In Calabria la Corte Costituzionale apre il mercato alle Imprese Funebri per i trasporti sanitari non urgenti.

Trasporti sanitari non urgenti e imprese funebri: in Calabria la Corte costituzionale ha segnato un importante punto di svolta.
Con la sentenza n. 62 del 2025, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma della Regione Calabria che impediva alle Imprese Funebri di svolgere servizi di Ncc con ambulanza per trasporti non urgenti e programmabili.
Una decisione che abbatte barriere normative e apre nuove prospettive per la libera concorrenza e la tutela della libertà imprenditoriale.
Il nodo normativo: il divieto imposto dalla Calabria
Il caso nasce dall’art. 7, comma 4, della legge regionale n. 48/2019, modificata nel 2023.
Questa norma vietava alle imprese funebri calabresi di operare come Ncc (noleggio con conducente) con ambulanza, anche per servizi non urgenti, cioè trasferimenti programmabili di pazienti.
Il Tar Calabria ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, sostenendo che il divieto ledeva i principi sanciti dagli articoli 3, 4 e 117 della Costituzione, in particolare la libertà di iniziativa economica e il principio di concorrenza.
In Calabria la decisione della Corte: più libertà, più concorrenza
La Corte costituzionale ha accolto il ricorso e fatto una distinzione netta.
Il divieto alle imprese funebri di effettuare trasporti d’emergenza o di soccorso è ritenuto legittimo, perché mira a tutelare la salute e la serenità psicologica di pazienti in condizioni critiche.
Diverso, invece, è il discorso per i trasporti non urgenti e programmabili, come dimissioni ospedaliere o trasferimenti per esami clinici.
In questi casi, secondo la Corte, non esiste alcun rischio per la salute, quindi il divieto rappresenta una barriera ingiustificata alla concorrenza, limitando l’ingresso di nuovi operatori e la libera scelta degli utenti.
Implicazioni per le imprese funebri: nuove opportunità di servizio
La sentenza apre nuove prospettive operative per le imprese funebri, soprattutto in Calabria, ma con potenziali ripercussioni anche in altre regioni italiane.
Potranno ora integrare tra i propri servizi anche il trasporto sanitario non urgente, ampliando il proprio raggio d’azione e contribuendo a rendere il mercato più dinamico ed efficiente.
Questo rappresenta un importante passo verso la liberalizzazione del settore, promuovendo pluralità di offerta e ottimizzazione delle risorse.
Calabria. Più diritti per gli utenti, più spazio per le imprese
La decisione della Consulta non solo rafforza il diritto alla libera impresa, ma risponde anche all’esigenza di garantire maggiore libertà di scelta ai cittadini, soprattutto in contesti dove l’offerta di trasporto sanitario è limitata.
Un segnale forte per tutto il comparto funebre, che si afferma sempre più come attore multifunzionale in un sistema di servizi in continua evoluzione.
LPP
Trasporti sanitari non urgenti e imprese funebri: in Calabria la Corte costituzionale ha segnato un importante punto di svolta.
Con la sentenza n. 62 del 2025, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma della Regione Calabria che impediva alle Imprese Funebri di svolgere servizi di Ncc con ambulanza per trasporti non urgenti e programmabili.
Una decisione che abbatte barriere normative e apre nuove prospettive per la libera concorrenza e la tutela della libertà imprenditoriale.
Il nodo normativo: il divieto imposto dalla Calabria
Il caso nasce dall’art. 7, comma 4, della legge regionale n. 48/2019, modificata nel 2023.
Questa norma vietava alle imprese funebri calabresi di operare come Ncc (noleggio con conducente) con ambulanza, anche per servizi non urgenti, cioè trasferimenti programmabili di pazienti.
Il Tar Calabria ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, sostenendo che il divieto ledeva i principi sanciti dagli articoli 3, 4 e 117 della Costituzione, in particolare la libertà di iniziativa economica e il principio di concorrenza.
In Calabria la decisione della Corte: più libertà, più concorrenza
La Corte costituzionale ha accolto il ricorso e fatto una distinzione netta.
Il divieto alle imprese funebri di effettuare trasporti d’emergenza o di soccorso è ritenuto legittimo, perché mira a tutelare la salute e la serenità psicologica di pazienti in condizioni critiche.
Diverso, invece, è il discorso per i trasporti non urgenti e programmabili, come dimissioni ospedaliere o trasferimenti per esami clinici.
In questi casi, secondo la Corte, non esiste alcun rischio per la salute, quindi il divieto rappresenta una barriera ingiustificata alla concorrenza, limitando l’ingresso di nuovi operatori e la libera scelta degli utenti.
Implicazioni per le imprese funebri: nuove opportunità di servizio
La sentenza apre nuove prospettive operative per le imprese funebri, soprattutto in Calabria, ma con potenziali ripercussioni anche in altre regioni italiane.
Potranno ora integrare tra i propri servizi anche il trasporto sanitario non urgente, ampliando il proprio raggio d’azione e contribuendo a rendere il mercato più dinamico ed efficiente.
Questo rappresenta un importante passo verso la liberalizzazione del settore, promuovendo pluralità di offerta e ottimizzazione delle risorse.
Calabria. Più diritti per gli utenti, più spazio per le imprese
La decisione della Consulta non solo rafforza il diritto alla libera impresa, ma risponde anche all’esigenza di garantire maggiore libertà di scelta ai cittadini, soprattutto in contesti dove l’offerta di trasporto sanitario è limitata.
Un segnale forte per tutto il comparto funebre, che si afferma sempre più come attore multifunzionale in un sistema di servizi in continua evoluzione.
LPP