26 giugno 1967. Muore Don Milani, maestro rivoluzionario della scuola e dell’impegno civile.

Il 26 giugno 1967, Don Milani muore a Firenze, all’età di 44 anni.
Si spegne un uomo che ha rivoluzionato il modo di intendere la scuola, l’educazione e l’impegno civile.
Un sacerdote fuori dagli schemi
Lorenzo Milani nasce a Firenze il 27 maggio 1923, in una famiglia della borghesia colta.
Cresce in un ambiente laico e aperto, immerso nelle arti e nelle lettere.
Solo in età adulta arriva la sua conversione religiosa.
Nel 1947 viene ordinato sacerdote.
Fin dai primi anni del suo ministero, emerge la sua attenzione ai più umili e ai più emarginati.
A Barbiana, un piccolo borgo del Mugello, Don Milani trova la sua vera missione.
Qui fonda una scuola popolare per i ragazzi poveri della montagna.
Non una scuola qualsiasi, ma un luogo di emancipazione, dove leggere e scrivere diventano strumenti di libertà.
L’arte della parola
Per Don Milani l’educazione è prima di tutto un diritto.
Un mezzo per abbattere le disuguaglianze e per dare voce a chi non l’ha mai avuta.
Nel 1965 pubblica Lettera a una professoressa, un testo scritto insieme ai suoi alunni.
Un libro che scuote l’Italia, che mette in discussione la scuola selettiva e classista del tempo.
Don Milani crede in una parola che non sia sterile, ma viva, capace di trasformare la realtà.
Per lui ogni studente ha il diritto di comprendere il mondo e di esprimersi con dignità.
Il suo pensiero incontra anche opposizioni.
Viene criticato da parte del mondo ecclesiastico e politico.
Ma la sua voce continua a farsi sentire, alimentando il dibattito sull’educazione e sulla giustizia sociale.
L’ultimo saluto a Don Milani
Il 26 giugno 1967, Don Milani muore dopo una lunga malattia.
I funerali si tengono a Barbiana.
Attorno a lui, la comunità di ragazzi e famiglie che ha saputo accompagnare con passione e coraggio.
Oggi Don Milani resta una figura di riferimento.
Un maestro che ha insegnato a credere nel potere della parola e nell’educazione come strumento di libertà.
Il 26 giugno 1967, Don Milani muore a Firenze, all’età di 44 anni.
Si spegne un uomo che ha rivoluzionato il modo di intendere la scuola, l’educazione e l’impegno civile.
Un sacerdote fuori dagli schemi
Lorenzo Milani nasce a Firenze il 27 maggio 1923, in una famiglia della borghesia colta.
Cresce in un ambiente laico e aperto, immerso nelle arti e nelle lettere.
Solo in età adulta arriva la sua conversione religiosa.
Nel 1947 viene ordinato sacerdote.
Fin dai primi anni del suo ministero, emerge la sua attenzione ai più umili e ai più emarginati.
A Barbiana, un piccolo borgo del Mugello, Don Milani trova la sua vera missione.
Qui fonda una scuola popolare per i ragazzi poveri della montagna.
Non una scuola qualsiasi, ma un luogo di emancipazione, dove leggere e scrivere diventano strumenti di libertà.
L’arte della parola
Per Don Milani l’educazione è prima di tutto un diritto.
Un mezzo per abbattere le disuguaglianze e per dare voce a chi non l’ha mai avuta.
Nel 1965 pubblica Lettera a una professoressa, un testo scritto insieme ai suoi alunni.
Un libro che scuote l’Italia, che mette in discussione la scuola selettiva e classista del tempo.
Don Milani crede in una parola che non sia sterile, ma viva, capace di trasformare la realtà.
Per lui ogni studente ha il diritto di comprendere il mondo e di esprimersi con dignità.
Il suo pensiero incontra anche opposizioni.
Viene criticato da parte del mondo ecclesiastico e politico.
Ma la sua voce continua a farsi sentire, alimentando il dibattito sull’educazione e sulla giustizia sociale.
L’ultimo saluto a Don Milani
Il 26 giugno 1967, Don Milani muore dopo una lunga malattia.
I funerali si tengono a Barbiana.
Attorno a lui, la comunità di ragazzi e famiglie che ha saputo accompagnare con passione e coraggio.
Oggi Don Milani resta una figura di riferimento.
Un maestro che ha insegnato a credere nel potere della parola e nell’educazione come strumento di libertà.