2 giugno 2020. Muore Roberto Gervaso, la penna che ha raccontato l’Italia con ironia.

Roberto Gervaso nasce a Roma il 9 luglio 1937.
Cresce a Torino e si forma in un ambiente culturale vivace, dove la scrittura diventa presto vocazione e mestiere.
Il suo talento emerge con naturalezza: una prosa elegante, tagliente, capace di rendere affascinante anche la pagina più polverosa della Storia.
Diventa celebre collaborando con Indro Montanelli per la monumentale opera “Storia d’Italia”, un successo editoriale che porta la grande storia al grande pubblico.
Insieme firmano sei volumi, diventati pietre miliari della divulgazione storica.
Roberto Gervaso, intellettuale, giornalista e aforista
Ma Roberto Gervaso non è solo storico.
È un giornalista brillante, capace di passare dalla carta stampata alla televisione con la stessa efficacia.
Scrive per il “Corriere della Sera”, “Il Mattino”, “Il Giornale”.
Diventa volto noto del piccolo schermo, portando il dibattito culturale nelle case degli italiani.
I suoi aforismi, raccolti in libri come La volpe e l’uva o Il grillo parlante, svelano il lato più arguto e riflessivo della sua personalità.
Con uno stile ironico e mai banale, osserva il mondo e l’animo umano con la lente del moralista disincantato.
Non teme di esprimere opinioni controcorrente e proprio questa libertà intellettuale lo rende un personaggio così stimato e discusso.
Un’eredità fatta di parole
Roberto Gervaso muore il 2 giugno 2020 a Milano, all’età di 82 anni.
Era malato da tempo.
L’annuncio della scomparsa arriva dalla figlia Veronica, che ne ricorda la vitalità e l’umorismo fino all’ultimo giorno.
Il suo corpo riposa nel Cimitero Monumentale di Milano, accanto a figure illustri della cultura e dell’arte.
Con il suo stile diretto, raffinato e sempre acuto, Gervaso lascia un’eredità culturale che continua a parlare a chi ama la verità, la bellezza della parola e il coraggio del pensiero libero.
“Meglio un cinico intelligente che un ingenuo imbecille.”
Roberto Gervaso nasce a Roma il 9 luglio 1937.
Cresce a Torino e si forma in un ambiente culturale vivace, dove la scrittura diventa presto vocazione e mestiere.
Il suo talento emerge con naturalezza: una prosa elegante, tagliente, capace di rendere affascinante anche la pagina più polverosa della Storia.
Diventa celebre collaborando con Indro Montanelli per la monumentale opera “Storia d’Italia”, un successo editoriale che porta la grande storia al grande pubblico.
Insieme firmano sei volumi, diventati pietre miliari della divulgazione storica.
Roberto Gervaso, intellettuale, giornalista e aforista
Ma Roberto Gervaso non è solo storico.
È un giornalista brillante, capace di passare dalla carta stampata alla televisione con la stessa efficacia.
Scrive per il “Corriere della Sera”, “Il Mattino”, “Il Giornale”.
Diventa volto noto del piccolo schermo, portando il dibattito culturale nelle case degli italiani.
I suoi aforismi, raccolti in libri come La volpe e l’uva o Il grillo parlante, svelano il lato più arguto e riflessivo della sua personalità.
Con uno stile ironico e mai banale, osserva il mondo e l’animo umano con la lente del moralista disincantato.
Non teme di esprimere opinioni controcorrente e proprio questa libertà intellettuale lo rende un personaggio così stimato e discusso.
Un’eredità fatta di parole
Roberto Gervaso muore il 2 giugno 2020 a Milano, all’età di 82 anni.
Era malato da tempo.
L’annuncio della scomparsa arriva dalla figlia Veronica, che ne ricorda la vitalità e l’umorismo fino all’ultimo giorno.
Il suo corpo riposa nel Cimitero Monumentale di Milano, accanto a figure illustri della cultura e dell’arte.
Con il suo stile diretto, raffinato e sempre acuto, Gervaso lascia un’eredità culturale che continua a parlare a chi ama la verità, la bellezza della parola e il coraggio del pensiero libero.
“Meglio un cinico intelligente che un ingenuo imbecille.”