11 giugno 1984. Muore Enrico Berlinguer, la coscienza morale della politica italiana.

Enrico Berlinguer nasce a Sassari il 25 maggio 1922.
Durante l’adolescenza, vive da vicino le tensioni politiche che scuotono l’Italia del regime fascista.
Si avvicina al Partito Comunista Italiano negli anni della Seconda guerra mondiale, in un momento storico in cui schierarsi significa esporsi, rischiare, scegliere con convinzione.
Con uno stile sobrio e un linguaggio chiaro, Berlinguer costruisce un rapporto profondo con gli elettori.
Nel 1972 diventa segretario del PCI, ruolo che ricopre fino alla morte.
Negli anni Settanta, elabora la strategia del “compromesso storico”, cercando un dialogo costruttivo con la Democrazia Cristiana, nel tentativo di superare le divisioni ideologiche e dare stabilità al Paese.
Enrico Berlinguer e la questione morale
Berlinguer non è un uomo di slogan, ma di sostanza.
La sua idea di politica è legata all’onestà personale, alla trasparenza e al rigore etico.
Denuncia pubblicamente la corruzione dei partiti, portando all’attenzione nazionale quella che chiama “la questione morale”.
Nel contesto della Guerra Fredda, prende le distanze dall’Unione Sovietica, condannando apertamente l’invasione della Cecoslovacchia e quella dell’Afghanistan.
Sostiene l’autonomia del comunismo italiano, sempre più distante dal modello sovietico.
Le sue parole arrivano dritte al cuore, senza artifici.
Riesce a mobilitare milioni di persone con la forza della coerenza e con una visione lucida del futuro.
L’ultimo comizio, l’ultimo applauso
Il 7 giugno 1984, mentre parla in Piazza della Frutta a Padova, Berlinguer ha un malore.
Insiste nel portare a termine il comizio, nonostante il dolore.
Quattro giorni dopo, l’11 giugno, muore all’età di 62 anni.
I funerali si svolgono a Roma, accompagnati da un’immensa partecipazione popolare.
Enrico Berlinguer viene sepolto nel cimitero di Prima Porta.
La sua figura resta un punto di riferimento, anche decenni dopo la sua scomparsa.
Uno statista e una personalità morale, la cui integrità che continua ad essere riferimento per la classe politica e la società italiana.
Enrico Berlinguer nasce a Sassari il 25 maggio 1922.
Durante l’adolescenza, vive da vicino le tensioni politiche che scuotono l’Italia del regime fascista.
Si avvicina al Partito Comunista Italiano negli anni della Seconda guerra mondiale, in un momento storico in cui schierarsi significa esporsi, rischiare, scegliere con convinzione.
Con uno stile sobrio e un linguaggio chiaro, Berlinguer costruisce un rapporto profondo con gli elettori.
Nel 1972 diventa segretario del PCI, ruolo che ricopre fino alla morte.
Negli anni Settanta, elabora la strategia del “compromesso storico”, cercando un dialogo costruttivo con la Democrazia Cristiana, nel tentativo di superare le divisioni ideologiche e dare stabilità al Paese.
Enrico Berlinguer e la questione morale
Berlinguer non è un uomo di slogan, ma di sostanza.
La sua idea di politica è legata all’onestà personale, alla trasparenza e al rigore etico.
Denuncia pubblicamente la corruzione dei partiti, portando all’attenzione nazionale quella che chiama “la questione morale”.
Nel contesto della Guerra Fredda, prende le distanze dall’Unione Sovietica, condannando apertamente l’invasione della Cecoslovacchia e quella dell’Afghanistan.
Sostiene l’autonomia del comunismo italiano, sempre più distante dal modello sovietico.
Le sue parole arrivano dritte al cuore, senza artifici.
Riesce a mobilitare milioni di persone con la forza della coerenza e con una visione lucida del futuro.
L’ultimo comizio, l’ultimo applauso
Il 7 giugno 1984, mentre parla in Piazza della Frutta a Padova, Berlinguer ha un malore.
Insiste nel portare a termine il comizio, nonostante il dolore.
Quattro giorni dopo, l’11 giugno, muore all’età di 62 anni.
I funerali si svolgono a Roma, accompagnati da un’immensa partecipazione popolare.
Enrico Berlinguer viene sepolto nel cimitero di Prima Porta.
La sua figura resta un punto di riferimento, anche decenni dopo la sua scomparsa.
Uno statista e una personalità morale, la cui integrità che continua ad essere riferimento per la classe politica e la società italiana.