Día de los Muertos: 10 Curiosità sulla Festa dei Morti in Messico.

💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il Día de los Muertos, o Giorno dei Morti, è una delle feste più iconiche del Messico. Come in Italia coincide con il 2 novembre, ma i riti iniziano alcuni giorni prima, il 27 ottobre che il giorno dedicato agli animali defunti.
Durante questo periodo, le famiglie si riuniscono per ricordare i propri defunti con allegria, musica e colori.
Le strade, le case e perfino i cimiteri si riempiono di decorazioni e profumi, in un’atmosfera che unisce spiritualità e gioia di vivere.
A differenza di altre ricorrenze simili, il Día de los Muertos non teme la morte: la celebra come parte naturale dell’esistenza.
1 – Non è Halloween
Spesso confuso con Halloween, il Día de los Muertos ha un significato completamente diverso.
Mentre Halloween nasce dall’idea di spiriti malevoli da cui proteggersi, il Giorno dei Morti accoglie con amore gli spiriti dei propri cari, che tornano il 2 novembre a far visita ai vivi.
È una festa di luce e di memoria, non di paura.
2 – Un’origine antica e mesoamericana
Le radici del Día de los Muertos risalgono alle civiltà precolombiane, come Aztechi e Toltechi, che consideravano la morte una fase naturale del ciclo vitale.
Con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, le tradizioni indigene si fusero con le celebrazioni cattoliche del Giorno dei Morti, dando origine a un rito unico e sincretico.
3 – Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO
Nel 2008 l’UNESCO ha inserito il Día de los Muertos nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, riconoscendo la sua importanza come espressione vivente di identità e tradizione.
4 – Una festa sociale e collettiva
Durante i festeggiamenti, le città messicane si riempiono di musica, parate e persone con il volto dipinto da teschi colorati.
Imitare la celebre Calavera Catrina, con i suoi abiti eleganti e cappelli vistosi, è parte del divertimento.
5 – Il significato dell’altare
Il cuore della celebrazione è l’ofrenda, l’altare dedicato ai defunti.
Su di esso vengono posti fiori di calendula, candele, incenso, cibo, fotografie e teschi di zucchero.
Ogni elemento ha un simbolismo preciso: il vento, la terra, il fuoco e l’acqua si uniscono per accogliere gli spiriti nel mondo dei vivi.
6 – I calaveras, simboli di vita e ironia
I calaveras non sono solo teschi: rappresentano la consapevolezza che la morte fa parte della vita.
Sono decorazioni, dolci di zucchero e perfino poesie umoristiche che prendono in giro la morte, ricordandoci di vivere con leggerezza e coraggio.
7 – La Calavera Catrina
Creata dal vignettista José Guadalupe Posada, la Calavera Catrina è diventata l’icona del Día de los Muertos.
Rappresenta una dama scheletrica vestita all’europea, simbolo di uguaglianza tra i vivi e i morti: sotto gli abiti, siamo tutti scheletri.
8 – Il cibo dei morti
Tra le pietanze tipiche troviamo il Pan de Muertos, un dolce soffice decorato con ossa di pasta, e le bevande tradizionali come la pulque e l’atole.
Il cibo non è solo nutrimento, ma un’offerta simbolica per gli spiriti affamati dopo il loro lungo viaggio.
9 – Diverse regioni, diversi riti
Ogni area del Messico celebra la festa in modo unico.
Negli stati del sud, come Oaxaca e Michoacán, le celebrazioni sono particolarmente colorate, mentre nei piccoli villaggi prevale un tono più intimo e spirituale.
10 – Il Día de los Muertos anche in Italia
Anche la comunità messicana in Italia celebra questa ricorrenza.
In molte città si organizzano eventi, mostre e laboratori dedicati alla cultura messicana, portando un tocco di allegria latina anche nel nostro Paese.
Il Día de los Muertos non è una semplice commemorazione, ma una dichiarazione d’amore verso la vita.
Tra colori, profumi e sorrisi, i messicani ricordano che la morte non è una fine, ma un ponte che unisce i mondi.
Vi ricorda qualcosa questo modo di commemorare i defunti? In fondo non è molto diverso da quello che accade in alcune regioni italiane dove i morti “tornano” nella notte tra il 1° e il 2 novembre per portare dolci e regali ai più piccoli della famiglia. A testimonianza che il “velo” che separa il mondo dei vivi da quello dei morti può essere attraversato: dall’amore.
Laura Persico Pezzino
💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il Día de los Muertos, o Giorno dei Morti, è una delle feste più iconiche del Messico. Come in Italia coincide con il 2 novembre, ma i riti iniziano alcuni giorni prima, il 27 ottobre che il giorno dedicato agli animali defunti.
Durante questo periodo, le famiglie si riuniscono per ricordare i propri defunti con allegria, musica e colori.
Le strade, le case e perfino i cimiteri si riempiono di decorazioni e profumi, in un’atmosfera che unisce spiritualità e gioia di vivere.
A differenza di altre ricorrenze simili, il Día de los Muertos non teme la morte: la celebra come parte naturale dell’esistenza.
1 – Non è Halloween
Spesso confuso con Halloween, il Día de los Muertos ha un significato completamente diverso.
Mentre Halloween nasce dall’idea di spiriti malevoli da cui proteggersi, il Giorno dei Morti accoglie con amore gli spiriti dei propri cari, che tornano il 2 novembre a far visita ai vivi.
È una festa di luce e di memoria, non di paura.
2 – Un’origine antica e mesoamericana
Le radici del Día de los Muertos risalgono alle civiltà precolombiane, come Aztechi e Toltechi, che consideravano la morte una fase naturale del ciclo vitale.
Con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, le tradizioni indigene si fusero con le celebrazioni cattoliche del Giorno dei Morti, dando origine a un rito unico e sincretico.
3 – Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO
Nel 2008 l’UNESCO ha inserito il Día de los Muertos nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, riconoscendo la sua importanza come espressione vivente di identità e tradizione.
4 – Una festa sociale e collettiva
Durante i festeggiamenti, le città messicane si riempiono di musica, parate e persone con il volto dipinto da teschi colorati.
Imitare la celebre Calavera Catrina, con i suoi abiti eleganti e cappelli vistosi, è parte del divertimento.
5 – Il significato dell’altare
Il cuore della celebrazione è l’ofrenda, l’altare dedicato ai defunti.
Su di esso vengono posti fiori di calendula, candele, incenso, cibo, fotografie e teschi di zucchero.
Ogni elemento ha un simbolismo preciso: il vento, la terra, il fuoco e l’acqua si uniscono per accogliere gli spiriti nel mondo dei vivi.
6 – I calaveras, simboli di vita e ironia
I calaveras non sono solo teschi: rappresentano la consapevolezza che la morte fa parte della vita.
Sono decorazioni, dolci di zucchero e perfino poesie umoristiche che prendono in giro la morte, ricordandoci di vivere con leggerezza e coraggio.
7 – La Calavera Catrina
Creata dal vignettista José Guadalupe Posada, la Calavera Catrina è diventata l’icona del Día de los Muertos.
Rappresenta una dama scheletrica vestita all’europea, simbolo di uguaglianza tra i vivi e i morti: sotto gli abiti, siamo tutti scheletri.
8 – Il cibo dei morti
Tra le pietanze tipiche troviamo il Pan de Muertos, un dolce soffice decorato con ossa di pasta, e le bevande tradizionali come la pulque e l’atole.
Il cibo non è solo nutrimento, ma un’offerta simbolica per gli spiriti affamati dopo il loro lungo viaggio.
9 – Diverse regioni, diversi riti
Ogni area del Messico celebra la festa in modo unico.
Negli stati del sud, come Oaxaca e Michoacán, le celebrazioni sono particolarmente colorate, mentre nei piccoli villaggi prevale un tono più intimo e spirituale.
10 – Il Día de los Muertos anche in Italia
Anche la comunità messicana in Italia celebra questa ricorrenza.
In molte città si organizzano eventi, mostre e laboratori dedicati alla cultura messicana, portando un tocco di allegria latina anche nel nostro Paese.
Il Día de los Muertos non è una semplice commemorazione, ma una dichiarazione d’amore verso la vita.
Tra colori, profumi e sorrisi, i messicani ricordano che la morte non è una fine, ma un ponte che unisce i mondi.
Vi ricorda qualcosa questo modo di commemorare i defunti? In fondo non è molto diverso da quello che accade in alcune regioni italiane dove i morti “tornano” nella notte tra il 1° e il 2 novembre per portare dolci e regali ai più piccoli della famiglia. A testimonianza che il “velo” che separa il mondo dei vivi da quello dei morti può essere attraversato: dall’amore.
Laura Persico Pezzino


















































































