4 agosto 1875. Muore Hans Christian Andersen.

Un autore senza tempo
Il 4 agosto 1875 muore Hans Christian Andersen, scrittore danese che trasforma la fiaba da racconto popolare a forma d’arte letteraria.
La sua penna regala al mondo personaggi come La sirenetta, Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia.
Ogni racconto custodisce un mondo fragile e struggente, dove il sogno e la sofferenza si intrecciano in profondità inedite per la letteratura dell’infanzia.
Dalle povertà di Odense alla fama mondiale
Hans Christian Andersen nasce il 2 aprile 1805 a Odense, in Danimarca.
Cresce in una famiglia umile: il padre è un calzolaio appassionato di letture, la madre una lavandaia.
Da ragazzo lavora in teatro come comparsa e sarto, ma coltiva il desiderio di scrivere.
Si trasferisce a Copenaghen con una valigia e una manciata di versi. Le sue prime opere teatrali non ottengono successo, ma presto la sua narrativa conquista lettori e critici.
Nel 1835 pubblica la prima raccolta di fiabe: storie che uniscono elementi fantastici a uno sguardo tenero ma impietoso sulla condizione umana. Andersen non scrive solo per bambini, ma per chi sa riconoscere la verità nascosta dietro l’involucro del meraviglioso. Le sue fiabe — come I vestiti nuovi dell’imperatore, La regina delle nevi, Il soldatino di stagno — raccontano la solitudine, il coraggio, la diversità, la morte.
L’eredità di Hans Christian Andersen
Andersen viaggia molto in Europa, incontra scrittori e sovrani, ma rimane un’anima inquieta e solitaria.
L’originalità del suo stile, il lessico semplice e il tono malinconico segnano una rivoluzione nel genere fiabesco.
Le sue storie vengono tradotte in oltre 150 lingue e ispirano artisti, registi e illustratori per generazioni.
La sua figura continua a vivere anche grazie al premio internazionale a lui intitolato, assegnato ogni due anni agli autori e illustratori che meglio proseguono la sua visione.
La morte e l’omaggio finale
Hans Christian Andersen muore il 4 agosto 1875 a Copenaghen, all’età di 70 anni, dopo una lunga malattia.
I funerali si tengono nella capitale danese, dove viene sepolto al cimitero Assistens.
La Danimarca lo saluta come uno dei suoi più grandi figli, ma è il mondo intero a riconoscere nella sua opera una delle voci più poetiche e universali della letteratura.
Un autore senza tempo
Il 4 agosto 1875 muore Hans Christian Andersen, scrittore danese che trasforma la fiaba da racconto popolare a forma d’arte letteraria.
La sua penna regala al mondo personaggi come La sirenetta, Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia.
Ogni racconto custodisce un mondo fragile e struggente, dove il sogno e la sofferenza si intrecciano in profondità inedite per la letteratura dell’infanzia.
Dalle povertà di Odense alla fama mondiale
Hans Christian Andersen nasce il 2 aprile 1805 a Odense, in Danimarca.
Cresce in una famiglia umile: il padre è un calzolaio appassionato di letture, la madre una lavandaia.
Da ragazzo lavora in teatro come comparsa e sarto, ma coltiva il desiderio di scrivere.
Si trasferisce a Copenaghen con una valigia e una manciata di versi. Le sue prime opere teatrali non ottengono successo, ma presto la sua narrativa conquista lettori e critici.
Nel 1835 pubblica la prima raccolta di fiabe: storie che uniscono elementi fantastici a uno sguardo tenero ma impietoso sulla condizione umana. Andersen non scrive solo per bambini, ma per chi sa riconoscere la verità nascosta dietro l’involucro del meraviglioso. Le sue fiabe — come I vestiti nuovi dell’imperatore, La regina delle nevi, Il soldatino di stagno — raccontano la solitudine, il coraggio, la diversità, la morte.
L’eredità di Hans Christian Andersen
Andersen viaggia molto in Europa, incontra scrittori e sovrani, ma rimane un’anima inquieta e solitaria.
L’originalità del suo stile, il lessico semplice e il tono malinconico segnano una rivoluzione nel genere fiabesco.
Le sue storie vengono tradotte in oltre 150 lingue e ispirano artisti, registi e illustratori per generazioni.
La sua figura continua a vivere anche grazie al premio internazionale a lui intitolato, assegnato ogni due anni agli autori e illustratori che meglio proseguono la sua visione.
La morte e l’omaggio finale
Hans Christian Andersen muore il 4 agosto 1875 a Copenaghen, all’età di 70 anni, dopo una lunga malattia.
I funerali si tengono nella capitale danese, dove viene sepolto al cimitero Assistens.
La Danimarca lo saluta come uno dei suoi più grandi figli, ma è il mondo intero a riconoscere nella sua opera una delle voci più poetiche e universali della letteratura.


















































































