L’espressione “All’ultima spiaggia”: origini, significato e inquietanti attualità.

9 Giugno 2025 - 12:30--Spazi di Riflessione-

L’espressione “all’ultima spiaggia” (arrivare a, trovarsi a – N.d.A.) è oggi usata in senso figurato nella lingua italiana per indicare una situazione giunta al limite, priva di soluzioni, dove l’unica opzione rimasta rappresenta una speranza estrema.

È una locuzione metaforica che descrive l’esaurimento di ogni altra possibilità, costringendo i protagonisti degli eventi a confidare nell’ultima risorsa disponibile, in un contesto ormai percepito come senza via d’uscita.

 “All’ultima spiaggia”: origine dell’espressione, dal romanzo al grande schermo

La locuzione “all’ultima spiaggia” è piuttosto recente e deriva dalla traduzione italiana del romanzo “On the Beach” dello scrittore anglo-australiano Nevil Shute, pubblicato nel 1957.

Due anni dopo, nel 1959, fu tratto l’omonimo film diretto da Stanley Kramer, con un cast stellare che includeva Ava Gardner, Fred Astaire e Gregory Peck.

Il romanzo e il film appartengono al genere fantapolitico, con una trama di tipo autoritario e post-apocalittico.

Gli eventi sono ambientati in Australia, dopo una guerra nucleare scoppiata a metà degli anni ’60, che ha cancellato la vita nell’emisfero nord. Il fallout radioattivo si estende progressivamente, fino a raggiungere e distruggere anche il resto del pianeta.

Una parte della popolazione, rifugiatasi nell’estremo sud, attende la fine su una spiaggia australiana: la loro ultima speranza.

 “All’ultima spiaggia”: un romanzo che torna a inquietare

Gli avvenimenti di On the Beach si sviluppano tra missioni in sommergibile e drammi umani legati agli ultimi mesi di sopravvivenza dei superstiti.

La versione italiana del romanzo, intitolata “L’ultima spiaggia”, è stata pubblicata nel 1959 in contemporanea all’uscita del film nelle sale italiane.

Per anni è sembrato un romanzo datato, superato dagli sviluppi storici. Ma con il ritorno dello spettro di una guerra nucleare legato ai nuovi disequilibri geopolitici, la sua trama torna drammaticamente attuale.

L’attualità dello scenario: il rischio nucleare oggi

Il presidente Vladimir Putin ha dimostrato di non avere interesse per la pace.

Ha più volte lanciato avvertimenti ai Paesi della NATO e ha criticato un’Europa che considera indebolita dall’era Trump.

Le sue non sono minacce nucleari da sottovalutare.

Se la politica del riarmo convenzionale europeo dovesse urtare l’instabilità territoriale e ideologica della Russia, il rischio che “l’ultima spiaggia” si materializzi diventa più reale.

Potrebbe bastare un effetto domino per innescare l’inizio di un conflitto globale.

Le stime più drammatiche: scenari da apocalisse

Secondo alcuni esperti di guerra nucleare, se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale basata su scambi missilistici, l’umanità potrebbe perdere il 60% della popolazione globale nei primi 72 minuti.

È una immagine raccapricciante, ma basata su dati e simulazioni.

I missili balistici ipersonici a testata multipla colpirebbero i bersagli in meno di mezz’ora, lasciando pochissimo tempo di reazione.

Le grandi potenze di entrambi gli emisferi sarebbero le prime a essere spazzate via, così come i paesi loro alleati.

Dove vedere “On the Beach” oggi

Lo scenario narrato in On the Beach è stato riproposto nel 2000 in un film per la TV diretto da Russell Mulcahy.

Chi volesse conoscere meglio la trama può trovare un riassunto dettagliato su Wikipedia, oppure vedere il trailer su YouTube.

Carlo Mariano Sartoris

*Articolo già pubblicato su Civico20News-La rivista online di Torino

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9 Giugno 2025 - 12:30--Spazi di Riflessione-

L’espressione “all’ultima spiaggia” (arrivare a, trovarsi a – N.d.A.) è oggi usata in senso figurato nella lingua italiana per indicare una situazione giunta al limite, priva di soluzioni, dove l’unica opzione rimasta rappresenta una speranza estrema.

È una locuzione metaforica che descrive l’esaurimento di ogni altra possibilità, costringendo i protagonisti degli eventi a confidare nell’ultima risorsa disponibile, in un contesto ormai percepito come senza via d’uscita.

 “All’ultima spiaggia”: origine dell’espressione, dal romanzo al grande schermo

La locuzione “all’ultima spiaggia” è piuttosto recente e deriva dalla traduzione italiana del romanzo “On the Beach” dello scrittore anglo-australiano Nevil Shute, pubblicato nel 1957.

Due anni dopo, nel 1959, fu tratto l’omonimo film diretto da Stanley Kramer, con un cast stellare che includeva Ava Gardner, Fred Astaire e Gregory Peck.

Il romanzo e il film appartengono al genere fantapolitico, con una trama di tipo autoritario e post-apocalittico.

Gli eventi sono ambientati in Australia, dopo una guerra nucleare scoppiata a metà degli anni ’60, che ha cancellato la vita nell’emisfero nord. Il fallout radioattivo si estende progressivamente, fino a raggiungere e distruggere anche il resto del pianeta.

Una parte della popolazione, rifugiatasi nell’estremo sud, attende la fine su una spiaggia australiana: la loro ultima speranza.

 “All’ultima spiaggia”: un romanzo che torna a inquietare

Gli avvenimenti di On the Beach si sviluppano tra missioni in sommergibile e drammi umani legati agli ultimi mesi di sopravvivenza dei superstiti.

La versione italiana del romanzo, intitolata “L’ultima spiaggia”, è stata pubblicata nel 1959 in contemporanea all’uscita del film nelle sale italiane.

Per anni è sembrato un romanzo datato, superato dagli sviluppi storici. Ma con il ritorno dello spettro di una guerra nucleare legato ai nuovi disequilibri geopolitici, la sua trama torna drammaticamente attuale.

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Se la politica del riarmo convenzionale europeo dovesse urtare l’instabilità territoriale e ideologica della Russia, il rischio che “l’ultima spiaggia” si materializzi diventa più reale.

Potrebbe bastare un effetto domino per innescare l’inizio di un conflitto globale.

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Secondo alcuni esperti di guerra nucleare, se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale basata su scambi missilistici, l’umanità potrebbe perdere il 60% della popolazione globale nei primi 72 minuti.

È una immagine raccapricciante, ma basata su dati e simulazioni.

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