26 maggio 2008. Muore Sidney Pollack, il regista gentiluomo che ci ha fatto sognare con i suoi film iconici.

Sidney Pollack. Riduttivo definirlo solo un regista.
È stato un uomo di cinema a tutto tondo.
Un autore capace di imprimere eleganza, intensità e profondità a ogni fotogramma della sua lunga carriera.
Nasce il 1° luglio 1934 a Lafayette, nell’Indiana, da una famiglia di immigrati ebrei russi.
Fin da giovane dimostra una predisposizione rara per la recitazione e la regia.
Si forma con uno dei maestri dell’Actor’s Studio, Sanford Meisner, al Neighborhood Playhouse di New York.
Ed è lì che affina la sensibilità che gli permetterà, negli anni a venire, di dirigere alcune tra le più grandi star del cinema americano.
Sidney Pollack e l’incontro con Robert Redford: una coppia d’oro del cinema
È sui set televisivi che incontra un giovane Robert Redford.
Un’intesa artistica che diventa presto una collaborazione passata alla storia del cinema.
Insieme firmano sette film memorabili, tra cui Corvo Rosso non avrai il mio scalpo (1972), Come eravamo (1973), I tre giorni del Condor (1975) e La mia Africa (1985).
È proprio La mia Africa, adattamento del romanzo di Karen Blixen, a consacrare Pollack con l’Oscar alla miglior regia e miglior film.
Un trionfo meritato, che racconta il suo stile sobrio, romantico e profondamente umano.
Film indimenticabili e successi di critica e pubblico
Pollack dirige film che attraversano i generi, senza mai rinunciare alla qualità narrativa.
Nel 1969 firma Non si uccidono così anche i cavalli?, straordinaria parabola sull’America della Depressione.
Nel 1982 rivoluziona la commedia con Tootsie, portando Dustin Hoffman a entrare nei panni di un personaggio femminile. Il film sarà una commedia brillante, ma con spunti di riflessione sull’identità di genere e i pregiudizi.
Nel 1993 esplora i meandri del legal thriller con Il socio, tratto dal romanzo di John Grisham.
Nel 1995 accetta la sfida impossibile di un remake del mitico Sabrina.
Sebbene il confronto con l’originale film di Billy Wilder sia una battaglia persa, mostra ancora una volta il suo coraggio dietro la macchina da presa.
Con Destini incrociati (1999) torna in grande forma, dirigendo Harrison Ford e Kristin Scott Thomas in una storia d’amore intensa e matura.
Nel 2005 firma il suo ultimo film di finzione: The Interpreter, thriller politico con Nicole Kidman e Sean Penn.
Sidney Pollack: attore, produttore e fondatore del Sundance
Pollack non è solo regista.
Appare in numerosi film, da Mariti e mogli di Woody Allen a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
Nel frattempo fonda la casa di produzione Mirage Enterprises, da cui nascono film come Cold Mountain e il documentario Frank Gehry – Creatore di sogni.
Nel 2002 riceve il Pardo d’Onore al Festival di Locarno.
È anche tra i fondatori del Sundance Film Festival, oggi punto di riferimento mondiale per il cinema indipendente.
Dal 2000 al 2006 appare anche nella serie TV Will & Grace, interpretando il padre del protagonista Will Truman in quattro episodi.
La morte e l’eredità artistica
Sidney Pollack muore il 26 maggio 2008 a Los Angeles, a causa di un cancro allo stomaco.
Aveva 73 anni e una carriera che ha lasciato il segno in ogni ambito del cinema.
Il suo tocco elegante, la capacità di dirigere attori e attrici tra i più amati, la versatilità stilistica e l’umanità delle sue storie fanno di lui un gigante della settima arte.
Una citazione per ricordarlo
Per ricordarlo, basterebbe una sola frase.
È tratta da Come eravamo, forse il suo film più romantico e struggente.
“La cosa più difficile è volerti bene senza volere niente in cambio.”
Un epitaffio perfetto per un regista che ha saputo dare, sempre, tutto sé stesso al cinema.
Laura Persico Pezzino
Sidney Pollack. Riduttivo definirlo solo un regista.
È stato un uomo di cinema a tutto tondo.
Un autore capace di imprimere eleganza, intensità e profondità a ogni fotogramma della sua lunga carriera.
Nasce il 1° luglio 1934 a Lafayette, nell’Indiana, da una famiglia di immigrati ebrei russi.
Fin da giovane dimostra una predisposizione rara per la recitazione e la regia.
Si forma con uno dei maestri dell’Actor’s Studio, Sanford Meisner, al Neighborhood Playhouse di New York.
Ed è lì che affina la sensibilità che gli permetterà, negli anni a venire, di dirigere alcune tra le più grandi star del cinema americano.
Sidney Pollack e l’incontro con Robert Redford: una coppia d’oro del cinema
È sui set televisivi che incontra un giovane Robert Redford.
Un’intesa artistica che diventa presto una collaborazione passata alla storia del cinema.
Insieme firmano sette film memorabili, tra cui Corvo Rosso non avrai il mio scalpo (1972), Come eravamo (1973), I tre giorni del Condor (1975) e La mia Africa (1985).
È proprio La mia Africa, adattamento del romanzo di Karen Blixen, a consacrare Pollack con l’Oscar alla miglior regia e miglior film.
Un trionfo meritato, che racconta il suo stile sobrio, romantico e profondamente umano.
Film indimenticabili e successi di critica e pubblico
Pollack dirige film che attraversano i generi, senza mai rinunciare alla qualità narrativa.
Nel 1969 firma Non si uccidono così anche i cavalli?, straordinaria parabola sull’America della Depressione.
Nel 1982 rivoluziona la commedia con Tootsie, portando Dustin Hoffman a entrare nei panni di un personaggio femminile. Il film sarà una commedia brillante, ma con spunti di riflessione sull’identità di genere e i pregiudizi.
Nel 1993 esplora i meandri del legal thriller con Il socio, tratto dal romanzo di John Grisham.
Nel 1995 accetta la sfida impossibile di un remake del mitico Sabrina.
Sebbene il confronto con l’originale film di Billy Wilder sia una battaglia persa, mostra ancora una volta il suo coraggio dietro la macchina da presa.
Con Destini incrociati (1999) torna in grande forma, dirigendo Harrison Ford e Kristin Scott Thomas in una storia d’amore intensa e matura.
Nel 2005 firma il suo ultimo film di finzione: The Interpreter, thriller politico con Nicole Kidman e Sean Penn.
Sidney Pollack: attore, produttore e fondatore del Sundance
Pollack non è solo regista.
Appare in numerosi film, da Mariti e mogli di Woody Allen a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
Nel frattempo fonda la casa di produzione Mirage Enterprises, da cui nascono film come Cold Mountain e il documentario Frank Gehry – Creatore di sogni.
Nel 2002 riceve il Pardo d’Onore al Festival di Locarno.
È anche tra i fondatori del Sundance Film Festival, oggi punto di riferimento mondiale per il cinema indipendente.
Dal 2000 al 2006 appare anche nella serie TV Will & Grace, interpretando il padre del protagonista Will Truman in quattro episodi.
La morte e l’eredità artistica
Sidney Pollack muore il 26 maggio 2008 a Los Angeles, a causa di un cancro allo stomaco.
Aveva 73 anni e una carriera che ha lasciato il segno in ogni ambito del cinema.
Il suo tocco elegante, la capacità di dirigere attori e attrici tra i più amati, la versatilità stilistica e l’umanità delle sue storie fanno di lui un gigante della settima arte.
Una citazione per ricordarlo
Per ricordarlo, basterebbe una sola frase.
È tratta da Come eravamo, forse il suo film più romantico e struggente.
“La cosa più difficile è volerti bene senza volere niente in cambio.”
Un epitaffio perfetto per un regista che ha saputo dare, sempre, tutto sé stesso al cinema.
Laura Persico Pezzino