Björn Andrésen, addio al “ragazzo più bello del mondo”.

Björn Andrésen, l’attore svedese che conquistò il mondo con il ruolo di Tadzio in Morte a Venezia di Luchino Visconti, è morto a 70 anni nella sua Stoccolma.
La regista Kristina Lindström, autrice del documentario Il ragazzo più bello del mondo (2021), ha annunciato la notizia. Il film raccontava la sua vita segnata da fama, dolore e rinascita.
Nato nel 1955, Andrésen aveva solo 15 anni quando tutto cambiò.
Durante un casting a Stoccolma, Luchino Visconti lo notò e ne rimase incantato.
La sua bellezza eterea convinse il regista a sceglierlo per interpretare Tadzio, il giovane simbolo di purezza e desiderio nel film tratto dal romanzo di Thomas Mann.
Presentato al Festival di Cannes nel 1971, Morte a Venezia consacrò il ragazzo come “il più bello del mondo”, titolo che i media internazionali usarono per descriverlo.
Tra musica, manga e dolore personale
Dopo il successo planetario, Andrésen cercò una propria strada tra cinema e musica.
In Giappone incise brani in lingua locale e divenne una popstar amatissima.
La disegnatrice Riyoko Ikeda, colpita dai suoi tratti delicati, modellò su di lui il volto di Lady Oscar, protagonista del celebre manga e anime ambientato nella Francia del Settecento.
La fama, però, portò con sé un lato oscuro.
Negli anni Ottanta Andrésen visse un periodo tormentato, segnato da depressione e abuso di alcol.
Nel 1986 la sua vita fu sconvolta dalla tragedia: la morte del figlio Elvin, di soli nove mesi.
Il ritorno al cinema e l’ultima testimonianza
Dopo lunghi anni di silenzio, nel 2019 il regista Ari Aster lo riportò sul grande schermo con Midsommar – Il villaggio dei dannati.
Nel film Andrésen interpretò Dan, un anziano del villaggio svedese di Hårga, offrendo una prova intensa e malinconica.
Nel 2021 tornò ancora una volta sotto i riflettori con il documentario Il ragazzo più bello del mondo, diretto da Kristina Lindström e Kristian Petri.
L’attore vi raccontò la sua storia con sincerità: il peso della fama precoce, la fragilità umana, il dolore privato e la ricerca di una serenità forse mai del tutto trovata.
Björn Andrésen lascia un’eredità di rara bellezza e malinconia, simbolo eterno di un’epoca in cui il cinema cercava il volto dell’assoluto.
LPP
Björn Andrésen, l’attore svedese che conquistò il mondo con il ruolo di Tadzio in Morte a Venezia di Luchino Visconti, è morto a 70 anni nella sua Stoccolma.
La regista Kristina Lindström, autrice del documentario Il ragazzo più bello del mondo (2021), ha annunciato la notizia. Il film raccontava la sua vita segnata da fama, dolore e rinascita.
Nato nel 1955, Andrésen aveva solo 15 anni quando tutto cambiò.
Durante un casting a Stoccolma, Luchino Visconti lo notò e ne rimase incantato.
La sua bellezza eterea convinse il regista a sceglierlo per interpretare Tadzio, il giovane simbolo di purezza e desiderio nel film tratto dal romanzo di Thomas Mann.
Presentato al Festival di Cannes nel 1971, Morte a Venezia consacrò il ragazzo come “il più bello del mondo”, titolo che i media internazionali usarono per descriverlo.
Tra musica, manga e dolore personale
Dopo il successo planetario, Andrésen cercò una propria strada tra cinema e musica.
In Giappone incise brani in lingua locale e divenne una popstar amatissima.
La disegnatrice Riyoko Ikeda, colpita dai suoi tratti delicati, modellò su di lui il volto di Lady Oscar, protagonista del celebre manga e anime ambientato nella Francia del Settecento.
La fama, però, portò con sé un lato oscuro.
Negli anni Ottanta Andrésen visse un periodo tormentato, segnato da depressione e abuso di alcol.
Nel 1986 la sua vita fu sconvolta dalla tragedia: la morte del figlio Elvin, di soli nove mesi.
Il ritorno al cinema e l’ultima testimonianza
Dopo lunghi anni di silenzio, nel 2019 il regista Ari Aster lo riportò sul grande schermo con Midsommar – Il villaggio dei dannati.
Nel film Andrésen interpretò Dan, un anziano del villaggio svedese di Hårga, offrendo una prova intensa e malinconica.
Nel 2021 tornò ancora una volta sotto i riflettori con il documentario Il ragazzo più bello del mondo, diretto da Kristina Lindström e Kristian Petri.
L’attore vi raccontò la sua storia con sincerità: il peso della fama precoce, la fragilità umana, il dolore privato e la ricerca di una serenità forse mai del tutto trovata.
Björn Andrésen lascia un’eredità di rara bellezza e malinconia, simbolo eterno di un’epoca in cui il cinema cercava il volto dell’assoluto.
LPP


















































































