19 giugno 1999 Muore Mario Soldati, il narratore della realtà.

Il 19 giugno 1999 si spegne Mario Soldati.
Scrittore, regista, giornalista, uomo curioso del mondo e delle persone.
La sua vita attraversa quasi tutto il Novecento, lasciando dietro di sé un mosaico di opere che ancora oggi sorprendono per la loro vitalità.
Mario Soldati nasce a Torino nel 1906.
Studia dai gesuiti, poi si trasferisce a Roma per laurearsi in lettere.
Ma è la scrittura narrativa, unita all’interesse per il cinema e il giornalismo, a catturare davvero la sua attenzione.
Si forma tra Italia e Stati Uniti, coltivando un gusto per il racconto che mescola cultura alta e spirito popolare.
Narratore, regista, viaggiatore
Nel 1935 pubblica America primo amore, un diario di viaggio che già rivela la sua capacità di cogliere il lato umano dietro ogni esperienza.
Ma il grande successo arriva nel 1941 con Le lettere da Capri, che gli vale il Premio Strega.
Soldati è uno scrittore dallo stile limpido, diretto, mai distaccato.
Narra amori, inquietudini, contraddizioni.
Ama viaggiare, ma soprattutto ama osservare.
Negli anni ’50 e ’60 gira l’Italia con una troupe della Rai per raccontare il mondo del vino, della cucina e delle tradizioni locali.
Il suo programma Viaggio nella valle del Po resta uno dei primi grandi esempi di narrazione televisiva documentaristica.
Come regista, si distingue per film intensi e raffinati come Piccolo mondo antico e Malombra, che portano la letteratura sul grande schermo con sensibilità e misura.
Mario Soldati, l’addio a un intellettuale “popolare”
Mario Soldati muore il 19 giugno 1999 a Tellaro, il borgo ligure in cui ha scelto di ritirarsi.
Viene sepolto nel cimitero del paese, affacciato sul mare.
Non lascia solo romanzi e film, ma uno stile di racconto che unisce ironia e profondità.
Il suo nome resta simbolo di una cultura che non teme di sporcarsi le mani per raccontare il reale.
Il 19 giugno 1999 si spegne Mario Soldati.
Scrittore, regista, giornalista, uomo curioso del mondo e delle persone.
La sua vita attraversa quasi tutto il Novecento, lasciando dietro di sé un mosaico di opere che ancora oggi sorprendono per la loro vitalità.
Mario Soldati nasce a Torino nel 1906.
Studia dai gesuiti, poi si trasferisce a Roma per laurearsi in lettere.
Ma è la scrittura narrativa, unita all’interesse per il cinema e il giornalismo, a catturare davvero la sua attenzione.
Si forma tra Italia e Stati Uniti, coltivando un gusto per il racconto che mescola cultura alta e spirito popolare.
Narratore, regista, viaggiatore
Nel 1935 pubblica America primo amore, un diario di viaggio che già rivela la sua capacità di cogliere il lato umano dietro ogni esperienza.
Ma il grande successo arriva nel 1941 con Le lettere da Capri, che gli vale il Premio Strega.
Soldati è uno scrittore dallo stile limpido, diretto, mai distaccato.
Narra amori, inquietudini, contraddizioni.
Ama viaggiare, ma soprattutto ama osservare.
Negli anni ’50 e ’60 gira l’Italia con una troupe della Rai per raccontare il mondo del vino, della cucina e delle tradizioni locali.
Il suo programma Viaggio nella valle del Po resta uno dei primi grandi esempi di narrazione televisiva documentaristica.
Come regista, si distingue per film intensi e raffinati come Piccolo mondo antico e Malombra, che portano la letteratura sul grande schermo con sensibilità e misura.
Mario Soldati, l’addio a un intellettuale “popolare”
Mario Soldati muore il 19 giugno 1999 a Tellaro, il borgo ligure in cui ha scelto di ritirarsi.
Viene sepolto nel cimitero del paese, affacciato sul mare.
Non lascia solo romanzi e film, ma uno stile di racconto che unisce ironia e profondità.
Il suo nome resta simbolo di una cultura che non teme di sporcarsi le mani per raccontare il reale.