Valli Bergamasche, 64 sindaci contro la legge regionale: “Così si nega l’ultimo saluto”.

Protesta bipartisan nelle valli bergamasche: chiesta una modifica alla norma che vieta le bare aperte in chiesa.
A Bergamo e nelle valli circostanti si alza un fronte comune contro la legge regionale che, dal 2022, vieta l’esposizione delle salme a bara aperta nei luoghi di culto prima dei funerali.
Ben 64 sindaci del territorio hanno firmato una lettera ufficiale indirizzata alla Regione Lombardia.
Si chiede la modifica del regolamento, ritenuto da molti un ostacolo alla pietà popolare e alle tradizioni locali.
Valli Bergamasche: tradizioni funebri che rischiano di scomparire
Il provvedimento contestato fa riferimento a una legge del 2009, attuata con un regolamento nel 2022, che consente l’esposizione della salma solo in luoghi specifici: abitazioni private, case funerarie, camere mortuarie e obitori comunali.
Secondo l’interpretazione dell’Ats, ribadita in una recente comunicazione ai sindaci, le chiese non possono essere utilizzate per lo stazionamento dei feretri oltre il tempo strettamente necessario ai riti funebri.
Una limitazione che colpisce duramente alcune comunità montane, dove la veglia del defunto in chiesa, anche con la bara aperta, è considerata una parte fondamentale del cordoglio collettivo.
Valli Bergamasche: 64 sindaci uniti per difendere il diritto all’ultimo saluto
L’iniziativa è nata da Susanna Pini, sindaca di Ponteranica, che ha raccolto il sostegno di molti colleghi.
“Tutti i firmatari sono stati contattati con il semplice passaparola” ha dichiarato la Sindaca Pini.
“La nostra non è una battaglia politica ma un’iniziativa apartitica, nata dal desiderio comune di ridare dignità a un momento delicato come l’ultimo saluto.”
La richiesta è stata formalmente inviata alla Commissione Sanità di Regione Lombardia il 20 giugno 2025.
Ed è stata chiesta un’audizione per discutere una possibile revisione del regolamento.
Un confronto tra norme igienico-sanitarie e identità culturale
Il nodo centrale della questione è il bilanciamento tra regole igienico-sanitarie imposte dalla normativa e rispetto delle tradizioni culturali e religiose. Queste ultime ancor oggi caratterizzano molte comunità lombarde.
Per i sindaci firmatari, impedire l’esposizione della salma in chiesa, anche per poche ore, rappresenta un’interferenza ingiustificata nel legame profondo tra le persone e il loro modo di vivere il lutto.
Molti parroci, pur senza esporsi ufficialmente, hanno espresso vicinanza alla causa, riconoscendo il valore umano e spirituale di questi riti.
Regione Lombardia chiamata al dialogo
La palla ora passa alla Regione Lombardia, che dovrà decidere se aprire un tavolo di confronto con i sindaci per valutare eventuali modifiche.
Nel frattempo, il dibattito si allarga anche ad altri territori, dove la legge viene vista come troppo rigida e disconnessa dalla realtà delle piccole comunità.
Una cosa è certa: la battaglia dei 64 sindaci bergamaschi ha dato voce a un bisogno profondo e condiviso, quello di preservare la dignità e l’umanità dei riti funebri che accompagnano, da sempre, le persone nell’ultimo saluto.
Protesta bipartisan nelle valli bergamasche: chiesta una modifica alla norma che vieta le bare aperte in chiesa.
A Bergamo e nelle valli circostanti si alza un fronte comune contro la legge regionale che, dal 2022, vieta l’esposizione delle salme a bara aperta nei luoghi di culto prima dei funerali.
Ben 64 sindaci del territorio hanno firmato una lettera ufficiale indirizzata alla Regione Lombardia.
Si chiede la modifica del regolamento, ritenuto da molti un ostacolo alla pietà popolare e alle tradizioni locali.
Valli Bergamasche: tradizioni funebri che rischiano di scomparire
Il provvedimento contestato fa riferimento a una legge del 2009, attuata con un regolamento nel 2022, che consente l’esposizione della salma solo in luoghi specifici: abitazioni private, case funerarie, camere mortuarie e obitori comunali.
Secondo l’interpretazione dell’Ats, ribadita in una recente comunicazione ai sindaci, le chiese non possono essere utilizzate per lo stazionamento dei feretri oltre il tempo strettamente necessario ai riti funebri.
Una limitazione che colpisce duramente alcune comunità montane, dove la veglia del defunto in chiesa, anche con la bara aperta, è considerata una parte fondamentale del cordoglio collettivo.
Valli Bergamasche: 64 sindaci uniti per difendere il diritto all’ultimo saluto
L’iniziativa è nata da Susanna Pini, sindaca di Ponteranica, che ha raccolto il sostegno di molti colleghi.
“Tutti i firmatari sono stati contattati con il semplice passaparola” ha dichiarato la Sindaca Pini.
“La nostra non è una battaglia politica ma un’iniziativa apartitica, nata dal desiderio comune di ridare dignità a un momento delicato come l’ultimo saluto.”
La richiesta è stata formalmente inviata alla Commissione Sanità di Regione Lombardia il 20 giugno 2025.
Ed è stata chiesta un’audizione per discutere una possibile revisione del regolamento.
Un confronto tra norme igienico-sanitarie e identità culturale
Il nodo centrale della questione è il bilanciamento tra regole igienico-sanitarie imposte dalla normativa e rispetto delle tradizioni culturali e religiose. Queste ultime ancor oggi caratterizzano molte comunità lombarde.
Per i sindaci firmatari, impedire l’esposizione della salma in chiesa, anche per poche ore, rappresenta un’interferenza ingiustificata nel legame profondo tra le persone e il loro modo di vivere il lutto.
Molti parroci, pur senza esporsi ufficialmente, hanno espresso vicinanza alla causa, riconoscendo il valore umano e spirituale di questi riti.
Regione Lombardia chiamata al dialogo
La palla ora passa alla Regione Lombardia, che dovrà decidere se aprire un tavolo di confronto con i sindaci per valutare eventuali modifiche.
Nel frattempo, il dibattito si allarga anche ad altri territori, dove la legge viene vista come troppo rigida e disconnessa dalla realtà delle piccole comunità.
Una cosa è certa: la battaglia dei 64 sindaci bergamaschi ha dato voce a un bisogno profondo e condiviso, quello di preservare la dignità e l’umanità dei riti funebri che accompagnano, da sempre, le persone nell’ultimo saluto.

















































































