19 giugno 1978. Muore Marcello Marchesi, il gentiluomo dello humor all’italiana.

Marcello Marchesi muore il 19 giugno 1978, investito da un’auto mentre attraversa una strada di Milano.
Aveva 66 anni, e con lui se ne va una delle menti più brillanti della comicità italiana del Novecento.
Scrittore, sceneggiatore, regista, paroliere, pubblicitario: Marchesi è stato tutto questo e molto di più.
Non si limita a scrivere battute: costruisce un intero vocabolario comico, uno stile che lascia un’impronta indelebile nella cultura italiana.
Il talento dietro le quinte
Nasce a Milano nel 1912, si laurea in giurisprudenza, ma il tribunale non fa per lui.
La sua vera aula è quella del cabaret, del teatro, della televisione che sta nascendo.
Negli anni Trenta inizia a collaborare con il teatro leggero e la radio, e nel dopoguerra è già tra gli autori più richiesti.
Dietro i successi di Totò, Macario, Tognazzi e Walter Chiari c’è spesso la sua penna.
Marchesi scrive sceneggiature, inventa tormentoni, regala ritmo e intelligenza a centinaia di sketch.
Marcello Marchesi, l’umorismo come visione del mondo
Marcello Marchesi non è solo autore comico.
È anche un fine osservatore del linguaggio, delle abitudini, delle piccole ipocrisie.
I suoi libri, come Diario futile o Il malloppo, sono perle di satira quotidiana.
Nel 1968 pubblica il celebre Io e Lui, che diventerà un film diretto da Luciano Salce.
Anche nel mondo della pubblicità lascia il segno: è lui a creare slogan rimasti nella memoria, capaci di mescolare ironia e impatto.
Marchesi ha il dono raro di far sorridere senza mai banalizzare, di parlare a tutti con leggerezza e intelligenza.
L’ultimo sorriso
La morte di Marcello Marchesi arriva all’improvviso, come uno dei suoi fulminei giochi di parole.
Viene investito in viale Beatrice d’Este, a Milano.
Una fine assurda e beffarda per chi ha trascorso la vita a cercare la battuta perfetta.
Eppure, il suo nome non è mai diventato popolare quanto quello dei comici per cui scriveva.
Marchesi resta un genio nascosto, ma fondamentale.
Un artigiano della risata che ha dato forma all’umorismo italiano moderno.
Marcello Marchesi muore il 19 giugno 1978, investito da un’auto mentre attraversa una strada di Milano.
Aveva 66 anni, e con lui se ne va una delle menti più brillanti della comicità italiana del Novecento.
Scrittore, sceneggiatore, regista, paroliere, pubblicitario: Marchesi è stato tutto questo e molto di più.
Non si limita a scrivere battute: costruisce un intero vocabolario comico, uno stile che lascia un’impronta indelebile nella cultura italiana.
Il talento dietro le quinte
Nasce a Milano nel 1912, si laurea in giurisprudenza, ma il tribunale non fa per lui.
La sua vera aula è quella del cabaret, del teatro, della televisione che sta nascendo.
Negli anni Trenta inizia a collaborare con il teatro leggero e la radio, e nel dopoguerra è già tra gli autori più richiesti.
Dietro i successi di Totò, Macario, Tognazzi e Walter Chiari c’è spesso la sua penna.
Marchesi scrive sceneggiature, inventa tormentoni, regala ritmo e intelligenza a centinaia di sketch.
Marcello Marchesi, l’umorismo come visione del mondo
Marcello Marchesi non è solo autore comico.
È anche un fine osservatore del linguaggio, delle abitudini, delle piccole ipocrisie.
I suoi libri, come Diario futile o Il malloppo, sono perle di satira quotidiana.
Nel 1968 pubblica il celebre Io e Lui, che diventerà un film diretto da Luciano Salce.
Anche nel mondo della pubblicità lascia il segno: è lui a creare slogan rimasti nella memoria, capaci di mescolare ironia e impatto.
Marchesi ha il dono raro di far sorridere senza mai banalizzare, di parlare a tutti con leggerezza e intelligenza.
L’ultimo sorriso
La morte di Marcello Marchesi arriva all’improvviso, come uno dei suoi fulminei giochi di parole.
Viene investito in viale Beatrice d’Este, a Milano.
Una fine assurda e beffarda per chi ha trascorso la vita a cercare la battuta perfetta.
Eppure, il suo nome non è mai diventato popolare quanto quello dei comici per cui scriveva.
Marchesi resta un genio nascosto, ma fondamentale.
Un artigiano della risata che ha dato forma all’umorismo italiano moderno.