La tradizione russa di commemorare gli animali.

La tradizione russa di commemorare gli animali. La storia di Vaska, il gatto eroe dell’assedio di Leningrado.
Durante il terribile assedio di Leningrado, quando gelo e fame piegavano ogni giorno la popolazione, un gatto di nome Vaska divenne il protettore di una famiglia. Non aveva divise né armi, solo occhi vigili e zampe leggere.
Ogni mattina usciva in cerca di prede, mentre la sua padrona, una donna segnata dalla sofferenza e dalla guerra, lo attendeva stringendo il figlio al petto. Qualunque cosa riportasse — un topo, un uccello o persino poche piume — diventava cibo prezioso, sufficiente a resistere fino al giorno successivo. La sera, dopo la caccia, Vaska si accoccolava vicino alla stufa, condividendo con la famiglia il calore e il silenzio.
L’istinto che salva la vita
Un giorno, prima che le sirene iniziassero a ululare, Vaska si agitò improvvisamente.
Corse avanti e indietro, miagolando con insistenza. La donna comprese il pericolo e portò in fretta la figlia nel sotterraneo. Pochi minuti dopo, le bombe squarciarono il cielo. Ancora una volta, il gatto aveva salvato la loro vita grazie al suo istinto. Durante l’inverno e la primavera, mentre la città era stretta nella morsa della guerra, Vaska continuò a cacciare senza tregua. Magro ma instancabile, offrì ai suoi padroni l’unica speranza di sopravvivenza.
Dopo la guerra, un eroe da onorare
Quando infine l’assedio cessò e Leningrado tornò lentamente a respirare, la donna non smise mai di onorare il suo compagno. Anche con il pane di nuovo sulla tavola, la parte migliore era sempre per lui. Lo accarezzava dolcemente e gli sussurrava: “Tu ci hai salvati.” Per lei e per la figlia, Vaska non era più solo un animale domestico, ma un eroe silenzioso, simbolo di speranza e di resistenza.
Una sepoltura da vero membro della famiglia
La grandezza di Vaska si rivelò anche dopo la sua morte. Il gatto morì nel 1949 e la famiglia volle rendergli onore con una sepoltura degna di un essere umano. Fu adagiato nella terra con una croce che riportava il suo nome completo: Vasily Bugrov. Non era più soltanto un animale, ma un compagno insostituibile, ricordato come salvatore e guardiano silenzioso. La padrona, anni dopo, chiese di riposare accanto a lui, seguita infine dalla figlia. Oggi, i tre giacciono insieme sotto la stessa terra, così come un tempo avevano condiviso la stessa coperta nelle notti più dure dell’assedio.
La tradizione russa di commemorare gli animali
La sepoltura di Vaska riflette una sensibilità presente nella cultura russa, dove gli animali domestici vengono spesso commemorati come membri della famiglia. In molte regioni esistono piccoli cimiteri dedicati agli animali, luoghi di memoria che testimoniano il rispetto e l’amore verso chi ha condiviso la vita quotidiana. La scelta della donna di seppellire Vaska con una croce e di unirsi a lui dopo la morte non fu soltanto un gesto personale, ma anche un atto che rientra in una tradizione di riconoscenza profonda.
Questa usanza, che in Russia ha radici antiche, sottolinea quanto il legame con gli animali vada oltre la sopravvivenza e diventi parte integrante della memoria familiare
Laura Persico Pezzino

La tradizione russa di commemorare gli animali. La storia di Vaska, il gatto eroe dell’assedio di Leningrado.
Durante il terribile assedio di Leningrado, quando gelo e fame piegavano ogni giorno la popolazione, un gatto di nome Vaska divenne il protettore di una famiglia. Non aveva divise né armi, solo occhi vigili e zampe leggere.
Ogni mattina usciva in cerca di prede, mentre la sua padrona, una donna segnata dalla sofferenza e dalla guerra, lo attendeva stringendo il figlio al petto. Qualunque cosa riportasse — un topo, un uccello o persino poche piume — diventava cibo prezioso, sufficiente a resistere fino al giorno successivo. La sera, dopo la caccia, Vaska si accoccolava vicino alla stufa, condividendo con la famiglia il calore e il silenzio.
L’istinto che salva la vita
Un giorno, prima che le sirene iniziassero a ululare, Vaska si agitò improvvisamente.
Corse avanti e indietro, miagolando con insistenza. La donna comprese il pericolo e portò in fretta la figlia nel sotterraneo. Pochi minuti dopo, le bombe squarciarono il cielo. Ancora una volta, il gatto aveva salvato la loro vita grazie al suo istinto. Durante l’inverno e la primavera, mentre la città era stretta nella morsa della guerra, Vaska continuò a cacciare senza tregua. Magro ma instancabile, offrì ai suoi padroni l’unica speranza di sopravvivenza.
Dopo la guerra, un eroe da onorare
Quando infine l’assedio cessò e Leningrado tornò lentamente a respirare, la donna non smise mai di onorare il suo compagno. Anche con il pane di nuovo sulla tavola, la parte migliore era sempre per lui. Lo accarezzava dolcemente e gli sussurrava: “Tu ci hai salvati.” Per lei e per la figlia, Vaska non era più solo un animale domestico, ma un eroe silenzioso, simbolo di speranza e di resistenza.
Una sepoltura da vero membro della famiglia
La grandezza di Vaska si rivelò anche dopo la sua morte. Il gatto morì nel 1949 e la famiglia volle rendergli onore con una sepoltura degna di un essere umano. Fu adagiato nella terra con una croce che riportava il suo nome completo: Vasily Bugrov. Non era più soltanto un animale, ma un compagno insostituibile, ricordato come salvatore e guardiano silenzioso. La padrona, anni dopo, chiese di riposare accanto a lui, seguita infine dalla figlia. Oggi, i tre giacciono insieme sotto la stessa terra, così come un tempo avevano condiviso la stessa coperta nelle notti più dure dell’assedio.
La tradizione russa di commemorare gli animali
La sepoltura di Vaska riflette una sensibilità presente nella cultura russa, dove gli animali domestici vengono spesso commemorati come membri della famiglia. In molte regioni esistono piccoli cimiteri dedicati agli animali, luoghi di memoria che testimoniano il rispetto e l’amore verso chi ha condiviso la vita quotidiana. La scelta della donna di seppellire Vaska con una croce e di unirsi a lui dopo la morte non fu soltanto un gesto personale, ma anche un atto che rientra in una tradizione di riconoscenza profonda.
Questa usanza, che in Russia ha radici antiche, sottolinea quanto il legame con gli animali vada oltre la sopravvivenza e diventi parte integrante della memoria familiare
Laura Persico Pezzino



















































































