Morto Robert Redford: icona del cinema davanti e dietro la cinepresa.

Icona del miglior cinema americano Robert Redford si è spento oggi 16 settembre 2025 a 89 anni.
Un divo davanti e dietro la cinepresa.
Dalla ribellione giovanile alla passione per l’arte
Nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica, in California, Charles Robert Redford Jr. ha vissuto un percorso intenso e sfaccettato.
Il suo carattere irrequieto lo portò a lasciare presto gli studi universitari e a viaggiare per l’Europa, tra lavori saltuari e sogni artistici.
Fu proprio la pittura a condurlo a New York, dove iniziò a studiare scenografia e recitazione, intraprendendo la strada che lo avrebbe reso un simbolo del cinema americano.
L’ascesa di un divo tra Broadway e Hollywood
Robert Redford debuttò a Broadway prima di approdare al grande schermo nel 1962.
Il successo esplose con “A piedi nudi nel parco” (1967), accanto a Jane Fonda, e soprattutto con “Butch Cassidy” (1969), che lo consacrò star internazionale al fianco di Paul Newman.
Negli anni Settanta consolidò il mito con film entrati nella storia del cinema mondiale: “La stangata”, “Come eravamo”, “Il grande Gatsby”, “I tre giorni del Condor” e “Tutti gli uomini del presidente”, che dimostrarono la sua capacità di coniugare fascino divistico e impegno civile.
Con gli anni la sua recitazione matura e si affina.
Arrivano così film brillanti, resi intensi dalla sua interpretazione, come “Proposta indecente” del 1993 diretto da Adrian Lyne basato sull’omonimo romanzo di Jack Engelhard.
E ancora. La memorabile interpretazione in “La mia Africa”, tratto dal romanzo di Karen Blixen, accanto alla favolosa Meryl Streep, due attori in stato di grazia diretti dal gigante della regia Sidney Pollack.

Il regista premiato e il fondatore del Sundance FF
Nel 1980 Redford passò dietro la macchina da presa con “Gente comune”, opera prima che gli valse due Oscar, per miglior film e regia.
Non smise più di dirigere, alternando successi e scelte più personali, come “In mezzo scorre il fiume” e “L’uomo che sussurrava ai cavalli”.
Parallelamente, fondò il Sundance Film Festival, punto di riferimento mondiale per il cinema indipendente, con l’obiettivo di dare spazio a registi emergenti e storie fuori dagli schemi di Hollywood.
La sua visione contribuì a trasformare il cinema americano, rendendolo più vario e coraggioso.
Un Uomo oltre l’Attore
La carriera di Redford non fu solo un susseguirsi di film di culto, ma il riflesso di una personalità impegnata e coerente.
Amante della natura, ambientalista convinto, sostenitore della libertà creativa, Redford ha incarnato un’idea di cinema che univa bellezza estetica e coscienza critica.
Nel 2002 ricevette l’Oscar alla carriera, riconoscimento al suo straordinario contributo artistico e culturale.
Una leggenda non può morire
Con la sua morte, il mondo perde non solo un divo dal fascino intramontabile, ma anche un uomo che ha saputo trasformare la sua notorietà in strumento di cambiamento.
Robert Redford resta un punto di riferimento per generazioni di attori, registi e spettatori che continueranno a ritrovare nelle sue opere il segno di un artista completo, impegnato ma soprattutto libero.
Nota a margine: chi scrive oggi vive la malinconia del saluto a un pezzo di vita che scompare.
Chi scrive onorerà questo saluto guardando, una volta ancora, il film “Come eravamo”. Scenderanno calde lacrime di riconoscenza per quelle emozioni generosamente regalate da chi ha saputo realizzare la magia del cinema. Grazie Robert!
Laura Persico Pezzino

Icona del miglior cinema americano Robert Redford si è spento oggi 16 settembre 2025 a 89 anni.
Un divo davanti e dietro la cinepresa.
Dalla ribellione giovanile alla passione per l’arte
Nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica, in California, Charles Robert Redford Jr. ha vissuto un percorso intenso e sfaccettato.
Il suo carattere irrequieto lo portò a lasciare presto gli studi universitari e a viaggiare per l’Europa, tra lavori saltuari e sogni artistici.
Fu proprio la pittura a condurlo a New York, dove iniziò a studiare scenografia e recitazione, intraprendendo la strada che lo avrebbe reso un simbolo del cinema americano.
L’ascesa di un divo tra Broadway e Hollywood
Robert Redford debuttò a Broadway prima di approdare al grande schermo nel 1962.
Il successo esplose con “A piedi nudi nel parco” (1967), accanto a Jane Fonda, e soprattutto con “Butch Cassidy” (1969), che lo consacrò star internazionale al fianco di Paul Newman.
Negli anni Settanta consolidò il mito con film entrati nella storia del cinema mondiale: “La stangata”, “Come eravamo”, “Il grande Gatsby”, “I tre giorni del Condor” e “Tutti gli uomini del presidente”, che dimostrarono la sua capacità di coniugare fascino divistico e impegno civile.
Con gli anni la sua recitazione matura e si affina.
Arrivano così film brillanti, resi intensi dalla sua interpretazione, come “Proposta indecente” del 1993 diretto da Adrian Lyne basato sull’omonimo romanzo di Jack Engelhard.
E ancora. La memorabile interpretazione in “La mia Africa”, tratto dal romanzo di Karen Blixen, accanto alla favolosa Meryl Streep, due attori in stato di grazia diretti dal gigante della regia Sidney Pollack.

Il regista premiato e il fondatore del Sundance FF
Nel 1980 Redford passò dietro la macchina da presa con “Gente comune”, opera prima che gli valse due Oscar, per miglior film e regia.
Non smise più di dirigere, alternando successi e scelte più personali, come “In mezzo scorre il fiume” e “L’uomo che sussurrava ai cavalli”.
Parallelamente, fondò il Sundance Film Festival, punto di riferimento mondiale per il cinema indipendente, con l’obiettivo di dare spazio a registi emergenti e storie fuori dagli schemi di Hollywood.
La sua visione contribuì a trasformare il cinema americano, rendendolo più vario e coraggioso.
Un Uomo oltre l’Attore
La carriera di Redford non fu solo un susseguirsi di film di culto, ma il riflesso di una personalità impegnata e coerente.
Amante della natura, ambientalista convinto, sostenitore della libertà creativa, Redford ha incarnato un’idea di cinema che univa bellezza estetica e coscienza critica.
Nel 2002 ricevette l’Oscar alla carriera, riconoscimento al suo straordinario contributo artistico e culturale.
Una leggenda non può morire
Con la sua morte, il mondo perde non solo un divo dal fascino intramontabile, ma anche un uomo che ha saputo trasformare la sua notorietà in strumento di cambiamento.
Robert Redford resta un punto di riferimento per generazioni di attori, registi e spettatori che continueranno a ritrovare nelle sue opere il segno di un artista completo, impegnato ma soprattutto libero.
Nota a margine: chi scrive oggi vive la malinconia del saluto a un pezzo di vita che scompare.
Chi scrive onorerà questo saluto guardando, una volta ancora, il film “Come eravamo”. Scenderanno calde lacrime di riconoscenza per quelle emozioni generosamente regalate da chi ha saputo realizzare la magia del cinema. Grazie Robert!
Laura Persico Pezzino


















































































