3 giugno 2018. La morte di Alessandra Appiano, la voce ironica dell’universo femminile.

Alessandra Appiano nasce ad Asti il 30 maggio 1959.
Giovane e affascinata dal mondo della moda, si trasferisce a Milano per inseguire quel sogno.
Tuttavia, il suo destino la conduce presto verso la scrittura, l’informazione e la narrazione dell’universo femminile.
Negli anni ’90 inizia a lavorare come giornalista e autrice televisiva.
Una carriera brillante e poliedrica, che abbraccia stampa, televisione e letteratura.
Il successo letterario e il Premio Bancarella
Il primo romanzo di Alessandra Appiano risale al 1992.
Ma è nel 2002 che arriva la notorietà con “Amiche di salvataggio”, vincitore del Premio Bancarella.
Un libro che parla di donne, amicizia, resilienza e che diventa il simbolo della sua poetica letteraria.
Scrive in totale undici romanzi, tra cui:
“Più malsani più brutti”,
“Domani ti perdono”,
“Scegli me”,
e l’ultimo, “Ti meriti un amore” (2017).
Il suo stile è ironico, tagliente, ma anche intimo e profondo.
I personaggi femminili che crea sono complessi, veri, fragili e forti al tempo stesso.
Alessandra Appiano: giornalismo, TV e impegno civile
Alessandra collabora con importanti testate, tra cui Donna Moderna e Il Fatto Quotidiano.
In televisione è spesso ospite e opinionista in programmi popolari.
Il suo volto è familiare al pubblico italiano: sorridente, intelligente, empatico.
Al di fuori del lavoro, si impegna attivamente nel sociale.
Diventa Ambasciatrice Oxfam e partecipa ai progetti della Fondazione Exodus con Don Mazzi.
Proprio grazie al suo impegno nel volontariato, nel 2013 riceve dal Comune di Milano l’Ambrogino d’Oro.
Suo è anche il progetto del Mercato della Solidarietà, pensato per aiutare chi vive in condizioni di povertà.
Alessandra Appiano: la fragilità invisibile dietro il successo
Dietro il successo e il sorriso di Alessandra si nasconde una fragilità profonda.
Combatte per anni contro la depressione e la sindrome bipolare.
“La depressione è subdola e più forte di noi se non ci facciamo i conti” scrive in uno dei suoi ultimi interventi pubblici.
Il 3 giugno 2018, a 59 anni, mentre è ricoverata presso l’ospedale San Raffaele di Milano, decide di porre fine alla sua vita.
Esce con la scusa di prendere un caffè e si lascia cadere dall’ottavo piano di un hotel poco distante.
Sul suo corpo restano il braccialetto da degente e l’agocannula della flebo.
Una fine dolorosa, che lascia un vuoto profondo nel mondo della cultura e della comunicazione.
Il ricordo di Alessandra Appiano
Alla sua memoria è stato dedicato il Premio Letterario Alessandra Appiano.
Nel 2021 la Rai ha trasmesso un docufilm curato dal marito, giornalista de Il Fatto Quotidiano, con la voce narrante di Lella Costa.
Nel 1992, Alessandra aveva pubblicato un libro dal titolo emblematico:
“La vita è mia e me la rovino io”.
Un titolo spietatamente profetico.
Ma vogliamo ricordarla per la sua capacità di raccontare le donne come poche altre.
Con verità, con ironia, con amore.
Laura Persico Pezzino
Alessandra Appiano nasce ad Asti il 30 maggio 1959.
Giovane e affascinata dal mondo della moda, si trasferisce a Milano per inseguire quel sogno.
Tuttavia, il suo destino la conduce presto verso la scrittura, l’informazione e la narrazione dell’universo femminile.
Negli anni ’90 inizia a lavorare come giornalista e autrice televisiva.
Una carriera brillante e poliedrica, che abbraccia stampa, televisione e letteratura.
Il successo letterario e il Premio Bancarella
Il primo romanzo di Alessandra Appiano risale al 1992.
Ma è nel 2002 che arriva la notorietà con “Amiche di salvataggio”, vincitore del Premio Bancarella.
Un libro che parla di donne, amicizia, resilienza e che diventa il simbolo della sua poetica letteraria.
Scrive in totale undici romanzi, tra cui:
“Più malsani più brutti”,
“Domani ti perdono”,
“Scegli me”,
e l’ultimo, “Ti meriti un amore” (2017).
Il suo stile è ironico, tagliente, ma anche intimo e profondo.
I personaggi femminili che crea sono complessi, veri, fragili e forti al tempo stesso.
Alessandra Appiano: giornalismo, TV e impegno civile
Alessandra collabora con importanti testate, tra cui Donna Moderna e Il Fatto Quotidiano.
In televisione è spesso ospite e opinionista in programmi popolari.
Il suo volto è familiare al pubblico italiano: sorridente, intelligente, empatico.
Al di fuori del lavoro, si impegna attivamente nel sociale.
Diventa Ambasciatrice Oxfam e partecipa ai progetti della Fondazione Exodus con Don Mazzi.
Proprio grazie al suo impegno nel volontariato, nel 2013 riceve dal Comune di Milano l’Ambrogino d’Oro.
Suo è anche il progetto del Mercato della Solidarietà, pensato per aiutare chi vive in condizioni di povertà.
Alessandra Appiano: la fragilità invisibile dietro il successo
Dietro il successo e il sorriso di Alessandra si nasconde una fragilità profonda.
Combatte per anni contro la depressione e la sindrome bipolare.
“La depressione è subdola e più forte di noi se non ci facciamo i conti” scrive in uno dei suoi ultimi interventi pubblici.
Il 3 giugno 2018, a 59 anni, mentre è ricoverata presso l’ospedale San Raffaele di Milano, decide di porre fine alla sua vita.
Esce con la scusa di prendere un caffè e si lascia cadere dall’ottavo piano di un hotel poco distante.
Sul suo corpo restano il braccialetto da degente e l’agocannula della flebo.
Una fine dolorosa, che lascia un vuoto profondo nel mondo della cultura e della comunicazione.
Il ricordo di Alessandra Appiano
Alla sua memoria è stato dedicato il Premio Letterario Alessandra Appiano.
Nel 2021 la Rai ha trasmesso un docufilm curato dal marito, giornalista de Il Fatto Quotidiano, con la voce narrante di Lella Costa.
Nel 1992, Alessandra aveva pubblicato un libro dal titolo emblematico:
“La vita è mia e me la rovino io”.
Un titolo spietatamente profetico.
Ma vogliamo ricordarla per la sua capacità di raccontare le donne come poche altre.
Con verità, con ironia, con amore.
Laura Persico Pezzino