Epitaffi d’autore. Dorothy Parker, that her dust is very pretty.
Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Dorothy Parker, la penna più tagliente di New York
Nata nel 1893 a Long Branch, nel New Jersey, Dorothy Parker è stata una delle voci più brillanti e caustiche della letteratura americana del Novecento.
Scrittrice, poetessa, critica teatrale e sceneggiatrice, ha legato indissolubilmente il suo nome alla scena intellettuale di New York degli anni ’20.
È stata una delle figure centrali del celebre Algonquin Round Table, il gruppo di letterati che si riuniva all’Algonquin Hotel per battute taglienti e discussioni culturali.
Parker è celebre per il suo umorismo nero, la sua lingua affilata come una lama e una visione lucida, a tratti cinica, del mondo.
Dietro il sorriso ironico, però, si nascondeva una donna fragile, tormentata da depressione e insoddisfazioni affettive.
Morì il 7 giugno 1967 a New York, sola in una camera d’albergo, lasciando le sue ceneri senza destinazione per oltre vent’anni.
Solo nel 2020 i suoi resti hanno trovato una collocazione definitiva nel cimitero di Woodlawn, nel Bronx.
Un luogo scelto non a caso, tra le tombe di altri giganti della cultura americana.
“Leave for her a red young rose,
go your way, and save your pity;
she is happy, for she knows
that her dust is very pretty.”
“Lasciatele una giovane rosa rossa
andate per la vostra strada e risparmiate la pietà
lei è felice, perché sa
che la sua polvere è molto carina”.
L’epitaffio di Dorothy Parker
L’epitaffio inciso sulla lapide di Dorothy Parker è tratto dalla sua poesia Epitaph for a Darling Lady, pubblicata nel 1926 nella raccolta Enough Rope.
Questi versi riflettono perfettamente lo spirito della scrittrice: un mix di eleganza, ironia e consapevolezza della fugacità della vita.
La scelta di questi versi come epitaffio è stata fatta dalla famiglia e dai sostenitori di Parker, desiderosi di onorare la sua eredità poetica.
La lapide, svelata nel 2021, è ornata da un’incisione floreale che richiama un’altra sua poesia, The Evening Primrose, aggiungendo un ulteriore tocco di delicatezza al suo luogo di riposo.
“Scusate la polvere”? Una frase entrata nel mito
Spesso si crede erroneamente che l’epitaffio sulla tomba di Dorothy Parker sia “Scusate la polvere” (Excuse my dust).
In realtà, questa celebre battuta fu da lei scritta negli anni Venti in un articolo in cui veniva chiesto a vari scrittori di comporre il proprio epitaffio ideale.
Con la sua solita arguzia, Parker propose questa frase asciutta e ironica, diventata nel tempo uno dei suoi aforismi più noti.
Nonostante non sia inciso sulla sua lapide, “Excuse my dust” è rimasto nell’immaginario collettivo come un’ulteriore dimostrazione della sua capacità di scherzare persino sulla morte.
Una frase così efficace da essere spesso citata, erroneamente, come il suo epitaffio ufficiale.
Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Dorothy Parker, la penna più tagliente di New York
Nata nel 1893 a Long Branch, nel New Jersey, Dorothy Parker è stata una delle voci più brillanti e caustiche della letteratura americana del Novecento.
Scrittrice, poetessa, critica teatrale e sceneggiatrice, ha legato indissolubilmente il suo nome alla scena intellettuale di New York degli anni ’20.
È stata una delle figure centrali del celebre Algonquin Round Table, il gruppo di letterati che si riuniva all’Algonquin Hotel per battute taglienti e discussioni culturali.
Parker è celebre per il suo umorismo nero, la sua lingua affilata come una lama e una visione lucida, a tratti cinica, del mondo.
Dietro il sorriso ironico, però, si nascondeva una donna fragile, tormentata da depressione e insoddisfazioni affettive.
Morì il 7 giugno 1967 a New York, sola in una camera d’albergo, lasciando le sue ceneri senza destinazione per oltre vent’anni.
Solo nel 2020 i suoi resti hanno trovato una collocazione definitiva nel cimitero di Woodlawn, nel Bronx.
Un luogo scelto non a caso, tra le tombe di altri giganti della cultura americana.
“Leave for her a red young rose,
go your way, and save your pity;
she is happy, for she knows
that her dust is very pretty.”
“Lasciatele una giovane rosa rossa
andate per la vostra strada e risparmiate la pietà
lei è felice, perché sa
che la sua polvere è molto carina”.
L’epitaffio di Dorothy Parker
L’epitaffio inciso sulla lapide di Dorothy Parker è tratto dalla sua poesia Epitaph for a Darling Lady, pubblicata nel 1926 nella raccolta Enough Rope.
Questi versi riflettono perfettamente lo spirito della scrittrice: un mix di eleganza, ironia e consapevolezza della fugacità della vita.
La scelta di questi versi come epitaffio è stata fatta dalla famiglia e dai sostenitori di Parker, desiderosi di onorare la sua eredità poetica.
La lapide, svelata nel 2021, è ornata da un’incisione floreale che richiama un’altra sua poesia, The Evening Primrose, aggiungendo un ulteriore tocco di delicatezza al suo luogo di riposo.
“Scusate la polvere”? Una frase entrata nel mito
Spesso si crede erroneamente che l’epitaffio sulla tomba di Dorothy Parker sia “Scusate la polvere” (Excuse my dust).
In realtà, questa celebre battuta fu da lei scritta negli anni Venti in un articolo in cui veniva chiesto a vari scrittori di comporre il proprio epitaffio ideale.
Con la sua solita arguzia, Parker propose questa frase asciutta e ironica, diventata nel tempo uno dei suoi aforismi più noti.
Nonostante non sia inciso sulla sua lapide, “Excuse my dust” è rimasto nell’immaginario collettivo come un’ulteriore dimostrazione della sua capacità di scherzare persino sulla morte.
Una frase così efficace da essere spesso citata, erroneamente, come il suo epitaffio ufficiale.
