Funerali Emilio Fede. L’ultima sua diretta.

Addio a Emilio Fede: l’ultima diretta di un protagonista della televisione italiana
Un uomo che ha segnato un’epoca
Il 2 settembre 2024, a 94 anni, si è spento Emilio Fede, giornalista e storico direttore del Tg4, uno dei volti più noti e controversi del giornalismo televisivo italiano.
Con lui si chiude un capitolo importante della storia dell’informazione, quello che ha trasformato la televisione in un luogo emotivo, capace di fondere notizia e spettacolo, cronaca e racconto personale.
Fede aveva saputo imprimere al suo modo di fare informazione uno stile unico, che ancora oggi divide ma che nessuno può ignorare.

I funerali a Segrate: tra sobrietà e assenze pesanti
La cerimonia funebre si è tenuta a Milano, nella chiesa di Dio Padre a Segrate, con la presenza di circa 150 persone.
Il clima era raccolto, lontano dai clamori che spesso avevano accompagnato la sua carriera e la sua vita pubblica.
Sul sagrato, accanto a una ventina di giornalisti, erano presenti volontari dei City Angels, carabinieri, poliziotti e vigili urbani.
Un servizio d’ordine mesto, che non doveva contenere folle né proteggere potenti, a testimonianza del tempo che era passato e della fine di una stagione.
La scena, tuttavia, raccontava più attraverso le assenze che le presenze.
Non c’era nessun membro della famiglia Berlusconi, nonostante il legame indissolubile tra Fede e l’universo Mediaset.
Mancavano molti giornalisti che a lui dovevano l’inizio della carriera, così come le celebri “meteorine”, simbolo di un’epoca televisiva segnata dalla spettacolarizzazione dell’informazione.
A ricordarlo, invece, c’erano Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani e Gianfranco Micciché, figure che con Fede avevano condiviso momenti cruciali della politica e della comunicazione italiana.

Le parole dei protagonisti
Dell’Utri ha voluto rendere omaggio definendolo «un giornalista geniale», capace di intuizioni che segnavano la differenza.
Galliani ha ricordato con affetto il primo incontro, quando da una semplice cena nacque la collaborazione che lo avrebbe portato a dirigere il Tg4: «Io cercavo un direttore, lui un editore».
Micciché, da parte sua, ha sottolineato l’influenza politica di Fede, ricordando il celebre risultato elettorale “61 a 0” in Sicilia, a testimonianza di quanto il suo Tg4 fosse incisivo nell’opinione pubblica.
Accanto agli uomini di potere, non sono mancati ex colleghi e amici.
Claudio Brachino ha ricordato che Fede introdusse in Italia il concetto di anchorman: «Senza di lui, Mentana sarebbe arrivato dieci anni dopo».
Paolo Brosio, con tono critico, ha denunciato il silenzio di Mediaset, sostenendo che «la morte dovrebbe essere un giorno di riconciliazione».
Mario Giuliacci, volto familiare delle previsioni meteo, era presente con espressione velata di tristezza, quasi a segnare la fine di una stagione televisiva.

Il dolore della famiglia tra presenze e fratture
In prima fila sedeva la figlia minore Sveva, che ha definito il funerale «l’ultima diretta di papà», sottolineando la cifra di un uomo che visse di televisione fino all’ultimo respiro.
Accanto a lei i figli Ottavia e Guelfo.
Mancava invece la figlia maggiore, Simona, che con un comunicato ha denunciato l’impossibilità di riconciliarsi con il padre, accusando la sorella di averla allontanata negli ultimi due anni.
Parole dure, che hanno riportato alla luce le tensioni familiari mai risolte, anche in un giorno che avrebbe dovuto essere soltanto di raccoglimento.
Tra i fiori che circondavano il feretro, colpiva il cuscino inviato dalle ospiti della RSA di San Felice, dove Fede aveva trascorso gli ultimi anni.
Un gesto semplice e sincero, che parlava più di tante assenze illustri e che testimoniava la vicinanza di chi lo aveva conosciuto nella quotidianità silenziosa degli ultimi giorni.
L’omelia e il commiato
Il celebrante, don Giovanni Cazzaniga, ha ricordato il riavvicinamento alla fede vissuto dal giornalista in casa di riposo: «Ora Emilio ha una diretta con Dio».
Un’immagine potente, che ha dato un senso di continuità alla sua vita fatta di telecamere, riflettori e dirette televisive.
Alla fine della cerimonia, un applauso discreto ha accompagnato l’uscita del feretro.
Un applauso misurato, lontano dalle standing ovation, ma denso di riconoscenza per chi, nel bene e nel male, aveva lasciato un’impronta indelebile nella storia della televisione italiana.


L’ultima destinazione: accanto alla moglie Diana
Le ceneri di Emilio Fede saranno deposte a Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, nella cappella della famiglia De Feo.
Lì riposerà accanto alla moglie Diana De Feo, giornalista e senatrice, scomparsa nel 2021, che lo aveva definito un uomo «discolo» ma che gli fu sempre accanto.
Un ricongiungimento che restituisce un senso di intimità e di pace, dopo una vita vissuta sotto i riflettori e segnata da applausi, polemiche e scandali.
Un’eredità controversa ma indelebile
Emilio Fede non è stato soltanto un giornalista: è stato un fenomeno televisivo, un uomo che ha inventato un modo nuovo di raccontare l’attualità.
Dalla tragedia di Vermicino alla Guerra del Golfo, dalle lacrime in diretta ai monologhi improvvisati, ha trasformato il Tg4 in un laboratorio di comunicazione emotiva, aprendo strade nuove e discutibili, ma di certo innovative.
Criticato, amato, ridicolizzato e persino imitato, ha attraversato il costume italiano con la forza di chi non lasciava indifferenti.
Con lui se ne va l’ultimo testimone di una stagione televisiva irripetibile, fatta di eccessi, di carisma e di passione.
L’applauso finale, misurato ma sincero, è stato il sigillo dell’ultima diretta terrena di Emilio Fede.
Una diretta che ora, come ha detto il sacerdote, continua altrove, davanti a un pubblico che non conosce tempo.
FP
Addio a Emilio Fede: l’ultima diretta di un protagonista della televisione italiana
Un uomo che ha segnato un’epoca
Il 2 settembre 2024, a 94 anni, si è spento Emilio Fede, giornalista e storico direttore del Tg4, uno dei volti più noti e controversi del giornalismo televisivo italiano.
Con lui si chiude un capitolo importante della storia dell’informazione, quello che ha trasformato la televisione in un luogo emotivo, capace di fondere notizia e spettacolo, cronaca e racconto personale.
Fede aveva saputo imprimere al suo modo di fare informazione uno stile unico, che ancora oggi divide ma che nessuno può ignorare.

I funerali a Segrate: tra sobrietà e assenze pesanti
La cerimonia funebre si è tenuta a Milano, nella chiesa di Dio Padre a Segrate, con la presenza di circa 150 persone.
Il clima era raccolto, lontano dai clamori che spesso avevano accompagnato la sua carriera e la sua vita pubblica.
Sul sagrato, accanto a una ventina di giornalisti, erano presenti volontari dei City Angels, carabinieri, poliziotti e vigili urbani.
Un servizio d’ordine mesto, che non doveva contenere folle né proteggere potenti, a testimonianza del tempo che era passato e della fine di una stagione.
La scena, tuttavia, raccontava più attraverso le assenze che le presenze.
Non c’era nessun membro della famiglia Berlusconi, nonostante il legame indissolubile tra Fede e l’universo Mediaset.
Mancavano molti giornalisti che a lui dovevano l’inizio della carriera, così come le celebri “meteorine”, simbolo di un’epoca televisiva segnata dalla spettacolarizzazione dell’informazione.
A ricordarlo, invece, c’erano Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani e Gianfranco Micciché, figure che con Fede avevano condiviso momenti cruciali della politica e della comunicazione italiana.

Le parole dei protagonisti
Dell’Utri ha voluto rendere omaggio definendolo «un giornalista geniale», capace di intuizioni che segnavano la differenza.
Galliani ha ricordato con affetto il primo incontro, quando da una semplice cena nacque la collaborazione che lo avrebbe portato a dirigere il Tg4: «Io cercavo un direttore, lui un editore».
Micciché, da parte sua, ha sottolineato l’influenza politica di Fede, ricordando il celebre risultato elettorale “61 a 0” in Sicilia, a testimonianza di quanto il suo Tg4 fosse incisivo nell’opinione pubblica.
Accanto agli uomini di potere, non sono mancati ex colleghi e amici.
Claudio Brachino ha ricordato che Fede introdusse in Italia il concetto di anchorman: «Senza di lui, Mentana sarebbe arrivato dieci anni dopo».
Paolo Brosio, con tono critico, ha denunciato il silenzio di Mediaset, sostenendo che «la morte dovrebbe essere un giorno di riconciliazione».
Mario Giuliacci, volto familiare delle previsioni meteo, era presente con espressione velata di tristezza, quasi a segnare la fine di una stagione televisiva.

Il dolore della famiglia tra presenze e fratture
In prima fila sedeva la figlia minore Sveva, che ha definito il funerale «l’ultima diretta di papà», sottolineando la cifra di un uomo che visse di televisione fino all’ultimo respiro.
Accanto a lei i figli Ottavia e Guelfo.
Mancava invece la figlia maggiore, Simona, che con un comunicato ha denunciato l’impossibilità di riconciliarsi con il padre, accusando la sorella di averla allontanata negli ultimi due anni.
Parole dure, che hanno riportato alla luce le tensioni familiari mai risolte, anche in un giorno che avrebbe dovuto essere soltanto di raccoglimento.
Tra i fiori che circondavano il feretro, colpiva il cuscino inviato dalle ospiti della RSA di San Felice, dove Fede aveva trascorso gli ultimi anni.
Un gesto semplice e sincero, che parlava più di tante assenze illustri e che testimoniava la vicinanza di chi lo aveva conosciuto nella quotidianità silenziosa degli ultimi giorni.
L’omelia e il commiato
Il celebrante, don Giovanni Cazzaniga, ha ricordato il riavvicinamento alla fede vissuto dal giornalista in casa di riposo: «Ora Emilio ha una diretta con Dio».
Un’immagine potente, che ha dato un senso di continuità alla sua vita fatta di telecamere, riflettori e dirette televisive.
Alla fine della cerimonia, un applauso discreto ha accompagnato l’uscita del feretro.
Un applauso misurato, lontano dalle standing ovation, ma denso di riconoscenza per chi, nel bene e nel male, aveva lasciato un’impronta indelebile nella storia della televisione italiana.


L’ultima destinazione: accanto alla moglie Diana
Le ceneri di Emilio Fede saranno deposte a Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, nella cappella della famiglia De Feo.
Lì riposerà accanto alla moglie Diana De Feo, giornalista e senatrice, scomparsa nel 2021, che lo aveva definito un uomo «discolo» ma che gli fu sempre accanto.
Un ricongiungimento che restituisce un senso di intimità e di pace, dopo una vita vissuta sotto i riflettori e segnata da applausi, polemiche e scandali.
Un’eredità controversa ma indelebile
Emilio Fede non è stato soltanto un giornalista: è stato un fenomeno televisivo, un uomo che ha inventato un modo nuovo di raccontare l’attualità.
Dalla tragedia di Vermicino alla Guerra del Golfo, dalle lacrime in diretta ai monologhi improvvisati, ha trasformato il Tg4 in un laboratorio di comunicazione emotiva, aprendo strade nuove e discutibili, ma di certo innovative.
Criticato, amato, ridicolizzato e persino imitato, ha attraversato il costume italiano con la forza di chi non lasciava indifferenti.
Con lui se ne va l’ultimo testimone di una stagione televisiva irripetibile, fatta di eccessi, di carisma e di passione.
L’applauso finale, misurato ma sincero, è stato il sigillo dell’ultima diretta terrena di Emilio Fede.
Una diretta che ora, come ha detto il sacerdote, continua altrove, davanti a un pubblico che non conosce tempo.
FP



















































































