23 giugno 1995. Muore Jonas Salk, lo scienziato che fermò la poliomielite.

Jonas Salk muore il 23 giugno 1995 a La Jolla, in California.
Un medico e un ricercatore che ha fatto della scienza un servizio all’umanità.
È lui a sviluppare il primo vaccino efficace contro la poliomielite, la malattia che per decenni ha terrorizzato il mondo.
Nato a New York nel 1914 da una famiglia di immigrati ebrei russi, Jonas Salk cresce con l’idea che la conoscenza debba essere messa al servizio del bene comune.
Studia medicina e si avvicina alla ricerca virologica negli anni in cui l’America lotta contro epidemie che colpiscono soprattutto i più piccoli.
La polio è la più spaventosa: lascia migliaia di bambini paralizzati, per sempre.
Il vaccino che cambia la storia
Nel 1955 Jonas Salk annuncia che il suo vaccino è sicuro, efficace e pronto per essere distribuito.
È una svolta epocale.
Milioni di bambini in tutto il mondo vengono vaccinati e, nel giro di pochi anni, la malattia comincia a scomparire.
Jonas Salk rifiuta di brevettare il vaccino.
Quando gli chiedono a chi appartiene la scoperta, lui risponde: “Al popolo. Non si può brevettare il sole”.
Una frase che sintetizza la sua etica e la sua visione della scienza: un sapere condiviso, non un privilegio.
Il suo impegno non si ferma alla poliomielite.
Fonda il Salk Institute a San Diego, un centro di ricerca tra i più prestigiosi del mondo, dove scienza, filosofia e arte dialogano tra loro.
Negli anni successivi si dedica allo studio dell’HIV e della sclerosi multipla, con la stessa tenacia e lo stesso spirito.
L’eredità di Jonas Salk
Jonas Salk muore all’età di 80 anni.
Riposa nel Memorial Garden del suo Istituto, in un luogo silenzioso affacciato sull’oceano.
Non c’è monumento imponente, ma l’eco delle sue scoperte continua a salvare vite ogni giorno.
Il suo nome è diventato sinonimo di fiducia nella scienza, e la sua storia un esempio di altruismo e rigore.
Jonas Salk muore il 23 giugno 1995 a La Jolla, in California.
Un medico e un ricercatore che ha fatto della scienza un servizio all’umanità.
È lui a sviluppare il primo vaccino efficace contro la poliomielite, la malattia che per decenni ha terrorizzato il mondo.
Nato a New York nel 1914 da una famiglia di immigrati ebrei russi, Jonas Salk cresce con l’idea che la conoscenza debba essere messa al servizio del bene comune.
Studia medicina e si avvicina alla ricerca virologica negli anni in cui l’America lotta contro epidemie che colpiscono soprattutto i più piccoli.
La polio è la più spaventosa: lascia migliaia di bambini paralizzati, per sempre.
Il vaccino che cambia la storia
Nel 1955 Jonas Salk annuncia che il suo vaccino è sicuro, efficace e pronto per essere distribuito.
È una svolta epocale.
Milioni di bambini in tutto il mondo vengono vaccinati e, nel giro di pochi anni, la malattia comincia a scomparire.
Jonas Salk rifiuta di brevettare il vaccino.
Quando gli chiedono a chi appartiene la scoperta, lui risponde: “Al popolo. Non si può brevettare il sole”.
Una frase che sintetizza la sua etica e la sua visione della scienza: un sapere condiviso, non un privilegio.
Il suo impegno non si ferma alla poliomielite.
Fonda il Salk Institute a San Diego, un centro di ricerca tra i più prestigiosi del mondo, dove scienza, filosofia e arte dialogano tra loro.
Negli anni successivi si dedica allo studio dell’HIV e della sclerosi multipla, con la stessa tenacia e lo stesso spirito.
L’eredità di Jonas Salk
Jonas Salk muore all’età di 80 anni.
Riposa nel Memorial Garden del suo Istituto, in un luogo silenzioso affacciato sull’oceano.
Non c’è monumento imponente, ma l’eco delle sue scoperte continua a salvare vite ogni giorno.
Il suo nome è diventato sinonimo di fiducia nella scienza, e la sua storia un esempio di altruismo e rigore.