2 ottobre 1968. Muore Marcel Duchamp, maestro dei ready-made.

Un artista che cambia le regole
Marcel Duchamp nasce il 28 luglio 1887 a Blainville-Crevon, in Normandia, in una famiglia che respira pittura e creatività.
Cresce accanto ai fratelli Jacques Villon e Raymond Duchamp-Villon, anch’essi artisti, e si avvicina alla pittura guardando con curiosità alle avanguardie del suo tempo.
Dopo gli inizi influenzati dall’impressionismo e dal cubismo, Duchamp decide di andare oltre i confini tradizionali dell’arte e di provocare lo spettatore con un linguaggio nuovo e destabilizzante.
Dalla pittura ai ready-made
Nel 1912 espone *Nudo che scende le scale n. 2*, opera che scandalizza e lo rende noto a livello internazionale.
Poco dopo, Duchamp abbandona progressivamente la pittura per dedicarsi a un concetto di arte che mette al centro l’idea e non l’esecuzione tecnica.
Nascono così i famosi “ready-made”: oggetti comuni scelti e presentati come opere d’arte.
Tra questi, la ruota di bicicletta montata su uno sgabello, lo scolabottiglie e soprattutto “Fontana”, un orinatoio capovolto del 1917 che diventa simbolo di rottura e di ironia.
Con questi gesti Duchamp apre una strada che porta all’arte concettuale, all’installazione e a molti linguaggi contemporanei.
Marcel Duchamp e l’eredità culturale
Con il suo pensiero, Marcel Duchamp ridefinisce il ruolo dell’artista, trasformandolo in colui che sceglie e interpreta la realtà.
Vive tra Parigi e New York, frequenta i dadaisti e i surrealisti, ma resta sempre indipendente, fedele alla sua ironia e al suo distacco. Tra le sue opere più enigmatiche figura “Étant donnés”, assemblaggio segreto realizzato tra il 1946 e il 1966, svelato solo dopo la sua morte al Philadelphia Museum of Art.
Oggi il suo nome è sinonimo di libertà creativa e di sfida ai canoni estetici, un punto di riferimento imprescindibile per generazioni di artisti.

La morte e il ricordo
Marcel Duchamp muore il 2 ottobre 1968 a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi, all’età di 81 anni.
Viene sepolto nel cimitero di Rouen, accanto ai suoi familiari.
Sulla sua tomba compare un epitaffio che riflette il suo spirito ironico: “D’ailleurs, c’est toujours les autres qui meurent” (“Del resto, sono sempre gli altri che muoiono”).
Una frase che sintetizza perfettamente la leggerezza e la profondità di un uomo che continua a parlare al presente, lasciando in eredità all’arte non solo opere, ma un modo nuovo di guardare al mondo.
Un artista che cambia le regole
Marcel Duchamp nasce il 28 luglio 1887 a Blainville-Crevon, in Normandia, in una famiglia che respira pittura e creatività.
Cresce accanto ai fratelli Jacques Villon e Raymond Duchamp-Villon, anch’essi artisti, e si avvicina alla pittura guardando con curiosità alle avanguardie del suo tempo.
Dopo gli inizi influenzati dall’impressionismo e dal cubismo, Duchamp decide di andare oltre i confini tradizionali dell’arte e di provocare lo spettatore con un linguaggio nuovo e destabilizzante.
Dalla pittura ai ready-made
Nel 1912 espone *Nudo che scende le scale n. 2*, opera che scandalizza e lo rende noto a livello internazionale.
Poco dopo, Duchamp abbandona progressivamente la pittura per dedicarsi a un concetto di arte che mette al centro l’idea e non l’esecuzione tecnica.
Nascono così i famosi “ready-made”: oggetti comuni scelti e presentati come opere d’arte.
Tra questi, la ruota di bicicletta montata su uno sgabello, lo scolabottiglie e soprattutto “Fontana”, un orinatoio capovolto del 1917 che diventa simbolo di rottura e di ironia.
Con questi gesti Duchamp apre una strada che porta all’arte concettuale, all’installazione e a molti linguaggi contemporanei.
Marcel Duchamp e l’eredità culturale
Con il suo pensiero, Marcel Duchamp ridefinisce il ruolo dell’artista, trasformandolo in colui che sceglie e interpreta la realtà.
Vive tra Parigi e New York, frequenta i dadaisti e i surrealisti, ma resta sempre indipendente, fedele alla sua ironia e al suo distacco. Tra le sue opere più enigmatiche figura “Étant donnés”, assemblaggio segreto realizzato tra il 1946 e il 1966, svelato solo dopo la sua morte al Philadelphia Museum of Art.
Oggi il suo nome è sinonimo di libertà creativa e di sfida ai canoni estetici, un punto di riferimento imprescindibile per generazioni di artisti.

La morte e il ricordo
Marcel Duchamp muore il 2 ottobre 1968 a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi, all’età di 81 anni.
Viene sepolto nel cimitero di Rouen, accanto ai suoi familiari.
Sulla sua tomba compare un epitaffio che riflette il suo spirito ironico: “D’ailleurs, c’est toujours les autres qui meurent” (“Del resto, sono sempre gli altri che muoiono”).
Una frase che sintetizza perfettamente la leggerezza e la profondità di un uomo che continua a parlare al presente, lasciando in eredità all’arte non solo opere, ma un modo nuovo di guardare al mondo.


















































































