Il mistero dei 796 bambini sepolti senza nome.

A metà luglio 2025 è iniziata una delle operazioni “umanitarie” più significative nella storia recente dell’Irlanda.
A Tuam, nella contea di Galway, hanno preso il via gli scavi nell’ex casa religiosa di Santa Maria delle Suore di Bon Secours.
In questo luogo tra il 1925 e il 1960 sono stati sepolti 796 bambini, molti dei quali neonati.
Sepolti senza lapide, senza nome e senza alcun registro ufficiale, i loro corpi furono nascosti in una vecchia fossa settica, ora diventata simbolo di uno dei capitoli più oscuri del passato irlandese.
Un’indagine iniziata grazie al coraggio di una storica locale
Tutto ha avuto inizio nel 2014 grazie a Catherine Corless, una storica locale che ha condotto un’indagine personale durata anni.
Dai suoi studi è emersa l’assenza totale di documentazione funeraria per quasi 800 bambini deceduti nella struttura.
“Nessun registro, nessun cimitero, nessuna croce”, ha dichiarato Corless, che non ha mai smesso di lottare per la verità, nonostante l’indifferenza iniziale delle istituzioni.
Esumazioni e analisi del DNA: un’operazione lunga e complessa
A più di dieci anni dalla scoperta, gli scavi sono ora ufficialmente iniziati.
Gli esperti, provenienti da diversi Paesi tra cui Regno Unito, Spagna, Colombia, Canada e Stati Uniti, lavoreranno per due anni allo scopo di recuperare e identificare i resti dei bambini.
Sono già stati raccolti campioni di DNA da circa 30 parenti, e il processo di comparazione verrà ampliato nei prossimi mesi per tentare di ricostruire le identità dei piccoli e restituire loro una degna sepoltura.
Il contesto delle cosiddette “case madre e bambino” in Irlanda
La fossa di Tuam non è un caso isolato.
Secondo una commissione nazionale d’inchiesta, sono oltre 9.000 i bambini morti nelle cosiddette “mother and baby homes” tra il 1922 e il 1998, strutture dove 56.000 donne single e 57.000 bambini furono internati.
Queste case, spesso gestite congiuntamente dallo Stato e dalla Chiesa cattolica, erano destinate a donne incinte non sposate, considerate motivo di scandalo.
I figli venivano spesso tolti alle madri e dati in adozione, senza il consenso di queste ultime.
Un lento cammino verso la giustizia e il riconoscimento
La casa delle Suore di Bon Secours fu demolita nel 1972 e sul sito sorse un complesso residenziale.
La fossa settica, però, è rimasta lì.
Solo nel 2022 una legge ha autorizzato le esumazioni, e nel 2023 è stato finalmente nominato un team per guidare le operazioni.
Il ritardo è stato più volte denunciato dalle famiglie, che da anni chiedono verità, giustizia e riconoscimento.
Una battaglia che continua nel nome della dignità
“A questi bambini è stato negato ogni diritto umano durante la vita e anche nella morte”, ha dichiarato Anna Corrigan, i cui due fratelli potrebbero trovarsi nella fossa di Tuam.
Eppure oggi, dopo decenni di silenzi, qualcosa si muove.
Catherine Corless, oggi 71enne, ha affermato con emozione: “Non avrei mai pensato che questo giorno potesse arrivare”.
Grazie alla sua tenacia, i bambini senza nome di Tuan e le loro madri ingiustamente private dei loro diritti, stanno finalmente ricevendo il rispetto che meritano.
Laura Persico Pezzino
A metà luglio 2025 è iniziata una delle operazioni “umanitarie” più significative nella storia recente dell’Irlanda.
A Tuam, nella contea di Galway, hanno preso il via gli scavi nell’ex casa religiosa di Santa Maria delle Suore di Bon Secours.
In questo luogo tra il 1925 e il 1960 sono stati sepolti 796 bambini, molti dei quali neonati.
Sepolti senza lapide, senza nome e senza alcun registro ufficiale, i loro corpi furono nascosti in una vecchia fossa settica, ora diventata simbolo di uno dei capitoli più oscuri del passato irlandese.
Un’indagine iniziata grazie al coraggio di una storica locale
Tutto ha avuto inizio nel 2014 grazie a Catherine Corless, una storica locale che ha condotto un’indagine personale durata anni.
Dai suoi studi è emersa l’assenza totale di documentazione funeraria per quasi 800 bambini deceduti nella struttura.
“Nessun registro, nessun cimitero, nessuna croce”, ha dichiarato Corless, che non ha mai smesso di lottare per la verità, nonostante l’indifferenza iniziale delle istituzioni.
Esumazioni e analisi del DNA: un’operazione lunga e complessa
A più di dieci anni dalla scoperta, gli scavi sono ora ufficialmente iniziati.
Gli esperti, provenienti da diversi Paesi tra cui Regno Unito, Spagna, Colombia, Canada e Stati Uniti, lavoreranno per due anni allo scopo di recuperare e identificare i resti dei bambini.
Sono già stati raccolti campioni di DNA da circa 30 parenti, e il processo di comparazione verrà ampliato nei prossimi mesi per tentare di ricostruire le identità dei piccoli e restituire loro una degna sepoltura.
Il contesto delle cosiddette “case madre e bambino” in Irlanda
La fossa di Tuam non è un caso isolato.
Secondo una commissione nazionale d’inchiesta, sono oltre 9.000 i bambini morti nelle cosiddette “mother and baby homes” tra il 1922 e il 1998, strutture dove 56.000 donne single e 57.000 bambini furono internati.
Queste case, spesso gestite congiuntamente dallo Stato e dalla Chiesa cattolica, erano destinate a donne incinte non sposate, considerate motivo di scandalo.
I figli venivano spesso tolti alle madri e dati in adozione, senza il consenso di queste ultime.
Un lento cammino verso la giustizia e il riconoscimento
La casa delle Suore di Bon Secours fu demolita nel 1972 e sul sito sorse un complesso residenziale.
La fossa settica, però, è rimasta lì.
Solo nel 2022 una legge ha autorizzato le esumazioni, e nel 2023 è stato finalmente nominato un team per guidare le operazioni.
Il ritardo è stato più volte denunciato dalle famiglie, che da anni chiedono verità, giustizia e riconoscimento.
Una battaglia che continua nel nome della dignità
“A questi bambini è stato negato ogni diritto umano durante la vita e anche nella morte”, ha dichiarato Anna Corrigan, i cui due fratelli potrebbero trovarsi nella fossa di Tuam.
Eppure oggi, dopo decenni di silenzi, qualcosa si muove.
Catherine Corless, oggi 71enne, ha affermato con emozione: “Non avrei mai pensato che questo giorno potesse arrivare”.
Grazie alla sua tenacia, i bambini senza nome di Tuan e le loro madri ingiustamente private dei loro diritti, stanno finalmente ricevendo il rispetto che meritano.
Laura Persico Pezzino


















































































