità personale nel tempo.
Che cosa ci rende la stessa persona oggi, tra vent’anni o dopo un cambiamento radicale?
Gli esempi sul trapianto di organi o di cervello aprono scenari che mettono in discussione i confini tra corpo, mente e personalità.
Dal pensiero alla vita quotidiana
La seconda parte del corso affronta l’etica e la paura della morte.
Kagan smonta luoghi comuni come l’idea che “ognuno muore solo”, mostrando come spesso tali affermazioni siano più illusioni che verità.
Riprende anche Freud, confutando la convinzione inconscia della nostra immortalità e invitando a guardare alla morte con lucidità e senza autoinganni.
Una lezione di filosofia “sulla morte” per vivere meglio
Per Kagan, riflettere sulla morte significa soprattutto imparare a vivere con più consapevolezza.
Le sue parole richiamano l’insegnamento di Epicuro, che invitava a non temere la fine, ma a godere del tempo migliore piuttosto che del più lungo.
Alla fine del semestre, tra applausi e gratitudine degli studenti, resta una certezza: la filosofia, se ben raccontata, può davvero aiutarci a vivere con maggiore profondità e senza paure inutili.
Laura Persico Pezzino


















































































