Conosci la Val d’Inferno?

Val d’Inferno: la misteriosa valle delle Orobie bergamasche
Dove si trova
La Val d’Inferno si trova nelle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo.
Si estende a partire dal borgo montano di Ornica e si estende fino al Pizzo dei Tre Signori, che segna il confine tra le province di Bergamo, Lecco e Sondrio.
È una valle selvaggia e suggestiva, meta ideale per chi ama la montagna autentica e i paesaggi incontaminati.
Origine del nome e leggende
Il nome “Val d’Inferno” ha sempre affascinato e incuriosito viaggiatori ed escursionisti.
Secondo alcune fonti, il toponimo deriverebbe da antiche fucine per la lavorazione del ferro, attive nella parte bassa della valle. L’antico nome “Val Fornasicchio” indicherebbe infatti la presenza di forni e attività metallurgiche.
Altre spiegazioni, più legate alla tradizione popolare, attribuiscono il nome all’aspetto cupo e selvaggio della valle, soprattutto in alta quota, dove enormi massi, nebbie improvvise e un silenzio surreale contribuiscono a creare un’atmosfera inquietante.
Le leggende locali parlano di rumori misteriosi, apparizioni e antiche maledizioni, trasformando la valle in un luogo sospeso tra realtà e suggestione.
Una delle leggenda narra che, in epoca assai remota, uno dei forni era gestito da persone forestiere specialiste del mestiere, che si dedicavano senza sosta a ridurre il minerale in ferro puro.
Questi forestieri non vedevano di buon occhio gli abitanti di Ornica, al punto che, ogni tanto, trovandosi a corto di legna o di carbone, non si facevano scrupolo di prendere qualche ornichese che passava da quelle parti e gettarlo vivo nella fornace per alimentare il fuoco. Una terribile paura assalì allora gli abitanti di Ornica che presero a chiamare quel luogo la “Valle d’Inferno”. Le prepotenze dei forestieri durarono a lungo finché, un bel giorno, i capifamiglia di Ornica, risoluti a porre fine a quelle crudeltà, si riunirono in assemblea e decisero di inviare tre loro rappresentanti a Venezia per chiedere aiuto al governo lagunare. Non passò molto tempo che i forestieri si presentarono armati di tutto punto per dar corso alle solite prepotenze, ma questa volta trovarono pane per i loro denti. Furono investiti da una valanga di fuoco che li distrusse assieme al loro impianto, facendo sparire in breve ogni cosa. Così del forno maledetto si sono perse le tracce, ma il nome dato alla Valle d’Inferno è rimasto fino ad oggi.
Geografia e paesaggio
La valle si sviluppa tra boschi di conifere, pascoli e baite alpine.
Dal fondovalle di Ornica si sale passando per strutture come Baita Costa, Baita Ciarelli e Baita Predoni, fino a raggiungere i pendii più alti, caratterizzati da pietraie e conche glaciali.
Il percorso porta fino alla Bocchetta d’Inferno, a oltre 2.300 metri, e successivamente alla vetta del Pizzo dei Tre Signori, che offre panorami spettacolari sulle Orobie e oltre.
Durante l’inverno la neve trasforma il paesaggio in una distesa silenziosa, mentre in primavera ed estate la valle si colora di fiori alpini e prati verdi.
Natura, flora e fauna
La Val d’Inferno è ricca di biodiversità.
Nei boschi si incontrano abeti, larici e faggi, mentre a quote più alte prevalgono erbe alpine, licheni e muschi.
Tra gli animali è possibile avvistare camosci, stambecchi, marmotte e numerose specie di uccelli rapaci.
L’ambiente, poco antropizzato, conserva un fascino selvaggio che attira naturalisti ed escursionisti.
Escursioni e attività
Il percorso più noto è il sentiero CAI 106, che collega Ornica alla Bocchetta d’Inferno e al Pizzo dei Tre Signori.
Si tratta di un itinerario impegnativo ma molto suggestivo, che attraversa boschi, alpeggi e zone rocciose.
Per chi preferisce passeggiate più leggere, è possibile fermarsi alle baite della parte bassa della valle, ideali per godere del paesaggio senza affrontare dislivelli eccessivi.
In inverno la zona diventa perfetta per ciaspolate ed escursioni con sci alpinismo, mentre in autunno offre spettacolari scenari di foliage.
Atmosfera e suggestioni
Il fascino della Val d’Inferno risiede proprio nel contrasto tra il nome cupo e la bellezza dei suoi paesaggi.
Il silenzio, i panorami mozzafiato e le formazioni rocciose dalle forme insolite, come la celebre “Sfinge”, contribuiscono a creare un ambiente unico.
Al tramonto o nelle giornate di nebbia, la valle assume un aspetto quasi surreale, che spiega perché nel tempo siano nate tante leggende.
Consigli pratici per la visita
- Partenza consigliata: Ornica
- Difficoltà: media/alta, adatta a escursionisti allenati
- Dislivello: circa 1.500 metri fino al Pizzo dei Tre Signori
- Periodo migliore: estate e inizio autunno per trekking ed escursioni; inverno per ciaspolate e scialpinismo
- Attrezzatura: scarponi da trekking, bastoncini, abbigliamento a strati, acqua e cibo, mappa o GPS
La Val d’Inferno in provincia di Bergamo è una destinazione capace di sorprendere con la sua atmosfera misteriosa e i suoi panorami incontaminati.
Luogo di leggende e natura selvaggia, è ideale per chi cerca un’escursione lontana dal turismo di massa, immersa nel silenzio delle Orobie.
Un “inferno” di nome, ma di fatto un paradiso naturale tutto da scoprire.

Val d’Inferno: la misteriosa valle delle Orobie bergamasche
Dove si trova
La Val d’Inferno si trova nelle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo.
Si estende a partire dal borgo montano di Ornica e si estende fino al Pizzo dei Tre Signori, che segna il confine tra le province di Bergamo, Lecco e Sondrio.
È una valle selvaggia e suggestiva, meta ideale per chi ama la montagna autentica e i paesaggi incontaminati.
Origine del nome e leggende
Il nome “Val d’Inferno” ha sempre affascinato e incuriosito viaggiatori ed escursionisti.
Secondo alcune fonti, il toponimo deriverebbe da antiche fucine per la lavorazione del ferro, attive nella parte bassa della valle. L’antico nome “Val Fornasicchio” indicherebbe infatti la presenza di forni e attività metallurgiche.
Altre spiegazioni, più legate alla tradizione popolare, attribuiscono il nome all’aspetto cupo e selvaggio della valle, soprattutto in alta quota, dove enormi massi, nebbie improvvise e un silenzio surreale contribuiscono a creare un’atmosfera inquietante.
Le leggende locali parlano di rumori misteriosi, apparizioni e antiche maledizioni, trasformando la valle in un luogo sospeso tra realtà e suggestione.
Una delle leggenda narra che, in epoca assai remota, uno dei forni era gestito da persone forestiere specialiste del mestiere, che si dedicavano senza sosta a ridurre il minerale in ferro puro.
Questi forestieri non vedevano di buon occhio gli abitanti di Ornica, al punto che, ogni tanto, trovandosi a corto di legna o di carbone, non si facevano scrupolo di prendere qualche ornichese che passava da quelle parti e gettarlo vivo nella fornace per alimentare il fuoco. Una terribile paura assalì allora gli abitanti di Ornica che presero a chiamare quel luogo la “Valle d’Inferno”. Le prepotenze dei forestieri durarono a lungo finché, un bel giorno, i capifamiglia di Ornica, risoluti a porre fine a quelle crudeltà, si riunirono in assemblea e decisero di inviare tre loro rappresentanti a Venezia per chiedere aiuto al governo lagunare. Non passò molto tempo che i forestieri si presentarono armati di tutto punto per dar corso alle solite prepotenze, ma questa volta trovarono pane per i loro denti. Furono investiti da una valanga di fuoco che li distrusse assieme al loro impianto, facendo sparire in breve ogni cosa. Così del forno maledetto si sono perse le tracce, ma il nome dato alla Valle d’Inferno è rimasto fino ad oggi.
Geografia e paesaggio
La valle si sviluppa tra boschi di conifere, pascoli e baite alpine.
Dal fondovalle di Ornica si sale passando per strutture come Baita Costa, Baita Ciarelli e Baita Predoni, fino a raggiungere i pendii più alti, caratterizzati da pietraie e conche glaciali.
Il percorso porta fino alla Bocchetta d’Inferno, a oltre 2.300 metri, e successivamente alla vetta del Pizzo dei Tre Signori, che offre panorami spettacolari sulle Orobie e oltre.
Durante l’inverno la neve trasforma il paesaggio in una distesa silenziosa, mentre in primavera ed estate la valle si colora di fiori alpini e prati verdi.
Natura, flora e fauna
La Val d’Inferno è ricca di biodiversità.
Nei boschi si incontrano abeti, larici e faggi, mentre a quote più alte prevalgono erbe alpine, licheni e muschi.
Tra gli animali è possibile avvistare camosci, stambecchi, marmotte e numerose specie di uccelli rapaci.
L’ambiente, poco antropizzato, conserva un fascino selvaggio che attira naturalisti ed escursionisti.
Escursioni e attività
Il percorso più noto è il sentiero CAI 106, che collega Ornica alla Bocchetta d’Inferno e al Pizzo dei Tre Signori.
Si tratta di un itinerario impegnativo ma molto suggestivo, che attraversa boschi, alpeggi e zone rocciose.
Per chi preferisce passeggiate più leggere, è possibile fermarsi alle baite della parte bassa della valle, ideali per godere del paesaggio senza affrontare dislivelli eccessivi.
In inverno la zona diventa perfetta per ciaspolate ed escursioni con sci alpinismo, mentre in autunno offre spettacolari scenari di foliage.
Atmosfera e suggestioni
Il fascino della Val d’Inferno risiede proprio nel contrasto tra il nome cupo e la bellezza dei suoi paesaggi.
Il silenzio, i panorami mozzafiato e le formazioni rocciose dalle forme insolite, come la celebre “Sfinge”, contribuiscono a creare un ambiente unico.
Al tramonto o nelle giornate di nebbia, la valle assume un aspetto quasi surreale, che spiega perché nel tempo siano nate tante leggende.
Consigli pratici per la visita
- Partenza consigliata: Ornica
- Difficoltà: media/alta, adatta a escursionisti allenati
- Dislivello: circa 1.500 metri fino al Pizzo dei Tre Signori
- Periodo migliore: estate e inizio autunno per trekking ed escursioni; inverno per ciaspolate e scialpinismo
- Attrezzatura: scarponi da trekking, bastoncini, abbigliamento a strati, acqua e cibo, mappa o GPS
La Val d’Inferno in provincia di Bergamo è una destinazione capace di sorprendere con la sua atmosfera misteriosa e i suoi panorami incontaminati.
Luogo di leggende e natura selvaggia, è ideale per chi cerca un’escursione lontana dal turismo di massa, immersa nel silenzio delle Orobie.
Un “inferno” di nome, ma di fatto un paradiso naturale tutto da scoprire.


















































































