Franca Rame: “Eva”.

Citazioni per il commiato, “Eva” di Franca Rame.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto.
E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Franca Rame, la voce della libertà e della conoscenza
Franca Rame (1929-2013) è una delle figure più intense e coraggiose del teatro italiano.
Attrice, autrice e attivista, insieme al compagno di vita Dario Fo ha saputo unire arte, impegno civile e ironia in una forma di teatro capace di scuotere coscienze e risvegliare pensieri.
Durante i suoi funerali, celebrati davanti al Teatro Strehler di Milano, Dario Fo regalò al pubblico un momento indimenticabile.
Recitò per la prima volta un testo inedito scritto da Franca, ispirato a una sua personale riscrittura della Genesi.
Un racconto che ribalta la narrazione biblica: la prima creatura di Dio non è Adamo, ma Eva.
Una donna che sceglie la conoscenza e l’amore al posto dell’eternità.

Eva
di Franca Rame
Siamo nel Paradiso terrestre. Dio ha creato alberi, fiumi, foreste, animali e anche l’uomo.
O meglio, il primo essere umano ad essere forgiato non è Adamo ma Eva, la femmina!
Che viene al mondo non tratta dalla costola d’Adamo ma modellata dal Creatore in un’argilla fine e delicata.
Un pezzo unico, poi le dà la vita e la parola.
Il tutto “prima” di creare Adamo; tant’è che girando qua e là nel paradiso Eva si lamenta che… della sua razza si ritrovi ad essere l’unica, mentre tutti gli altri animali si trovano già accoppiati e addirittura in branco.
Ma poi eccola incontrare finalmente il suo “maschio”, Adamo, che la guarda preoccupato e sospettoso.
Eva vuol provocarlo e inizia intorno a lui una strana danza fatta di salti, capriole e grida da selvatica… quasi un gioco che Adamo non apprezza.
Teme quella creatura, fugge nella foresta a nascondersi.
Ma viene il momento in cui il Creatore vuole parlare ad entrambe le sue creature.
Manda un Arcangelo a cercarli.
Quello li accompagna davanti a Dio in persona.
L’Eterno li osserva e poi si compiace:
“Mica male! mi siete riusciti… E dire che non ero neanche in giornata!
Voi non lo sapete, ma siete i proprietari assoluti di questo Eden!
E sta a voi decidere cosa farne.”
Poi indica due alberi: uno dona frutti che assicurano l’eternità, l’altro produce semplici mele che offrono conoscenza, sapienza e amore, ma anche la morte.
Dio conclude:
“Pensateci con calma, mi darete la risposta fra qualche giorno.”
“No. Non c’è bisogno di attendere, Padre Nostro!” esclama Eva.
“Per quanto mi riguarda ho già deciso: scelgo l’albero delle mele.
Dell’eternità non mi importa più di tanto.
Invece l’idea di conoscere, sapere, dubitare… mi piace assai!
E poi desidero abbracciare quest’uomo che mi hai donato.
Mi piace! Mi è venuto un gran desiderio di cingermi con lui e farci l’amore.
So già che sarà la fine del mondo!
E se in cambio devo morire, va bene anche quello.
Pur di avere conoscenza, coscienza, dubbi e amore… ben venga anche la morte!”
La scelta di Eva, la voce di Franca
In questa riscrittura luminosa e ribelle, Franca Rame trasforma il mito della creazione in una dichiarazione d’amore per la vita.
Eva non è la causa della colpa, ma la prima donna che sceglie consapevolmente la conoscenza e l’esperienza umana, accettando anche la finitezza.
Nel contesto di un commiato, queste parole diventano un inno alla libertà dell’anima: il coraggio di vivere e di amare, pur sapendo che tutto finirà.
Franca Rame, attraverso Eva, ci insegna che la morte non è una punizione, ma il prezzo naturale della vita piena, della curiosità e della coscienza.
E in questa accettazione serena, il suo messaggio continua a risuonare come un abbraccio eterno a chi resta.
Citazioni per il commiato, “Eva” di Franca Rame.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto.
E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Franca Rame, la voce della libertà e della conoscenza
Franca Rame (1929-2013) è una delle figure più intense e coraggiose del teatro italiano.
Attrice, autrice e attivista, insieme al compagno di vita Dario Fo ha saputo unire arte, impegno civile e ironia in una forma di teatro capace di scuotere coscienze e risvegliare pensieri.
Durante i suoi funerali, celebrati davanti al Teatro Strehler di Milano, Dario Fo regalò al pubblico un momento indimenticabile.
Recitò per la prima volta un testo inedito scritto da Franca, ispirato a una sua personale riscrittura della Genesi.
Un racconto che ribalta la narrazione biblica: la prima creatura di Dio non è Adamo, ma Eva.
Una donna che sceglie la conoscenza e l’amore al posto dell’eternità.

Eva
di Franca Rame
Siamo nel Paradiso terrestre. Dio ha creato alberi, fiumi, foreste, animali e anche l’uomo.
O meglio, il primo essere umano ad essere forgiato non è Adamo ma Eva, la femmina!
Che viene al mondo non tratta dalla costola d’Adamo ma modellata dal Creatore in un’argilla fine e delicata.
Un pezzo unico, poi le dà la vita e la parola.
Il tutto “prima” di creare Adamo; tant’è che girando qua e là nel paradiso Eva si lamenta che… della sua razza si ritrovi ad essere l’unica, mentre tutti gli altri animali si trovano già accoppiati e addirittura in branco.
Ma poi eccola incontrare finalmente il suo “maschio”, Adamo, che la guarda preoccupato e sospettoso.
Eva vuol provocarlo e inizia intorno a lui una strana danza fatta di salti, capriole e grida da selvatica… quasi un gioco che Adamo non apprezza.
Teme quella creatura, fugge nella foresta a nascondersi.
Ma viene il momento in cui il Creatore vuole parlare ad entrambe le sue creature.
Manda un Arcangelo a cercarli.
Quello li accompagna davanti a Dio in persona.
L’Eterno li osserva e poi si compiace:
“Mica male! mi siete riusciti… E dire che non ero neanche in giornata!
Voi non lo sapete, ma siete i proprietari assoluti di questo Eden!
E sta a voi decidere cosa farne.”
Poi indica due alberi: uno dona frutti che assicurano l’eternità, l’altro produce semplici mele che offrono conoscenza, sapienza e amore, ma anche la morte.
Dio conclude:
“Pensateci con calma, mi darete la risposta fra qualche giorno.”
“No. Non c’è bisogno di attendere, Padre Nostro!” esclama Eva.
“Per quanto mi riguarda ho già deciso: scelgo l’albero delle mele.
Dell’eternità non mi importa più di tanto.
Invece l’idea di conoscere, sapere, dubitare… mi piace assai!
E poi desidero abbracciare quest’uomo che mi hai donato.
Mi piace! Mi è venuto un gran desiderio di cingermi con lui e farci l’amore.
So già che sarà la fine del mondo!
E se in cambio devo morire, va bene anche quello.
Pur di avere conoscenza, coscienza, dubbi e amore… ben venga anche la morte!”
La scelta di Eva, la voce di Franca
In questa riscrittura luminosa e ribelle, Franca Rame trasforma il mito della creazione in una dichiarazione d’amore per la vita.
Eva non è la causa della colpa, ma la prima donna che sceglie consapevolmente la conoscenza e l’esperienza umana, accettando anche la finitezza.
Nel contesto di un commiato, queste parole diventano un inno alla libertà dell’anima: il coraggio di vivere e di amare, pur sapendo che tutto finirà.
Franca Rame, attraverso Eva, ci insegna che la morte non è una punizione, ma il prezzo naturale della vita piena, della curiosità e della coscienza.
E in questa accettazione serena, il suo messaggio continua a risuonare come un abbraccio eterno a chi resta.

















































































