16 giugno 2008. Muore Mario Rigoni Stern, lo scrittore del paesaggio interiore.

Mario Rigoni Stern nasce l’1 novembre 1921 ad Asiago, in provincia di Vicenza, sull’Altopiano dei Sette Comuni.
Oltre ad essere annoverato tra i grandi scrittori dell’Italia del dopoguerra è stato anche uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia del 1943.
Nel celebre romanzo “Il Sergente nella neve” ha descritto sul filo della memoria le tragiche vicende di quella ritirata in tutta la loro drammaticità.
Mario Rigoni Stern, la parola come paesaggio
Il suo stile fonde memoria, paesaggio, emozione: voce autentica di un’Italia segnata dalla guerra.
In “Il bosco degli urogalli”, “Storia di Tönle” e “Sentieri sotto la neve” riflette sulla natura e sulle comunità alpine, portando l’attenzione sull’equilibrio tra uomo e ambiente.
Nei suoi racconti emerge l’amore per il territorio, lo sguardo attento verso la fauna e la flora.
Testimone di valori semplici e universali
La sua scrittura si radica nella concretezza.
Descrive le stagioni, il silenzio dei boschi, le sfide di una vita “all’aria aperta”.
Rigoni Stern porta in Italia una nuova idea di letteratura: non più solo bellezza, ma responsabilità, memoria, realtà.
Il premio Viareggio, il Bagutta e il Campiello attestano il valore della sua opera.
L’ultimo saluto
Il 16 giugno 2008, Mario Rigoni Stern muore ad Asiago, poco prima di compiere 87 anni.
Riposa nel suo amato Altopiano, con un ultimo desiderio: che la sua vita non sia ricordata come quella di un lettore, ma di un testimone.
Il Premio Mario Rigoni Stern, istituito nel 2011, continua a promuovere opere che parlano di montagna, ecologia, comunità, nel solco tracciato da lui.
Mario Rigoni Stern resta un punto di riferimento della letteratura civile italiana.
Con la parola cura la memoria raccontandoci che l’essenziale emerge nel silenzio di luoghi a volte lontani, ma sempre vicini all’anima.
Mario Rigoni Stern nasce l’1 novembre 1921 ad Asiago, in provincia di Vicenza, sull’Altopiano dei Sette Comuni.
Oltre ad essere annoverato tra i grandi scrittori dell’Italia del dopoguerra è stato anche uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia del 1943.
Nel celebre romanzo “Il Sergente nella neve” ha descritto sul filo della memoria le tragiche vicende di quella ritirata in tutta la loro drammaticità.
Mario Rigoni Stern, la parola come paesaggio
Il suo stile fonde memoria, paesaggio, emozione: voce autentica di un’Italia segnata dalla guerra.
In “Il bosco degli urogalli”, “Storia di Tönle” e “Sentieri sotto la neve” riflette sulla natura e sulle comunità alpine, portando l’attenzione sull’equilibrio tra uomo e ambiente.
Nei suoi racconti emerge l’amore per il territorio, lo sguardo attento verso la fauna e la flora.
Testimone di valori semplici e universali
La sua scrittura si radica nella concretezza.
Descrive le stagioni, il silenzio dei boschi, le sfide di una vita “all’aria aperta”.
Rigoni Stern porta in Italia una nuova idea di letteratura: non più solo bellezza, ma responsabilità, memoria, realtà.
Il premio Viareggio, il Bagutta e il Campiello attestano il valore della sua opera.
L’ultimo saluto
Il 16 giugno 2008, Mario Rigoni Stern muore ad Asiago, poco prima di compiere 87 anni.
Riposa nel suo amato Altopiano, con un ultimo desiderio: che la sua vita non sia ricordata come quella di un lettore, ma di un testimone.
Il Premio Mario Rigoni Stern, istituito nel 2011, continua a promuovere opere che parlano di montagna, ecologia, comunità, nel solco tracciato da lui.
Mario Rigoni Stern resta un punto di riferimento della letteratura civile italiana.
Con la parola cura la memoria raccontandoci che l’essenziale emerge nel silenzio di luoghi a volte lontani, ma sempre vicini all’anima.