Ad Aliano il festival che unisce spettacolo e riflessione sulla morte.

Ad Aliano, piccolo borgo in provincia di Matera, ogni agosto si rinnova un appuntamento unico: il festival “La luna e i calanchi”, ideato e diretto dal poeta e paesologo Franco Arminio.
Dal 19 al 23 agosto 2025 il paese si riempie di poesia, spettacoli, performance artistiche, passeggiate nei suggestivi calanchi, danze, letture e visite ai musei.
È un evento che trasforma il territorio, restituendo nuova vitalità a un luogo che in passato fu simbolo di isolamento e oggi diventa centro di accoglienza e creatività.
L’ispirazione tra i calanchi e la tomba di Carlo Levi
L’idea del festival è nata da un’epifania di Arminio durante una visita alla tomba di Carlo Levi.
In quel silenzio sospeso, circondato dal paesaggio lunare dei calanchi – onde di terra plasmate da vento e pioggia – il poeta intuì che quel terreno ostile alla semina poteva invece essere fertile per lo spirito.
Aliano, luogo d’esilio per Levi, si è così trasformato in un “altrove necessario” dove l’arte e la poesia si intrecciano con la memoria e il senso profondo dell’esistenza.
Un festival che dialoga con la vita e con la morte
“La luna e i calanchi” è anche un invito a riflettere sulla morte e sul tempo.
Molti appuntamenti si svolgono in luoghi simbolici, e l’ultima tappa di alcune giornate è proprio al cimitero di Aliano, all’alba, davanti alla tomba di Carlo Levi.
In questo modo, il festival offre un percorso emotivo che parte dalla vita vissuta nelle strade del borgo per approdare alla contemplazione del limite umano. In tal modo anche il lutto si trasforma in un momento collettivo di meditazione.
Un’esperienza culturale e sensoriale
Il programma non segue un filo tematico rigido: si muove libero tra arti, pensieri e improvvisazioni.
Si parte nel pomeriggio sotto la casa di Levi e si arriva a notte fonda tra letture e musica, fino al silenzio dei calanchi illuminati dalla luna.
Ogni edizione diventa un mosaico di felicità consecutive, in cui vita e morte si sfiorano, fondendo la dimensione artistica a quella spirituale.
Laura Persico Pezzino
Ad Aliano, piccolo borgo in provincia di Matera, ogni agosto si rinnova un appuntamento unico: il festival “La luna e i calanchi”, ideato e diretto dal poeta e paesologo Franco Arminio.
Dal 19 al 23 agosto 2025 il paese si riempie di poesia, spettacoli, performance artistiche, passeggiate nei suggestivi calanchi, danze, letture e visite ai musei.
È un evento che trasforma il territorio, restituendo nuova vitalità a un luogo che in passato fu simbolo di isolamento e oggi diventa centro di accoglienza e creatività.
L’ispirazione tra i calanchi e la tomba di Carlo Levi
L’idea del festival è nata da un’epifania di Arminio durante una visita alla tomba di Carlo Levi.
In quel silenzio sospeso, circondato dal paesaggio lunare dei calanchi – onde di terra plasmate da vento e pioggia – il poeta intuì che quel terreno ostile alla semina poteva invece essere fertile per lo spirito.
Aliano, luogo d’esilio per Levi, si è così trasformato in un “altrove necessario” dove l’arte e la poesia si intrecciano con la memoria e il senso profondo dell’esistenza.
Un festival che dialoga con la vita e con la morte
“La luna e i calanchi” è anche un invito a riflettere sulla morte e sul tempo.
Molti appuntamenti si svolgono in luoghi simbolici, e l’ultima tappa di alcune giornate è proprio al cimitero di Aliano, all’alba, davanti alla tomba di Carlo Levi.
In questo modo, il festival offre un percorso emotivo che parte dalla vita vissuta nelle strade del borgo per approdare alla contemplazione del limite umano. In tal modo anche il lutto si trasforma in un momento collettivo di meditazione.
Un’esperienza culturale e sensoriale
Il programma non segue un filo tematico rigido: si muove libero tra arti, pensieri e improvvisazioni.
Si parte nel pomeriggio sotto la casa di Levi e si arriva a notte fonda tra letture e musica, fino al silenzio dei calanchi illuminati dalla luna.
Ogni edizione diventa un mosaico di felicità consecutive, in cui vita e morte si sfiorano, fondendo la dimensione artistica a quella spirituale.
Laura Persico Pezzino


















































































