15 giugno 2019. Muore Franco Zeffirelli, regista sublime tra arte, teatro, cinema e lirica.

Gian Franco Corsi Zeffirelli nasce a Firenze il 12 febbraio 1923.
Fin da giovane, respira l’atmosfera dell’arte: si diploma all’Accademia di Belle Arti della sua città e prosegue gli studi in architettura.
Ma è la prosa a rapirlo davvero.
Nel 1946, inizia a lavorare per Radio Firenze, facendo le sue prime esperienze in ambito teatrale.
Nel frattempo, la passione per il cinema si affaccia con forza.
Nel 1947, debutta come attore in L’onorevole Angelina di Luigi Zampa.
In quello stesso periodo, affianca Luchino Visconti nelle riprese de La terra trema, aprendo un sodalizio che si rivelerà cruciale per la sua formazione.
Una curiosità: il suo cognome avrebbe dovuto essere Zeffiretti, scelto dalla madre in omaggio a un’aria di Mozart.
Un errore all’anagrafe trasformò quel cognome musicale in Zeffirelli, nome che sarebbe diventato celebre in tutto il mondo.
I primi passi nella regia e il successo teatrale
Franco Zeffirelli debutta come regista teatrale nel 1949.Da allora, il teatro diventa uno dei suoi grandi amori.
Collabora con Visconti tra il 1948 e il 1953, curando scenografie per opere di Cechov, Shakespeare e Tennessee Williams.
Nel tempo, si distingue per gli allestimenti raffinati, firmando produzioni memorabili come l’Otello di Shakespeare al Festival di Stratford-on-Avon nel 1961.
Eccelle anche nella regia contemporanea, portando in scena Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee.
Ma è nell’opera lirica che Zeffirelli lascia un segno indelebile.
Le sue regie, affidate alle voci più straordinarie della lirica, sono ancora oggi ricordate.
Tra tutte, restano leggendarie La traviata con Maria Callas e Lucia di Lammermoor con Joan Sutherland.
Franco Zeffirelli e il “suo” cinema
Il suo esordio da regista cinematografico avviene nel 1958 con Camping, una commedia sentimentale.
Ma è con le trasposizioni shakespeariane che Zeffirelli trova la sua cifra stilistica.
La bisbetica domata (1967) e Romeo e Giulietta (1968) sono capolavori di equilibrio tra rigore letterario e bellezza visiva.
Romeo e Giulietta, in particolare, diventa un successo internazionale grazie all’eleganza figurativa e all’autenticità emotiva.
Nel 1972, dirige Fratello sole, sorella luna, un’ode alla spiritualità francescana.
Il film, seppur criticato per un certo lirismo oleografico, conquista il pubblico con la sua atmosfera mistica.
Nel 1977, Zeffirelli firma una delle sue opere più conosciute: Gesù di Nazareth.
Miniserie per la RAI di produzione internazionale, il film si distingue per il ritratto umano e spirituale del Cristo.
Un’opera che segna profondamente la storia del cinema religioso, grazie alla cura dei dettagli e alla sensibilità del racconto.
Nel 1990, torna a Shakespeare con Amleto, affidato a Mel Gibson.
Una versione intensa, tragica e visivamente potente, che conferma la sua maestria nel trasporre i classici sul grande schermo.
Stile, visione e arte del sentimento secondo Franco Zeffirelli
Il cinema di Zeffirelli è dominato da una vena romantica e da una straordinaria attenzione ai dettagli scenici.
Le sue opere non sono mai fredde ricostruzioni.
Sono atti d’amore verso i testi, i personaggi e lo spettatore.
Ogni inquadratura, ogni gesto, ogni luce è parte di un disegno che vuole emozionare.
E ci riesce, sempre.
La sua regia restituisce verità anche ai racconti più noti, con un tocco personale e inconfondibile.
Un ultimo applauso
Franco Zeffirelli si spegne nella sua casa di Roma il 15 giugno 2019, all’età di 96 anni.
I funerali si svolgono nella sua amata Firenze.
Un momento di commiato collettivo, che unisce il mondo dello spettacolo, della politica, del giornalismo e della cultura.
Zeffirelli lascia un patrimonio di opere, allestimenti e film. Negli ultimi mesi di vita fa in tempo a veder nascere la Fondazione Zeffirelli voluta dal Comune di Firenze
Riposa, secondo le sue volontà, nel Cimitero delle Porte Sante a Firenze
Laura Persico Pezzino
Gian Franco Corsi Zeffirelli nasce a Firenze il 12 febbraio 1923.
Fin da giovane, respira l’atmosfera dell’arte: si diploma all’Accademia di Belle Arti della sua città e prosegue gli studi in architettura.
Ma è la prosa a rapirlo davvero.
Nel 1946, inizia a lavorare per Radio Firenze, facendo le sue prime esperienze in ambito teatrale.
Nel frattempo, la passione per il cinema si affaccia con forza.
Nel 1947, debutta come attore in L’onorevole Angelina di Luigi Zampa.
In quello stesso periodo, affianca Luchino Visconti nelle riprese de La terra trema, aprendo un sodalizio che si rivelerà cruciale per la sua formazione.
Una curiosità: il suo cognome avrebbe dovuto essere Zeffiretti, scelto dalla madre in omaggio a un’aria di Mozart.
Un errore all’anagrafe trasformò quel cognome musicale in Zeffirelli, nome che sarebbe diventato celebre in tutto il mondo.
I primi passi nella regia e il successo teatrale
Franco Zeffirelli debutta come regista teatrale nel 1949.Da allora, il teatro diventa uno dei suoi grandi amori.
Collabora con Visconti tra il 1948 e il 1953, curando scenografie per opere di Cechov, Shakespeare e Tennessee Williams.
Nel tempo, si distingue per gli allestimenti raffinati, firmando produzioni memorabili come l’Otello di Shakespeare al Festival di Stratford-on-Avon nel 1961.
Eccelle anche nella regia contemporanea, portando in scena Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee.
Ma è nell’opera lirica che Zeffirelli lascia un segno indelebile.
Le sue regie, affidate alle voci più straordinarie della lirica, sono ancora oggi ricordate.
Tra tutte, restano leggendarie La traviata con Maria Callas e Lucia di Lammermoor con Joan Sutherland.
Franco Zeffirelli e il “suo” cinema
Il suo esordio da regista cinematografico avviene nel 1958 con Camping, una commedia sentimentale.
Ma è con le trasposizioni shakespeariane che Zeffirelli trova la sua cifra stilistica.
La bisbetica domata (1967) e Romeo e Giulietta (1968) sono capolavori di equilibrio tra rigore letterario e bellezza visiva.
Romeo e Giulietta, in particolare, diventa un successo internazionale grazie all’eleganza figurativa e all’autenticità emotiva.
Nel 1972, dirige Fratello sole, sorella luna, un’ode alla spiritualità francescana.
Il film, seppur criticato per un certo lirismo oleografico, conquista il pubblico con la sua atmosfera mistica.
Nel 1977, Zeffirelli firma una delle sue opere più conosciute: Gesù di Nazareth.
Miniserie per la RAI di produzione internazionale, il film si distingue per il ritratto umano e spirituale del Cristo.
Un’opera che segna profondamente la storia del cinema religioso, grazie alla cura dei dettagli e alla sensibilità del racconto.
Nel 1990, torna a Shakespeare con Amleto, affidato a Mel Gibson.
Una versione intensa, tragica e visivamente potente, che conferma la sua maestria nel trasporre i classici sul grande schermo.
Stile, visione e arte del sentimento secondo Franco Zeffirelli
Il cinema di Zeffirelli è dominato da una vena romantica e da una straordinaria attenzione ai dettagli scenici.
Le sue opere non sono mai fredde ricostruzioni.
Sono atti d’amore verso i testi, i personaggi e lo spettatore.
Ogni inquadratura, ogni gesto, ogni luce è parte di un disegno che vuole emozionare.
E ci riesce, sempre.
La sua regia restituisce verità anche ai racconti più noti, con un tocco personale e inconfondibile.
Un ultimo applauso
Franco Zeffirelli si spegne nella sua casa di Roma il 15 giugno 2019, all’età di 96 anni.
I funerali si svolgono nella sua amata Firenze.
Un momento di commiato collettivo, che unisce il mondo dello spettacolo, della politica, del giornalismo e della cultura.
Zeffirelli lascia un patrimonio di opere, allestimenti e film. Negli ultimi mesi di vita fa in tempo a veder nascere la Fondazione Zeffirelli voluta dal Comune di Firenze
Riposa, secondo le sue volontà, nel Cimitero delle Porte Sante a Firenze
Laura Persico Pezzino