2 giugno. Il senso della Festa della Repubblica Italiana: riflessioni civili e memoria collettiva.

2 giugno 1946. La nascita della Repubblica e il primo voto delle donne
Il 2 giugno 2025 l’Italia celebra i 79 anni della Repubblica.
Era il 1946 quando, con un referendum istituzionale, gli italiani vennero chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica.
Fu un momento epocale per due motivi:
per la fine della monarchia dopo 85 anni di regno
e perché, per la prima volta nella storia, votarono anche le donne.
L’affluenza fu altissima: l’89% degli aventi diritto si recò alle urne.
Vinse la Repubblica con il 54,3% dei voti, contro il 45,7% della monarchia.
Al Nord prevalsero i repubblicani, mentre al Sud vinse la monarchia.
I risultati vennero resi noti il 10 giugno, ma la proclamazione ufficiale avvenne il 18 giugno, dopo le contestazioni sulla scarsa differenza di voti.
Quel giorno, la Corte di Cassazione sancì la nascita della Repubblica Italiana.
In contemporanea si tennero anche le elezioni dell’Assemblea Costituente, incaricata di scrivere la Costituzione.
2 giugno 1946. La prima volta delle donne in politica
Il suffragio universale trasformò il volto della nazione.
Le donne si presentarono alle urne in massa, con percentuali pari o superiori agli uomini, soprattutto nel Sud e nelle isole.
Vennero elette 21 donne all’Assemblea Costituente:
9 comuniste, 9 democristiane, 2 socialiste e una del Fronte dell’Uomo Qualunque.
Molte erano laureate, lavoratrici, insegnanti, intellettuali, provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Queste madri costituenti furono decisive per i diritti delle donne e le riforme nei decenni successivi.
Il 2 giugno 1946, dunque, non segna solo la vittoria della Repubblica, ma anche l’ingresso della donna nella sfera pubblica e nella costruzione democratica del Paese.
Le celebrazioni del 2 giugno
Ogni anno il 2 giugno si celebra con una grande manifestazione a Roma.
Il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro al Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Segue la tradizionale parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
La prima parata si tenne nel 1948.
Nel 1961 fu eccezionalmente a Torino, prima capitale d’Italia.
Nel 1977, a causa della crisi economica, la festa fu temporaneamente spostata alla prima domenica di giugno.
Dal 2001, grazie a Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato giorno festivo nazionale.
Oggi più che mai: i valori della Costituzione sotto assedio
Nel 2025, la Festa della Repubblica assume un significato ancora più profondo e urgente.
L’atroce femminicidio della giovanissima Martina, uccisa a 14 anni da un ragazzo di 19 del quale si era innamorata, ha scosso le coscienze del Paese.
È un delitto che denuncia una società ancora malata di patriarcato, possesso, violenza sulle donne.
In parallelo, il genocidio in atto contro il popolo palestinese da parte del governo israeliano ci interroga sul senso dell’umanità, della giustizia e dei diritti universali.
Di fronte a simili tragedie, la nostra Costituzione – nata dalla Resistenza e scritta con la memoria viva della guerra e del fascismo – non è un pezzo di carta, ma un patto morale e civile da difendere ogni giorno.
Articoli come il 3 (uguaglianza), il 2 (diritti inviolabili), l’11 (ripudio della guerra) devono tornare a essere bussola della nostra azione pubblica e privata.
Un impegno rinnovato per l’Italia e gli italiani
Celebrando il 2 giugno, dobbiamo rinnovare l’impegno civico.
Riscoprire il senso della Repubblica come bene comune, come progetto fondato sulla legalità, sulla solidarietà e sul rispetto.
È tempo che donne e uomini, istituzioni e cittadini, si assumano la responsabilità di contrastare ogni forma di violenza, discriminazione e indifferenza.
Serve un cambiamento culturale e sociale profondo.
Che riporti l’Italia a essere uno Stato etico e giusto, dove la democrazia è pratica quotidiana, non cerimonia simbolica.
Laura Persico Pezzino
2 giugno 1946. La nascita della Repubblica e il primo voto delle donne
Il 2 giugno 2025 l’Italia celebra i 79 anni della Repubblica.
Era il 1946 quando, con un referendum istituzionale, gli italiani vennero chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica.
Fu un momento epocale per due motivi:
per la fine della monarchia dopo 85 anni di regno
e perché, per la prima volta nella storia, votarono anche le donne.
L’affluenza fu altissima: l’89% degli aventi diritto si recò alle urne.
Vinse la Repubblica con il 54,3% dei voti, contro il 45,7% della monarchia.
Al Nord prevalsero i repubblicani, mentre al Sud vinse la monarchia.
I risultati vennero resi noti il 10 giugno, ma la proclamazione ufficiale avvenne il 18 giugno, dopo le contestazioni sulla scarsa differenza di voti.
Quel giorno, la Corte di Cassazione sancì la nascita della Repubblica Italiana.
In contemporanea si tennero anche le elezioni dell’Assemblea Costituente, incaricata di scrivere la Costituzione.
2 giugno 1946. La prima volta delle donne in politica
Il suffragio universale trasformò il volto della nazione.
Le donne si presentarono alle urne in massa, con percentuali pari o superiori agli uomini, soprattutto nel Sud e nelle isole.
Vennero elette 21 donne all’Assemblea Costituente:
9 comuniste, 9 democristiane, 2 socialiste e una del Fronte dell’Uomo Qualunque.
Molte erano laureate, lavoratrici, insegnanti, intellettuali, provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Queste madri costituenti furono decisive per i diritti delle donne e le riforme nei decenni successivi.
Il 2 giugno 1946, dunque, non segna solo la vittoria della Repubblica, ma anche l’ingresso della donna nella sfera pubblica e nella costruzione democratica del Paese.
Le celebrazioni del 2 giugno
Ogni anno il 2 giugno si celebra con una grande manifestazione a Roma.
Il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro al Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Segue la tradizionale parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
La prima parata si tenne nel 1948.
Nel 1961 fu eccezionalmente a Torino, prima capitale d’Italia.
Nel 1977, a causa della crisi economica, la festa fu temporaneamente spostata alla prima domenica di giugno.
Dal 2001, grazie a Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato giorno festivo nazionale.
Oggi più che mai: i valori della Costituzione sotto assedio
Nel 2025, la Festa della Repubblica assume un significato ancora più profondo e urgente.
L’atroce femminicidio della giovanissima Martina, uccisa a 14 anni da un ragazzo di 19 del quale si era innamorata, ha scosso le coscienze del Paese.
È un delitto che denuncia una società ancora malata di patriarcato, possesso, violenza sulle donne.
In parallelo, il genocidio in atto contro il popolo palestinese da parte del governo israeliano ci interroga sul senso dell’umanità, della giustizia e dei diritti universali.
Di fronte a simili tragedie, la nostra Costituzione – nata dalla Resistenza e scritta con la memoria viva della guerra e del fascismo – non è un pezzo di carta, ma un patto morale e civile da difendere ogni giorno.
Articoli come il 3 (uguaglianza), il 2 (diritti inviolabili), l’11 (ripudio della guerra) devono tornare a essere bussola della nostra azione pubblica e privata.
Un impegno rinnovato per l’Italia e gli italiani
Celebrando il 2 giugno, dobbiamo rinnovare l’impegno civico.
Riscoprire il senso della Repubblica come bene comune, come progetto fondato sulla legalità, sulla solidarietà e sul rispetto.
È tempo che donne e uomini, istituzioni e cittadini, si assumano la responsabilità di contrastare ogni forma di violenza, discriminazione e indifferenza.
Serve un cambiamento culturale e sociale profondo.
Che riporti l’Italia a essere uno Stato etico e giusto, dove la democrazia è pratica quotidiana, non cerimonia simbolica.
Laura Persico Pezzino