17 maggio 2024. Un anno fa ci lasciava Franco Di Mare, il giornalista che ha raccontato il mondo con coraggio e cuore.

Gli inizi di una carriera straordinaria
Franco Di Mare nasce a Napoli il 28 luglio 1955.
Fin da giovane sente il richiamo del giornalismo, una vocazione che segue con determinazione dopo la laurea in Scienze Politiche nella sua città natale.
Dopo varie collaborazioni con testate locali, nel 1991 approda alla Rai.
È al TG2 che inizia il suo viaggio da inviato, raccontando con lucidità e umanità le guerre nei Balcani, i conflitti in Africa e i tumulti in America Centrale.
Una gavetta dura e preziosa, che lo forma come uno dei più apprezzati giornalisti di guerra italiani.
L’inviato che ha raccontato i conflitti del mondo
Per oltre dieci anni Franco Di Mare vive tra zone di guerra e crisi internazionali.
Segue da vicino gli eventi drammatici in Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico, Ruanda, Albania e Algeria.
È sul campo anche durante il primo e il secondo conflitto del Golfo, così come durante i colpi di stato falliti in America Latina.
La sua penna e la sua voce raccontano il dolore e la speranza nei luoghi più martoriati del pianeta.
Franco Di Mare diventa un testimone diretto delle pagine più difficili della storia contemporanea.
La consacrazione tra estero e cronaca nazionale
La sua firma si impone anche sui servizi dedicati alla criminalità organizzata in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.
Tuttavia, è il racconto dell’estero a consacrare definitivamente il suo nome, soprattutto grazie ai reportage sull’11 settembre 2001 e sull’Uragano Katrina.
Intervista leader mondiali come Jacques Chirac e Condoleezza Rice, costruendo un prestigio raro tra i giornalisti italiani.
Dalla guerra ai salotti televisivi: il successo in Rai
Nel 2002 passa al TG1, per poi approdare alla conduzione di Unomattina Estate e, subito dopo, dell’edizione principale di Unomattina.
Dal 2005 al 2009 guida il programma Sabato e Domenica, ottenendo ascolti da record.
Conduce anche eventi speciali istituzionali, diventando una figura di fiducia per il Quirinale.
La sua capacità di comunicare, forgiata negli anni duri da inviato, conquista il pubblico del piccolo schermo.
Dal 2011 è stato membro del Consiglio Direttivo dell’Unicef.
Da conduttore a direttore di rete
Nel 2016 conduce Frontiere, programma di approfondimento in seconda serata su Rai 1.
Torna successivamente a Unomattina, prima di intraprendere il percorso manageriale.
Nel 2019 diventa vicedirettore di Rai 1.
A gennaio 2020 assume la responsabilità dei programmi diurni dell’azienda.
Il 15 maggio 2020 viene nominato direttore di Rai 3, incarico che porta avanti con passione e impegno civile.
Un uomo che ha saputo reinventarsi, rimanendo sempre fedele alla missione dell’informazione libera e responsabile.
Franco Di Mare scrittore: il giornalismo incontra la letteratura
La sua esperienza si riflette anche nei libri, pubblicati principalmente con Rizzoli.
Tra i suoi romanzi ricordiamo Non chiedere perché in cui racconta con uno stile personale e incisivo la sua esperienza di cronista di guerra e, soprattutto, l’incontro, in un orfanotrofio dei Balcani, con la bambina che poi diventerà sua figlia.
Nel 2012 esce Il Paradiso dei Diavoli, romanzo potente, doloroso inno d’amore a Napoli e anche racconto mozzafiato delle eterne contraddizioni di una città bellissima e malefica insieme.
Attraverso la scrittura, Franco Di Mare riesce a trasmettere emozioni profonde, nate dall’esperienza diretta con le vite spezzate che ha incontrato nel mondo.
Vita privata e il “coraggio” della malattia
Nel 1997 sposa Alessandra, con cui adotta una bambina bosniaca, Stella.
Dopo la fine del matrimonio, si lega a Giulia Berdini.
Uomo schietto, capace di prendere posizioni anche scomode, nel 2021 si trova al centro di un’accesa polemica con Fedez durante il Concerto del Primo Maggio.
Nell’aprile 2024, con coraggio e dignità, Franco Di Mare annuncia di essere affetto da un tumore incurabile. Nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” racconta della sua malattia (un mesotelioma n.d.r.) e attacca duramente la dirigenza Rai. Spiega lucidamente e senza pietismi come l’Azienda, alla quale ha dedicato il suo lavoro, l’abbia abbandonato in un “silenzio ripugnante”.
Pochi giorni dopo, il 17 maggio 2024, si spegne nella sua casa di Roma all’età di 68 anni.
Franco Di Mare: quello che resta di un grande giornalista
Franco Di Mare lascia la traccia tangibile di un giornalismo di alto livello. E non solo.
Lascia la traccia di un uomo che ha vissuto la notizia, che ha dato voce agli ultimi e ha saputo trasformare la cronaca in testimonianza umana.
Il suo sorriso, la sua voce pacata e il suo sguardo intenso rimarranno impressi nel ricordo di chi crede ancora in un’informazione onesta, empatica e vera.
A chi scrive questo articolo resta il ricordo di una sera d’estate in costiera amalfitana. Una sera di chiacchiere e racconti con un uomo di pensiero e di libertà.
Laura Persico Pezzino
Gli inizi di una carriera straordinaria
Franco Di Mare nasce a Napoli il 28 luglio 1955.
Fin da giovane sente il richiamo del giornalismo, una vocazione che segue con determinazione dopo la laurea in Scienze Politiche nella sua città natale.
Dopo varie collaborazioni con testate locali, nel 1991 approda alla Rai.
È al TG2 che inizia il suo viaggio da inviato, raccontando con lucidità e umanità le guerre nei Balcani, i conflitti in Africa e i tumulti in America Centrale.
Una gavetta dura e preziosa, che lo forma come uno dei più apprezzati giornalisti di guerra italiani.
L’inviato che ha raccontato i conflitti del mondo
Per oltre dieci anni Franco Di Mare vive tra zone di guerra e crisi internazionali.
Segue da vicino gli eventi drammatici in Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico, Ruanda, Albania e Algeria.
È sul campo anche durante il primo e il secondo conflitto del Golfo, così come durante i colpi di stato falliti in America Latina.
La sua penna e la sua voce raccontano il dolore e la speranza nei luoghi più martoriati del pianeta.
Franco Di Mare diventa un testimone diretto delle pagine più difficili della storia contemporanea.
La consacrazione tra estero e cronaca nazionale
La sua firma si impone anche sui servizi dedicati alla criminalità organizzata in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.
Tuttavia, è il racconto dell’estero a consacrare definitivamente il suo nome, soprattutto grazie ai reportage sull’11 settembre 2001 e sull’Uragano Katrina.
Intervista leader mondiali come Jacques Chirac e Condoleezza Rice, costruendo un prestigio raro tra i giornalisti italiani.
Dalla guerra ai salotti televisivi: il successo in Rai
Nel 2002 passa al TG1, per poi approdare alla conduzione di Unomattina Estate e, subito dopo, dell’edizione principale di Unomattina.
Dal 2005 al 2009 guida il programma Sabato e Domenica, ottenendo ascolti da record.
Conduce anche eventi speciali istituzionali, diventando una figura di fiducia per il Quirinale.
La sua capacità di comunicare, forgiata negli anni duri da inviato, conquista il pubblico del piccolo schermo.
Dal 2011 è stato membro del Consiglio Direttivo dell’Unicef.
Da conduttore a direttore di rete
Nel 2016 conduce Frontiere, programma di approfondimento in seconda serata su Rai 1.
Torna successivamente a Unomattina, prima di intraprendere il percorso manageriale.
Nel 2019 diventa vicedirettore di Rai 1.
A gennaio 2020 assume la responsabilità dei programmi diurni dell’azienda.
Il 15 maggio 2020 viene nominato direttore di Rai 3, incarico che porta avanti con passione e impegno civile.
Un uomo che ha saputo reinventarsi, rimanendo sempre fedele alla missione dell’informazione libera e responsabile.
Franco Di Mare scrittore: il giornalismo incontra la letteratura
La sua esperienza si riflette anche nei libri, pubblicati principalmente con Rizzoli.
Tra i suoi romanzi ricordiamo Non chiedere perché in cui racconta con uno stile personale e incisivo la sua esperienza di cronista di guerra e, soprattutto, l’incontro, in un orfanotrofio dei Balcani, con la bambina che poi diventerà sua figlia.
Nel 2012 esce Il Paradiso dei Diavoli, romanzo potente, doloroso inno d’amore a Napoli e anche racconto mozzafiato delle eterne contraddizioni di una città bellissima e malefica insieme.
Attraverso la scrittura, Franco Di Mare riesce a trasmettere emozioni profonde, nate dall’esperienza diretta con le vite spezzate che ha incontrato nel mondo.
Vita privata e il “coraggio” della malattia
Nel 1997 sposa Alessandra, con cui adotta una bambina bosniaca, Stella.
Dopo la fine del matrimonio, si lega a Giulia Berdini.
Uomo schietto, capace di prendere posizioni anche scomode, nel 2021 si trova al centro di un’accesa polemica con Fedez durante il Concerto del Primo Maggio.
Nell’aprile 2024, con coraggio e dignità, Franco Di Mare annuncia di essere affetto da un tumore incurabile. Nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” racconta della sua malattia (un mesotelioma n.d.r.) e attacca duramente la dirigenza Rai. Spiega lucidamente e senza pietismi come l’Azienda, alla quale ha dedicato il suo lavoro, l’abbia abbandonato in un “silenzio ripugnante”.
Pochi giorni dopo, il 17 maggio 2024, si spegne nella sua casa di Roma all’età di 68 anni.
Franco Di Mare: quello che resta di un grande giornalista
Franco Di Mare lascia la traccia tangibile di un giornalismo di alto livello. E non solo.
Lascia la traccia di un uomo che ha vissuto la notizia, che ha dato voce agli ultimi e ha saputo trasformare la cronaca in testimonianza umana.
Il suo sorriso, la sua voce pacata e il suo sguardo intenso rimarranno impressi nel ricordo di chi crede ancora in un’informazione onesta, empatica e vera.
A chi scrive questo articolo resta il ricordo di una sera d’estate in costiera amalfitana. Una sera di chiacchiere e racconti con un uomo di pensiero e di libertà.
Laura Persico Pezzino