19 giugno 1918 Muore Francesco Baracca, l’asso dell’aviazione italiana.

Francesco Baracca muore il 19 giugno 1918 a Nervesa della Battaglia.
Ha 30 anni.
È già un’icona.
Il suo cavallino rampante, dipinto sul fianco del suo aereo, diventerà il simbolo di un altro mito italiano: la Ferrari.
Ma prima ancora è il marchio personale di un uomo che ha vissuto con l’aria negli occhi e il cielo come orizzonte.
Dall’equitazione al volo
Baracca nasce a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, in una famiglia benestante.
La passione per i cavalli lo accompagna fin dall’adolescenza, ma è con il volo che scopre la sua vera vocazione.
Nel 1907 entra nell’Accademia Militare di Modena e nel 1912 ottiene il brevetto di pilota a Reims, in Francia.
Quando scoppia la Prima guerra mondiale, sceglie l’aviazione: una decisione che lo condurrà alla leggenda.
Diventa il pilota italiano con il maggior numero di vittorie aeree: 34 abbattimenti confermati.
Ma il suo nome non è solo legato ai numeri.
Baracca rappresenta una nuova idea di eroe: disciplinato, colto, coraggioso.
Scrive, riflette, annota.
Parla del volo come di un’esperienza quasi mistica.
Combatte, ma senza mai perdere il rispetto per l’avversario.
Francesco Baracca e il mistero del suo ultimo volo
Il 19 giugno 1918 il suo aereo viene abbattuto durante una missione sul Montello.
Il corpo viene ritrovato giorni dopo.
Ha un colpo di pistola alla tempia: non si saprà mai se si è tolto la vita per non cadere prigioniero.
Francesco Baracca viene sepolto nel cimitero di Lugo.
Oggi riposa nel Sacrario a lui dedicato, all’interno del Museo Francesco Baracca, nella sua città natale.
Francesco Baracca muore il 19 giugno 1918 a Nervesa della Battaglia.
Ha 30 anni.
È già un’icona.
Il suo cavallino rampante, dipinto sul fianco del suo aereo, diventerà il simbolo di un altro mito italiano: la Ferrari.
Ma prima ancora è il marchio personale di un uomo che ha vissuto con l’aria negli occhi e il cielo come orizzonte.
Dall’equitazione al volo
Baracca nasce a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, in una famiglia benestante.
La passione per i cavalli lo accompagna fin dall’adolescenza, ma è con il volo che scopre la sua vera vocazione.
Nel 1907 entra nell’Accademia Militare di Modena e nel 1912 ottiene il brevetto di pilota a Reims, in Francia.
Quando scoppia la Prima guerra mondiale, sceglie l’aviazione: una decisione che lo condurrà alla leggenda.
Diventa il pilota italiano con il maggior numero di vittorie aeree: 34 abbattimenti confermati.
Ma il suo nome non è solo legato ai numeri.
Baracca rappresenta una nuova idea di eroe: disciplinato, colto, coraggioso.
Scrive, riflette, annota.
Parla del volo come di un’esperienza quasi mistica.
Combatte, ma senza mai perdere il rispetto per l’avversario.
Francesco Baracca e il mistero del suo ultimo volo
Il 19 giugno 1918 il suo aereo viene abbattuto durante una missione sul Montello.
Il corpo viene ritrovato giorni dopo.
Ha un colpo di pistola alla tempia: non si saprà mai se si è tolto la vita per non cadere prigioniero.
Francesco Baracca viene sepolto nel cimitero di Lugo.
Oggi riposa nel Sacrario a lui dedicato, all’interno del Museo Francesco Baracca, nella sua città natale.