Resting Reef: quando le ceneri dei defunti rigenerano il mare.

Una rivoluzione sostenibile nel modo di dire addio
Nel Regno Unito sta nascendo una nuova visione della morte, ecologica e profondamente simbolica.
Resting Reef, una startup britannica, propone un’alternativa innovativa alla cremazione tradizionale, trasformando le ceneri dei defunti in sculture marine capaci di ospitare nuova vita.
Un progetto che unisce memoria e rigenerazione, spiritualità e impatto ambientale.
Dalle ceneri alla biodiversità: come funziona Resting Reef
Il processo ideato da Resting Reef parte da un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: mescolare le ceneri umane con gusci di ostriche frantumati, provenienti da scarti alimentari, per creare strutture artificiali simili a piccole barriere coralline.
Queste sculture vengono poi immerse in ambienti marini protetti, dove si trasformano in rifugi per flora e fauna.
Durante uno dei primi test a Bali, Resting Reef ha registrato risultati sorprendenti: un aumento della biodiversità fino a 14 volte superiore rispetto ai fondali vicini, con 84 nuove specie individuate.
Un impatto ecologico notevole che trasforma la memoria del defunto in un atto di cura per il pianeta.
Tulamben: un luogo tra memoria e natura
La sede operativa del progetto si trova a Tulamben, un villaggio del nord di Bali caratterizzato da spiagge vulcaniche e turismo sostenibile.
Qui le sculture commemorative non sono solo strumenti per la vita marina, ma anche luoghi di raccoglimento per le famiglie.
I parenti possono visitare fisicamente i memoriali immersi o conservarne una copia simbolica in superficie, creando un legame tangibile con chi non c’è più.
Un’alternativa verde alla morte: il contesto globale
Il progetto di Resting Reef si inserisce in un settore – quello dei servizi funerari – che fatica ancora ad avviare una vera transizione ecologica.
Solo nel Regno Unito, il comparto genera 158.000 tonnellate di CO₂ all’anno, secondo i dati diffusi dalla stessa startup.
In questo scenario, l’idea di trasformare un momento di perdita in un gesto di rigenerazione rappresenta una nuova frontiera nella “death care industry”.
Quando “oltre” si vive nel mare
Resting Reef non offre soltanto un funerale alternativo, ma un nuovo modo di pensare alla morte come continuità della vita.
Ogni scultura sommersa racconta una storia, custodisce una memoria e, allo stesso tempo, dà casa a nuove creature marine.
Un’idea che unisce ecologia, innovazione e spiritualità, offrendo un’eredità vivente che parla alle generazioni future.
Laura Persico Pezzino
Una rivoluzione sostenibile nel modo di dire addio
Nel Regno Unito sta nascendo una nuova visione della morte, ecologica e profondamente simbolica.
Resting Reef, una startup britannica, propone un’alternativa innovativa alla cremazione tradizionale, trasformando le ceneri dei defunti in sculture marine capaci di ospitare nuova vita.
Un progetto che unisce memoria e rigenerazione, spiritualità e impatto ambientale.
Dalle ceneri alla biodiversità: come funziona Resting Reef
Il processo ideato da Resting Reef parte da un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: mescolare le ceneri umane con gusci di ostriche frantumati, provenienti da scarti alimentari, per creare strutture artificiali simili a piccole barriere coralline.
Queste sculture vengono poi immerse in ambienti marini protetti, dove si trasformano in rifugi per flora e fauna.
Durante uno dei primi test a Bali, Resting Reef ha registrato risultati sorprendenti: un aumento della biodiversità fino a 14 volte superiore rispetto ai fondali vicini, con 84 nuove specie individuate.
Un impatto ecologico notevole che trasforma la memoria del defunto in un atto di cura per il pianeta.
Tulamben: un luogo tra memoria e natura
La sede operativa del progetto si trova a Tulamben, un villaggio del nord di Bali caratterizzato da spiagge vulcaniche e turismo sostenibile.
Qui le sculture commemorative non sono solo strumenti per la vita marina, ma anche luoghi di raccoglimento per le famiglie.
I parenti possono visitare fisicamente i memoriali immersi o conservarne una copia simbolica in superficie, creando un legame tangibile con chi non c’è più.
Un’alternativa verde alla morte: il contesto globale
Il progetto di Resting Reef si inserisce in un settore – quello dei servizi funerari – che fatica ancora ad avviare una vera transizione ecologica.
Solo nel Regno Unito, il comparto genera 158.000 tonnellate di CO₂ all’anno, secondo i dati diffusi dalla stessa startup.
In questo scenario, l’idea di trasformare un momento di perdita in un gesto di rigenerazione rappresenta una nuova frontiera nella “death care industry”.
Quando “oltre” si vive nel mare
Resting Reef non offre soltanto un funerale alternativo, ma un nuovo modo di pensare alla morte come continuità della vita.
Ogni scultura sommersa racconta una storia, custodisce una memoria e, allo stesso tempo, dà casa a nuove creature marine.
Un’idea che unisce ecologia, innovazione e spiritualità, offrendo un’eredità vivente che parla alle generazioni future.
Laura Persico Pezzino



















































































