È morto Mimmo Jodice, maestro della fotografia.

È morto, a 91 anni, Mimmo Jodice unanimemente considerato tra i più grandi maestri della fotografia italiana e internazionale e pioniere della fotografia d’avanguardia.
Con le sue foto ha saputo trasformare la realtà in poesia visiva, facendo della luce uno strumento di racconto e memoria.
Le origini e la carriera di un maestro dello sguardo
Nato nel Rione Sanità di Napoli, Mimmo Jodice si avvicina alla fotografia negli anni Cinquanta, trasformando presto una curiosità in vocazione artistica.
Negli anni Sessanta emergono le sue prime esposizioni e le collaborazioni con grandi protagonisti dell’arte contemporanea, tra cui Lucio Amelio, Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Alberto Burri.
Il suo lavoro, carico di tensione estetica e riflessione filosofica, esplora la relazione tra tempo, spazio e memoria.
Jodice porta la sua arte nei musei di tutto il mondo, dal Philadelphia Museum of Art nel 1995 alla Maison Européenne de la Photographie nel 1998, consacrandosi come uno dei più influenti autori della fotografia del Novecento.
Napoli e il Mediterraneo: il cuore della sua visione
Al centro del suo sguardo c’è sempre stata Napoli, città amata e osservata senza cliché.
Con la sua macchina fotografica, Jodice ha raccontato la bellezza metafisica del Mediterraneo, le rovine antiche e i volti contemporanei, la luce sospesa e il silenzio dei luoghi.
Il suo lavoro è stato capace di fondere arte e realtà, facendo dialogare la classicità delle forme con la modernità dello sguardo.
Jodice era un uomo mite, riservato, gentile. Fino all’ultimo ha saputo custodire una profonda umanità, serena e composta, nonostante le sofferenze e le incertezze attraversate nel tempo.
LPP
È morto, a 91 anni, Mimmo Jodice unanimemente considerato tra i più grandi maestri della fotografia italiana e internazionale e pioniere della fotografia d’avanguardia.
Con le sue foto ha saputo trasformare la realtà in poesia visiva, facendo della luce uno strumento di racconto e memoria.
Le origini e la carriera di un maestro dello sguardo
Nato nel Rione Sanità di Napoli, Mimmo Jodice si avvicina alla fotografia negli anni Cinquanta, trasformando presto una curiosità in vocazione artistica.
Negli anni Sessanta emergono le sue prime esposizioni e le collaborazioni con grandi protagonisti dell’arte contemporanea, tra cui Lucio Amelio, Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Alberto Burri.
Il suo lavoro, carico di tensione estetica e riflessione filosofica, esplora la relazione tra tempo, spazio e memoria.
Jodice porta la sua arte nei musei di tutto il mondo, dal Philadelphia Museum of Art nel 1995 alla Maison Européenne de la Photographie nel 1998, consacrandosi come uno dei più influenti autori della fotografia del Novecento.
Napoli e il Mediterraneo: il cuore della sua visione
Al centro del suo sguardo c’è sempre stata Napoli, città amata e osservata senza cliché.
Con la sua macchina fotografica, Jodice ha raccontato la bellezza metafisica del Mediterraneo, le rovine antiche e i volti contemporanei, la luce sospesa e il silenzio dei luoghi.
Il suo lavoro è stato capace di fondere arte e realtà, facendo dialogare la classicità delle forme con la modernità dello sguardo.
Jodice era un uomo mite, riservato, gentile. Fino all’ultimo ha saputo custodire una profonda umanità, serena e composta, nonostante le sofferenze e le incertezze attraversate nel tempo.
LPP



















































































