Cosa accade al nostro cervello quando moriamo?

Cosa succede dopo la morte?
La domanda affascina da secoli filosofi, religiosi e scienziati.
Ora, uno studio condotto da un team della New York University offre una nuova prospettiva sul tema.
Il dottor Sam Parnia e il suo gruppo hanno analizzato l’attività cerebrale di 567 pazienti colpiti da arresto cardiaco e sottoposti a rianimazione cardio-polmonare (RCP), tra il 2017 e il 2020, in strutture mediche degli Stati Uniti e del Regno Unito.
Cosa succede dopo la morte? Attività cerebrale dopo l’arresto cardiaco
Utilizzando l’elettroencefalogramma, i ricercatori hanno rilevato picchi significativi di attività cerebrale nei minuti immediatamente successivi al blocco del cuore.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cervello non si spegne all’istante.
Le cellule cerebrali continuano a funzionare, e in alcuni casi, secondo Parnia, lo fanno in modo persino più intenso.
Un dato sorprendente è che l’esperienza di “morte lucida” si è verificata in circa il 20% dei sopravvissuti.
Un paziente su cinque ha raccontato di aver vissuto qualcosa di più di un semplice black-out.
La “morte lucida”: un viaggio consapevole oltre
La cosiddetta “morte lucida” è definita come uno stato in cui, nonostante l’assenza di segni vitali, una persona è in grado di pensare, sentire ed essere consapevole.
In quelle fasi in cui il corpo risulta clinicamente morto, il cervello sembrerebbe offrire un’apertura a nuove forme di coscienza.
Secondo Parnia, è come se il cervello, liberato dai freni inibitori, spalancasse l’accesso a ricordi e percezioni normalmente inaccessibili.
Non è raro che i soggetti riportino immagini della propria infanzia, sensazioni amplificate o visioni particolari anche a occhi chiusi.
Cosa succede dopo la morte? I racconti dei sopravvissuti
Alla pubblicazione dello studio, molti altri testimoni si sono fatti avanti spontaneamente da ogni parte del mondo per raccontare esperienze simili.
I dettagli cambiano da persona a persona, ma alcuni elementi ricorrono spesso.
C’è chi ricorda una luce calda e accogliente.
Altri descrivono l’emozione di rivedere la propria vita scorrere come un film.
Molti affermano di essersi “staccati dal corpo” e di averlo osservato dall’alto, come se fossero in volo.
Qualcuno racconta di aver provato la gioia e il dolore che aveva causato agli altri nel corso della propria esistenza, come se potesse sentire le emozioni altrui in prima persona.
Al termine di queste esperienze, molti parlano di un ritorno improvviso e consapevole alla vita.
Un secondo battito di ciglia, e tutto ricomincia.
Cosa ci dice davvero la scienza?
Lo studio della NYU non fornisce risposte definitive su cosa ci sia “dopo” la morte.
Tuttavia, apre la strada a una nuova comprensione del cervello umano e della coscienza.
Secondo Parnia, queste esperienze non devono essere liquidate come semplici allucinazioni o fantasie.
Sono piuttosto un segnale del fatto che, in un momento in cui il corpo sembra aver smesso di funzionare, la mente potrebbe ancora essere viva e presente, pronta a raccontare.
LPP
Cosa succede dopo la morte?
La domanda affascina da secoli filosofi, religiosi e scienziati.
Ora, uno studio condotto da un team della New York University offre una nuova prospettiva sul tema.
Il dottor Sam Parnia e il suo gruppo hanno analizzato l’attività cerebrale di 567 pazienti colpiti da arresto cardiaco e sottoposti a rianimazione cardio-polmonare (RCP), tra il 2017 e il 2020, in strutture mediche degli Stati Uniti e del Regno Unito.
Cosa succede dopo la morte? Attività cerebrale dopo l’arresto cardiaco
Utilizzando l’elettroencefalogramma, i ricercatori hanno rilevato picchi significativi di attività cerebrale nei minuti immediatamente successivi al blocco del cuore.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cervello non si spegne all’istante.
Le cellule cerebrali continuano a funzionare, e in alcuni casi, secondo Parnia, lo fanno in modo persino più intenso.
Un dato sorprendente è che l’esperienza di “morte lucida” si è verificata in circa il 20% dei sopravvissuti.
Un paziente su cinque ha raccontato di aver vissuto qualcosa di più di un semplice black-out.
La “morte lucida”: un viaggio consapevole oltre
La cosiddetta “morte lucida” è definita come uno stato in cui, nonostante l’assenza di segni vitali, una persona è in grado di pensare, sentire ed essere consapevole.
In quelle fasi in cui il corpo risulta clinicamente morto, il cervello sembrerebbe offrire un’apertura a nuove forme di coscienza.
Secondo Parnia, è come se il cervello, liberato dai freni inibitori, spalancasse l’accesso a ricordi e percezioni normalmente inaccessibili.
Non è raro che i soggetti riportino immagini della propria infanzia, sensazioni amplificate o visioni particolari anche a occhi chiusi.
Cosa succede dopo la morte? I racconti dei sopravvissuti
Alla pubblicazione dello studio, molti altri testimoni si sono fatti avanti spontaneamente da ogni parte del mondo per raccontare esperienze simili.
I dettagli cambiano da persona a persona, ma alcuni elementi ricorrono spesso.
C’è chi ricorda una luce calda e accogliente.
Altri descrivono l’emozione di rivedere la propria vita scorrere come un film.
Molti affermano di essersi “staccati dal corpo” e di averlo osservato dall’alto, come se fossero in volo.
Qualcuno racconta di aver provato la gioia e il dolore che aveva causato agli altri nel corso della propria esistenza, come se potesse sentire le emozioni altrui in prima persona.
Al termine di queste esperienze, molti parlano di un ritorno improvviso e consapevole alla vita.
Un secondo battito di ciglia, e tutto ricomincia.
Cosa ci dice davvero la scienza?
Lo studio della NYU non fornisce risposte definitive su cosa ci sia “dopo” la morte.
Tuttavia, apre la strada a una nuova comprensione del cervello umano e della coscienza.
Secondo Parnia, queste esperienze non devono essere liquidate come semplici allucinazioni o fantasie.
Sono piuttosto un segnale del fatto che, in un momento in cui il corpo sembra aver smesso di funzionare, la mente potrebbe ancora essere viva e presente, pronta a raccontare.
LPP