Cecina (LI). Affitto di locali cimiteriali alle Imprese Funebri: no di Federcofit.

Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, interviene con fermezza sulla vicenda dei due locali cimiteriali di Cecina (Livorno) affittati a imprese funebri tramite bando comunale.
Secondo la federazione, consentire lo svolgimento di attività commerciali funebri all’interno di un cimitero non solo contrasta con le normative nazionali, ma mina anche la dignità e la riservatezza dei familiari dolenti.
Inoltre, tale scelta creerebbe una posizione imprenditoriale dominante, con il rischio concreto di configurare una situazione di concorrenza sleale.
Il parere dell’Antitrust contestato da Federcofit
Il Comune di Cecina aveva chiesto un parere all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ricevendo un via libera.
Ma Federcofit critica apertamente questa decisione, definendola “curiosa” e in contrasto con le leggi nazionali.
Come sottolinea Davide Veronese, presidente della federazione, il DPR 285/90 vieta l’insediamento di attività non cimiteriali all’interno delle aree di rispetto cimiteriale.
La maggior parte delle Regioni italiane, con l’eccezione di Toscana e Lazio, ha già legiferato in modo chiaro introducendo divieti e vincoli, imponendo distanze minime per Case Funerarie e Sale del Commiato rispetto a strutture sanitarie e cimiteri.
Rischi di distorsione del mercato e possibili ricorsi
Federcofit avverte che l’affitto dei locali cimiteriali da parte del Comune di Cecina rischia di alterare gravemente il mercato delle onoranze funebri.
Questa scelta potrebbe infatti tradursi in un vantaggio competitivo ingiustificato per le due imprese assegnatarie e portare ad azioni legali e ricorsi al TAR da parte delle altre aziende del settore.
La federazione rileva anche la possibile mancanza di requisiti strutturali per l’osservazione delle salme, obbligatori secondo la normativa nazionale.
Le parole della vicepresidente Katia Catassi
Katia Catassi, vicepresidente nazionale di Federcofit e presidente regionale per la Toscana, sottolinea come in molte realtà toscane le imprese rispettino scrupolosamente le norme del DPR del 14 gennaio 1997.
Altre, invece, opererebbero con locali non conformi.
Federcofit, in passato, è riuscita a correggere tali abusi dialogando con Comuni e Aziende sanitarie.
Nel caso di Cecina, però, la federazione lamenta di non essere stata neppure ricevuta dall’Amministrazione comunale, che ha ignorato le richieste di incontro.
L’importanza del confronto sui temi della funeraria italiana
Il dibattito di Cecina solleva un tema cruciale: il confine tra servizio pubblico cimiteriale e attività commerciale privata.
Secondo Federcofit, affittare locali cimiteriali alle imprese funebri significa creare una distorsione del mercato e tradire i principi di equità, riservatezza e dignità che dovrebbero guidare il settore.
Fonte: Ufficio Stampa Federcofit
Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, interviene con fermezza sulla vicenda dei due locali cimiteriali di Cecina (Livorno) affittati a imprese funebri tramite bando comunale.
Secondo la federazione, consentire lo svolgimento di attività commerciali funebri all’interno di un cimitero non solo contrasta con le normative nazionali, ma mina anche la dignità e la riservatezza dei familiari dolenti.
Inoltre, tale scelta creerebbe una posizione imprenditoriale dominante, con il rischio concreto di configurare una situazione di concorrenza sleale.
Il parere dell’Antitrust contestato da Federcofit
Il Comune di Cecina aveva chiesto un parere all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ricevendo un via libera.
Ma Federcofit critica apertamente questa decisione, definendola “curiosa” e in contrasto con le leggi nazionali.
Come sottolinea Davide Veronese, presidente della federazione, il DPR 285/90 vieta l’insediamento di attività non cimiteriali all’interno delle aree di rispetto cimiteriale.
La maggior parte delle Regioni italiane, con l’eccezione di Toscana e Lazio, ha già legiferato in modo chiaro introducendo divieti e vincoli, imponendo distanze minime per Case Funerarie e Sale del Commiato rispetto a strutture sanitarie e cimiteri.
Rischi di distorsione del mercato e possibili ricorsi
Federcofit avverte che l’affitto dei locali cimiteriali da parte del Comune di Cecina rischia di alterare gravemente il mercato delle onoranze funebri.
Questa scelta potrebbe infatti tradursi in un vantaggio competitivo ingiustificato per le due imprese assegnatarie e portare ad azioni legali e ricorsi al TAR da parte delle altre aziende del settore.
La federazione rileva anche la possibile mancanza di requisiti strutturali per l’osservazione delle salme, obbligatori secondo la normativa nazionale.
Le parole della vicepresidente Katia Catassi
Katia Catassi, vicepresidente nazionale di Federcofit e presidente regionale per la Toscana, sottolinea come in molte realtà toscane le imprese rispettino scrupolosamente le norme del DPR del 14 gennaio 1997.
Altre, invece, opererebbero con locali non conformi.
Federcofit, in passato, è riuscita a correggere tali abusi dialogando con Comuni e Aziende sanitarie.
Nel caso di Cecina, però, la federazione lamenta di non essere stata neppure ricevuta dall’Amministrazione comunale, che ha ignorato le richieste di incontro.
L’importanza del confronto sui temi della funeraria italiana
Il dibattito di Cecina solleva un tema cruciale: il confine tra servizio pubblico cimiteriale e attività commerciale privata.
Secondo Federcofit, affittare locali cimiteriali alle imprese funebri significa creare una distorsione del mercato e tradire i principi di equità, riservatezza e dignità che dovrebbero guidare il settore.
















































































