Il 2 novembre e le “fave dei morti”: dolci della pietas popolare.

💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il 2 novembre e la memoria dei defunti nel Sud Italia
In tutto il Sud Italia, la commemorazione dei defunti è un momento di profonda devozione.
La pietas popolare riserva grande rispetto alle anime del Purgatorio, considerate bisognose di preghiere e gesti di carità.
Secondo un’antica usanza, i fedeli offrivano il cosiddetto “pane dell’anima” ai primi cristiani che, passando di casa in casa, chiedevano cibo in cambio di suffragi per i defunti del donatore.
Questa tradizione unisce fede, solidarietà e memoria, mantenendo vivo un legame invisibile tra i vivi e coloro che non ci sono più.
La leggenda della notte tra l’1 e il 2 novembre
Una leggenda calabrese racconta che, nella notte tra Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, le anime del Purgatorio ascendano verso la luce eterna.
Si dice che fino al 6 gennaio, giorno dell’Epifania, queste anime possano contemplare la visione della Trinità.
Durante quella notte magica, le barriere tra i mondi si dissolvono, rendendo possibile il contatto con l’aldilà.
Le famiglie accendono fiaccole e lumi alle finestre per illuminare il cammino delle anime.
In molte case si preparano vivande e dolci speciali, simboli di accoglienza e memoria, per offrire ristoro ai defunti dopo il lungo viaggio.
Le “fave dei morti”: un dolce sacro e simbolico
In Calabria, il 2 novembre è legato a una tradizione antichissima: la preparazione delle fave dei morti.
Oggi sono deliziosi biscotti di mandorla, ma un tempo venivano preparati con vere fave, considerate sacre ai defunti fin dall’epoca magnogreca.
Le loro lunghe radici rappresentavano il legame con l’aldilà, mentre i semi nei baccelli simboleggiavano le anime in attesa di rinascita.
Con il tempo, la mandorla ha sostituito la fava, dando origine a una pasticceria raffinata che influenzerà soprattutto la tradizione siciliana della pasta di mandorla.
La ricetta tradizionale delle fave dei morti
Ingredienti:
150 g di mandorle non pelate
1 uovo
100 g di zucchero
100 g di farina 00
Buccia di mezzo limone
20 g di burro
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di lievito per dolci
Preparazione:
Tritate le mandorle e unitele con zucchero e buccia di limone grattugiata.
Aggiungete l’uovo, il burro, la cannella, la farina e il lievito.
Lavorate l’impasto fino a ottenere una consistenza soda.
Formate dei bastoncini, tagliateli a pezzi e arrotondate ogni porzione.
Cuocete a 170°C per 15 minuti e lasciate riposare in forno spento per altri 10.
Le fave dei morti si gustano tradizionalmente con un bicchiere di vino cotto e si conservano a lungo in scatole di latta, dolce memoria del legame eterno tra vita e aldilà.
Annamaria Persico
Articolo gentilmente concesso da www.reportageonline.it
💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il 2 novembre e la memoria dei defunti nel Sud Italia
In tutto il Sud Italia, la commemorazione dei defunti è un momento di profonda devozione.
La pietas popolare riserva grande rispetto alle anime del Purgatorio, considerate bisognose di preghiere e gesti di carità.
Secondo un’antica usanza, i fedeli offrivano il cosiddetto “pane dell’anima” ai primi cristiani che, passando di casa in casa, chiedevano cibo in cambio di suffragi per i defunti del donatore.
Questa tradizione unisce fede, solidarietà e memoria, mantenendo vivo un legame invisibile tra i vivi e coloro che non ci sono più.
La leggenda della notte tra l’1 e il 2 novembre
Una leggenda calabrese racconta che, nella notte tra Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, le anime del Purgatorio ascendano verso la luce eterna.
Si dice che fino al 6 gennaio, giorno dell’Epifania, queste anime possano contemplare la visione della Trinità.
Durante quella notte magica, le barriere tra i mondi si dissolvono, rendendo possibile il contatto con l’aldilà.
Le famiglie accendono fiaccole e lumi alle finestre per illuminare il cammino delle anime.
In molte case si preparano vivande e dolci speciali, simboli di accoglienza e memoria, per offrire ristoro ai defunti dopo il lungo viaggio.
Le “fave dei morti”: un dolce sacro e simbolico
In Calabria, il 2 novembre è legato a una tradizione antichissima: la preparazione delle fave dei morti.
Oggi sono deliziosi biscotti di mandorla, ma un tempo venivano preparati con vere fave, considerate sacre ai defunti fin dall’epoca magnogreca.
Le loro lunghe radici rappresentavano il legame con l’aldilà, mentre i semi nei baccelli simboleggiavano le anime in attesa di rinascita.
Con il tempo, la mandorla ha sostituito la fava, dando origine a una pasticceria raffinata che influenzerà soprattutto la tradizione siciliana della pasta di mandorla.
La ricetta tradizionale delle fave dei morti
Ingredienti:
150 g di mandorle non pelate
1 uovo
100 g di zucchero
100 g di farina 00
Buccia di mezzo limone
20 g di burro
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di lievito per dolci
Preparazione:
Tritate le mandorle e unitele con zucchero e buccia di limone grattugiata.
Aggiungete l’uovo, il burro, la cannella, la farina e il lievito.
Lavorate l’impasto fino a ottenere una consistenza soda.
Formate dei bastoncini, tagliateli a pezzi e arrotondate ogni porzione.
Cuocete a 170°C per 15 minuti e lasciate riposare in forno spento per altri 10.
Le fave dei morti si gustano tradizionalmente con un bicchiere di vino cotto e si conservano a lungo in scatole di latta, dolce memoria del legame eterno tra vita e aldilà.
Annamaria Persico


















































































